Capitolo 17

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Sono passati giorni da quel momento, ma il nostro rapporto si è fatto sempre più difficile. Ultimamente Aiden è sempre in ansia, pronto a tutto. Cerca di starmi lontano, o almeno così mi sembra e non ne capisco il motivo...

Esce la mattina presto per allenarsi nel bosco, a detta sua, ma non mi vuole dire il motivo. Tento in tutti i modi di parlargli per scoprire qualcosa ma blocca sempre ogni mio tantativo.

Inoltre in questi giorni mi sembra ancora più strano; la sensazione che non mi guardi mai negli occhi si fa sempre più forte, di tanto in tanto lo sento schioccare le dita oppure lo vedo uscire di casa, alle volte, rientrando con pacchi di lenti a contatto colorate nascoste nello zaino. Ma perché lo fa? Che cosa sta succedendo?

Intanto l'acqua calda della doccia mi scivola lungo il corpo non facendo altro che aumentare il flusso delle mie domande senza risposta. Aiden cosa mi nascondi ancora?

Aiden è fatto così: è come enorme labirinto pieno di misteri; appena sei convinto di aver trovato il tesoro nascosto al suo interno ti si palesa davanti un altro muro. E bisogna riniziare da capo.

Questa volta voglio che sia lui a dirmelo, non insiterò, ma vorrei davvero che si aprisse con me soltanto con poche parole.

Scivolo fuori dalla doccia e mi vesto in fretta. Per fortuna da quando siamo riusciti ad attivare il riscaldamento in casa si sta molto meglio.

Scendo le scale e lo trovo in cucina di spalle, che affetta pomodori per la cena. Mi avvicino piano, decisa a non rifare l'errore dell'ultima volta e lo abbraccio da dietro. Sento i suoi muscoli rilassarsi contro il mio petto. "Aiden, posso parlarti di una cosa?" Chiedo piano.

In risposta lui poggia il coltello e girandosi dentro alle mie braccia mi guarda, annuendo.

"Ecco, Ehm... ho notato alcune cose particolari del tuo comportamento, che non so spiegarmi. Non voglio forzarti a dire nulla perché voglio che tu ti fidi di me spontaneamente. " Faccio un sospiro e continuo: "Più ti conosco più vedo che hai degli atteggiamenti ricorrenti e..."

Lui mi stoppa e esclama: "Vai al sodo Artemis."

"Bene, mi chiedevo perché compri delle lenti a contatto colorate, perché schiocchi le dita di notte e di giorno in mia presenza giochi con la lingua, perché ho la sensazione che tu non mi guardi mai negli occhi?" Domado a ripetizione mentre Aiden si stacca e si allontana.

"Non è nulla, sono solo tue impressioni." Ribatte lui di spalle.

"Aiden se te ne parlo vuol dire che non è una semplice impressione non trovi?" Replico retorica; odio non essere presa sul serio.

"Sembra che tu non mi veda-" mi interoppi ragionando: Avevo letto alle elementari che i pipistrelli usavano un sistema di vibrazioni e ritorno del rumore per muoversi nell'oscurità delle caverne. 'Per evitare di volare alla cieca.' I tic e le mie sensazioni avrebbero senso, così. Ma la scatola di lenti a contatto?

Decido di fare un test per scoprire se ho ragione: "Ascolta facciamo così Aiden: dimmi come sono vestita."

"Hai una maglietta, un pantaloncino, delle calze e un cardigan credo che si chiami, insomma uno di quei maglioni lì." Risponde senza guardarmi.

"E di che colore è?" Chiedo mettendomi davanti a lui. Ed eccolo, beccato. È in difficoltà.

"Blu?" Tenta. "Sbagliato, è verde, verde bosco." Ribatto e lui si allontana di nuovo.

Lo raggiungo e gli metto una mano sulla spalla facendolo voltare. Appena lo faccio noto che dal suo viso scendono alcune lacrime. Gli bacio le lacrime, asciugandole per poi stringerlo in un abbraccio.

"Possibile che scopri ogni mio segreto. Sapevo che avrei dovuto dirtelo ma non mi sentivo mai sicuro; il momento non era mai quello giusto. Promettimi che resterai qui, va bene?" Annuisco, sedendomi sul bancone e prendendo le sue mani fra le mie.
"Sì, te lo prometto." Aggiungo.

"Bene." Fa un respiro e poi inizia: "Ti ho parlato dei miei genitori e come sono morti qualche sera fa. Ecco mio padre è stato ucciso con un esplosivo al nitrato d'argento; io ero davanti a lui in quel momento, quando è esplosa la 'bomba'. Devi sapere che l'argento per noi licantropi è mortale e la nostra rigenerazione naturale non può nulla contro di esso. Nelle esplosione io sono diventato cieco, Artemis."

Trattengo il fiato; avevo ragione. Ora tutto si spiega: le sensazioni e i suoi tic che servivano per muoversi senza sbattere.

"Sì, i miei 'tic' si basano sull'ecolocalizzazione. Consiste nel  ascoltare il suono riflesso di uno schiocco della lingua o delle dita e sono in grado di definire nella mente la forma, la dimensione, la profondità e la densità degli oggetti intorno a me." Mi spiega, giocando con le mie mani.

"Come i pipistrelli." Esclamo mentre tutti gli indizi si assemblano in un quadro completo.

"Lo immaginavo ma non mi torna una cosa: perché usi le lenti a contatto?" Chiedo ancora, non capendo perché le adopera.

"Non volevo spaventarti al primo incontro e poi non volevo che pensassi che io fossi un peso." Risponde con lo sguardo basso.

Poi un momento di silenzio cala fra noi, dove entrambi siamo persi nei nostri pensieri. A romperlo sono io con una timida domanda: "Mi faresti vedere i tuoi veri occhi?"

Lui solleva di scatto lo sguardo sorpreso; poi si gira togliendosi entrambe le lenti. Infine si volta verso di me.

A guardarmi sono due occhi argentei, che sembrano aver incanalato dentro sè la luce della luna. Si distingue leggermente la linea della pupilla grazie a un tonalità lievemente più scura. Mi avvicino piano, incantata da quei occhi meravigliosi. Aiden invece è teso e gli accarezzo le guancie senza togliere lo sguardo da quei bellissimi occhi. "Aiden, sono magnifici." Farfuglio.

"Quanto vorrei poterti vedere adesso Artemis." Sussurra piano poggiando la sua mano sulla mia.

"Puoi farlo, Aiden." Replico mentre prendo la sua mano e la poggio suo mio volto. Lentamente lui inzia a scorrere lungo i tratti del mio viso, seguendo i miei muscoli facciali contratti in un sorriso.

"Sei bellissima, Artemis." Adoro quando dice il mio nome; sembra acquisire un altro significato se pronunciato da lui.
E mentre penso a questo la sua mano si ferma sotto il mio orecchio sinistro e delicatamente mi attrae a sé, baciandomi. Ed ecco le sensazioni dell'altra sera palesarsi di nuovo. Mi perdo nel suo bacio dopo che lui sussurra sulle mie labbra: "Grazie per non essere fuggita."

"Mi hai già cercato abbastanza." Replico prima di far riunire nuovamente le nostre labbra.

•~●~•

"Promettimi una cosa Aiden." Dissi poi quella sera, quando entrambi sdraiati sul divano, guardavamo un film.

"Qualunque cosa." Rispose lui stringendomi più forte tra le sue braccia.

Feci un respiro e esclamai:
"Non nascondere mai più i tuoi occhi."

ANGOLO AUTRICE:

Piccola curiosità: il personaggio di Artemis è ispirato a mia madre; una lettrice a cui non sfugge mai un particolare. E infatti non c'è segreto che le puoi nascondere...

E così Artemis ha scoperto anche l'ultimo grande segreto di Aiden... vi è piaciuto la sua reazione? O immaginavate 'la rivelazione' in modo diverso?

Ditemelo nei commenti...
al prossimo capitolo!

Serena

Il Lupo dagli occhi argentatiWhere stories live. Discover now