10. «Non ci stiamo frequentando.»

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Taehyung.



Erano passati quattro giorni ed io mi ero svegliato per l'ennesima mattina da solo, avevo fatto colazione da solo, mi ero lavato e vestito, avevo letto da solo, ero uscito sul terrazzo per prendere una boccata d'aria da solo e avevo parlato con...solo con me stesso.

Quella stanza era immensa se messa a paragone con quella nella quale avevo vissuto in casa di Seojoon. Ora avevo un letto matrimoniale tutto per me, due grossi comodini ai lati pieni di libri e saggi che sembravano piuttosto interessanti dai titoli e infatti ne avevo già letti due. C'era un gigantesco armadio ma io non mi ero portato via nulla, era stata una donna beta la mattina successiva al mio arrivo, a portarmi qualche pantalone, dell'intimo, magliette, calzini, due paia di scarpe, ciabatte, un accappatoio e alcuni asciugamani per la doccia. Non sapevo neanche come facesse a conoscere le mie taglie anche se tutto si era rivelato essere perfetto per me. Avevo il bagno privato in camera. Tutto aveva dimensioni fuori dal normale rispetto a ciò a cui ero abituato e anche per questo motivo non avevo avuto tempo di annoiarmi. La stanza dedicata a me era talmente grande, considerando anche lo spazioso terrazzo, che avevo impegnato una mattinata intera solo per esplorare tutto ed ero giunto alla conclusione che mi piaceva, era confortevole, comoda, perfetta.

Il primo e il secondo giorno erano passati più o meno abbastanza velocemente, avevo cercato di autoconvincermi che sicuramente Jungkook era stato impegnato a causa del padre, forse avevano dovuto prendere molte decisioni che mi riguardavano e considerando quanto attento era sempre stato a me e al mio stato di salute, probabilmente non voleva provocarmi ansie inutili e sarebbe venuto a parlarmi quando avrebbe avuto notizie certe. Però nel frattempo non aveva neanche firmato il famoso permesso per Jimin e Hoseok o almeno loro li avrei già potuti vedere. Cominciai a riempirmi la testa di pensieri, forse non mi voleva realmente con sé, forse il padre gli aveva chiesto di scegliere tra me e la sua omega e lui aveva scelto lei, forse mi avrebbero sbattuto fuori dal branco, forse mi avrebbero tenuto rinchiuso per nove mesi finchè non avessi partorito il suo erede e poi mi avrebbero ucciso, forse-

«Toc toc?»

Mi voltai di scatto in direzione della porta e la vidi socchiusa, una testolina faceva capolino e mi sorrideva. Venni invaso da un dolcissimo profumo di fiori di ciliegio quindi quel ragazzo era sicuramente un omega come me. Notai quasi immediatamente la somiglianza con Jungkook, gli occhi grandi, le labbra paffute. I suoi capelli erano rosa, una combinazione perfetta considerando il suo aroma estivo.

«Entra pure.» Mi alzai dal letto, andandogli incontro.

«È un piacere fare la tua conoscenza, Taehyung giusto?» Allungò una mano in segno di saluto ed io annuii, afferrando la sua con la mia. «Io sono Seokjin.» Mi sorrise. E a quel punto ne fui certo, era il fratello di Jungkook.

«Sei il fratello minore di Jungkook.» Cercai conferma.

«Purtroppo.» Scrollò le spalle con fare scherzoso e immediatamente mi mise di buon umore perciò risi, scuotendo la testa e poi abbassando lo sguardo. «Beh, che fai qui da solo? Aspetti Jungkook?»

«Oh mh...no, non l'ho visto da quando sono arrivato.» Risposi triste. Quindi avrebbe potuto venire a trovarmi e tenermi un po' di compagnia eppure non si era fatto vedere. Mi sprofondò il cuore nel petto.

«Come non l'hai ancora visto?» Dal suo tono capii che sapeva come mi stavo sentendo. «Che testa di cazzo.» Aggiunse poi ed io riportai lo sguardo su di lui. Erano fratelli e sicuramente avevano un rapporto stretto ma addirittura insultare un alpha??? Ero scioccato e confuso. «Hai conosciuto qualcun altro nelle scorse giornate?» Io scossi la testa.

«Ho visto tre signore. Tre beta.» Spiegai. «Una è passata la prima mattina a lasciarmi qualche indumento nuovo e pulito, l'altra è venuta due volte a riordinare la camera e il bagno, la terza viene tre volte al giorno a portarmi colazione, pranzo e cena.» Mi stava fissando con occhi sgranati, una punta di pena e numerosi punti di domanda in viso. Io mi morsi il labbro imbarazzato e cominciai a giocare nervoso con la manica della maglia.

Purple eyes shine for you | kooktaeWhere stories live. Discover now