13. «Ti importa di noi?»

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Jungkook.



Avevo passato tutto il giorno chiuso nella mia stanza alla reggia, tenendo i miei sensi super allertati per captare il momento esatto in cui Namjoon sarebbe tornato. Non sapevo dove avesse portato Taehyung, cosa avessero fatto e che programmi avesse ma ero del tutto intenzionato a chiederglielo direttamente invece che continuare a comportarmi da ignavo.

Avevo avuto tempo di riflettere e mi era tornata in mente una conversazione che avevo avuto con mia madre qualche anno prima. Avevo sedici anni circa, ero a letto con l'ennesima omega di quella settimana, eravamo nudi e avevamo appena finito di divertirci. Lei aveva urlato e si era nascosta sotto alle lenzuola quando mio padre aveva aperto la porta senza neanche bussare, mi aveva ordinato di rendermi presentabile e di seguirlo immediatamente nel suo ufficio e così avevo fatto. Quello era stato il giorno in cui mi aveva presentato per la prima volta Jisoo, annunciando la sua volontà di vederci sposati. Avevo fatto finta di non essermi appena scopato un'altra, avevo allungato la mano per stringere la sua, dicendole che non vedevo l'ora di conoscerla meglio. Avevo provato del senso di colpa forse per la prima volta in vita mia e mi ero ritrovato a parlarne con mia madre dopo un paio di mesi. Le avevo detto che c'era qualcosa che non andava, che frequentando Jisoo avrei dovuto innamorarmi di lei o almeno esserne attratto ma la verità era che mi faceva piacere passare del tempo con lei però continuavo a vederla solo come una amica e mia madre mi aveva detto che dovevo darmi tempo, che ero ancora giovane e che i miei sentimenti per lei sarebbero cambiati non appena avremmo cominciato ad aiutarci durante il suo heat e il mio rut. E poi erano passati altri mesi, altri anni e noi avevamo speso ogni suo calore chiusi in camera sua e ogni mio calore chiusi in camera mia però essere entrati in intimità non aveva cambiato nulla.

Ogni tanto lei si era addormentata dopo l'amplesso ed io mi ero ritrovato ad osservarla in silenzio e a chiedermi che cosa avrei dovuto provare in quei momenti. Avrei dovuto aver voglia di spostarle i capelli dagli occhi? Accarezzarla? Abbracciarla? Baciarle la pancia sperando che quell'ennesimo tentativo ci avrebbe donato dei cuccioli? Sarebbe stata un'imposizione, l'avrei fatto perché dovevo, perché in teoria avrebbe dovuto essere il mio compito come suo alpha eppure io non provavo nulla, era come un'estranea nel mio letto ed ogni volta che la baciavo, che la toccavo, il mio lupo non ne era felice. Dai sedici anni in poi, la mia parte animale non aveva fatto altro che piagnucolare e rendermi irritato. Avevo smesso di sentirmi così per pochi minuti appena la prima sera che avevo conosciuto Taehyung.

Lui era stato la luce che aveva illuminato il mio umore, il suo profumo mi aveva stregato, la sua presenza mi aveva catturato e i suoi modi gentili mi avevano conquistato in un secondo. Quando lo avevo rivisto quella sera, durante la riunione, e soprattutto quando avevo capito con quali intenzioni Seojoon lo avesse portato con sé, mi ero sentito agitato e spaventato perché non capivo come potesse un alpha trattare così il proprio omega. Taehyung era così dolce e gentile, il suo sorriso scaldava il cuore e non si meritava quella infelicità. Era stato il mio lupo a parlarmi anche quella sera al locale, quando avevo percepito il suo armonioso profumo di pesca e mi aveva detto di mostrargli chi era il vero alpha, a che cosa avrebbe potuto ambire ed ottenere, se solo lo avesse voluto davvero. E Taehyung quella sera mi voleva, talmente tanto da baciarmi per primo, da farsi spogliare e toccare, mi aveva istigato perché una volta sola non era stata abbastanza. E con lui era stato del tutto naturale avvolgere le mie braccia intorno al suo busto dopo esserci lavati e distesi nuovamente a letto, era stato più forte di me impregnarlo col mio odore perché mi aveva confidato che ero il primo alpha che riusciva a sopportare, mi aveva chiesto di baciarlo ancora, ancora e ancora ancora. Le sue mani tra i miei capelli, le sue braccia avvinghiate alla mia schiena e la sensazione di pace interiore che avevo provato ad essere dentro di lui, tutto il suo corpo teso per me, disponibile per me. Quella era l'attrazione di cui avevo bisogno, la sensazione alla bocca dello stomaco che necessitavo per sentirmi completo.

Purple eyes shine for you | kooktaeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora