Capitolo 59

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Sbatto le palpebre per la millesima volta. Ieri dopo lo scontro con Isla devo essere svenuta per la troppa tensione accumulata, ma ora non riesco più ad addormentarmi. I pensieri si insinuano prepotenti nella mia testa, non facendomi dormire. Ancora mi viene difficile realizzare tutto quello che è successo.

Mi siedo e guardo fuori dalla finestra: è ancora buio.

Un anno fa volevo solo sopravvivere, oggi voglio solo vivere. Mi giro e guardo il mio compagno dormiente. Sdraiato a pancia in giù mentre abbraccia il cuscino è una bellissima visione. I suoi capelli argentei sembrano illuminarsi di luce propria.

È iniziato tutto da lui. Da quando è entrato in quel bar a Vanderhoof la mia vita si è capovolta completamente. Ma forse, il mio destino era già stato scritto prima... forse durante quella fatidica notte, dove mia madre ha incontrato il suo compagno. Non li conoscerò mai e di mia madre non mi resta che una foto.

Devo ingoiare il dolore e andare avanti come ho sempre fatto. Solo che questa volta è un po' più dura da mandare giù.

Da quando ho conosciuto Aiden sono cambiata, maturata credo. Ho provato l'amore che di solito leggevo solo nei libri. Ho capito che questo non è dettato dal romanticismo dei romanzi rosa ma sul rispetto reciproco, sulla protezione e sulla volontà di rendere felice la tua controparte.

E ora voglio andare avanti.
Voglio vivere.
E per farlo devo definitivamente lasciarmi il passato alle spalle.

Lascio Aiden addormentato e mi cambio rapidamente. È ancora presto e per i corridoi della Casabranco non c'è quasi nessuno. Solo in cucina si sentono i rumori delle cuoche che stanno inziando a preparare la colazione.

Come un fantasma cammino per lungo i corridoi fino a raggiungere le prigioni.  "Quando riuscirai da qui sarai libera Artemis." Penso, facendo un sospiro.

Apro la porta e senza troppe esitazioni mi dirigo davanti alla cella di Isla. Delle torce posizionate lungo le pareti illuminano parzialmente l'interno.

"Ma che bello, mia nipote è venuta a trovarmi... quale onore." Esclama ironica la vecchia cacciatrice. È seduta per terra, con le gambe incrociate e le spalle al muro.

"Risparmiati il sarcasmo Isla, non sei mai stata niente per me e mai lo sarai. Sono qui semplicemente per mettere un punto a questa storia." Ribatto gelida.

"Ebbene? Vuoi uccidermi?" Chiede voltando la testa verso di me.

"Troppo facile morire per te, meriteresti le stesse torture che hai inflitto a centinaia di licantropi ma lascerò al branco la scelta su cosa fare di te. Sappi che non ci andranno leggero." Rispondo ridendo ironica alla sua affermazione.

"Voglio sapere di mia madre." Esclamo imperativa.

"Qualcosa in particolare?" Domanda ridendo.

"Tutto quello che sai." Ribatto fredda.

"Oh... la mia piccola Elizabeth. Brillante in tutto, con una passione per la mitologia del mondo. Non aveva un padre... l'ho adottata. Era la figlia di uno dei nostri prigionieri lupi quando io avevo circa vent'anni. Mi presi cura di lei, perché volevo vedere se con un allenamento da cacciatrice potesse diventare forte. L'ho iniziata subito. L'ho cresciuta da guerriera ed era perfetta. Il suo gene da lupo gli garantiva capacità maggiori rispetto ad altri. Lei sarebbe stata il mio successore. Avremo distrutto questi mostri definitivamente." Spiega sorridendo orgogliosa del suo lavoro.

Ma dopo al sua faccia si contrae in una smorfia di disgusto mentre continua a raccontare:"Poi ha incontrato quel licantropo. Non avevo mai messo in conto che potesse succedere una cosa del genere. Si è innamorata di lui e si è fatta mettere incinta come una stupida. Ha addirittura cercato di convincermi che questi mostri non erano malvagi. Stava mettendo a repentaglio il mio posto tra i cacciatori e tutti i miei piani."

Il Lupo dagli occhi argentatiWaar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu