41. «Corriamo in ospedale.»

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Seokjin.





Quando mio padre aveva detto a Jungkook che gli avrebbe regalato una casa per il suo diciottesimo compleanno e quando gli aveva messo in mano per la prima volta le chiavi, di certo non mi sarei mai aspettato che nel giro di cinque anni appena, sarei stato seduto su un divanetto da esterno, con un gazebo sopra la mia testa ad osservare un giardino adornato con piante e alberelli, una altalena, uno scivolo e un paio di palloni sparsi qua e là. Jungkook aveva letteralmente dato in mano la propria casa a Taehyung, permettendogli di fare qualsiasi cosa avesse voluto, gli aveva addirittura permesso di ammobiliare una intera stanza come più gli piaceva e non si era lamentato quando il suo omega aveva dipinto quattro pareti su quattro.

Ed ora potevo solo osservarlo e notare quanto fosse cambiato, quando fosse improvvisamente diventato un uomo. Taehyung l'aveva cambiato in meglio, era riuscito a tirare fuori la parte migliore di Jungkook ed era dolcissimo il modo in cui si guardavano, si sorridevano, come mio fratello era servizievole e gentile nei confronti del suo omega, gli riempiva il bicchiere, gli aveva pulito le briciole sul lato della bocca dopo aver mangiato la torta e poi lo aveva baciato a stampo. Non era passato inosservato il modo in cui aveva posizionato i cuscini in una determinata maniera affinché Taehyung potesse stare più comodo seduto su quelle poltroncine, come gli aveva permesso di sollevare le gambe per posarle sulle proprie e poi massaggiargli i polpacci. Erano piccole attenzioni che però faceva trasparire quanto si amassero e rispettassero.

Era incredibile anche l'idea che Jungkook avesse accettato di festeggiare il compleanno di Jimin a casa sua, ovviamente sotto richiesta di Taehyung e non era riuscito a resistergli e così ci eravamo ritrovati tutti nel loro giardino a bere bibite gassate e alcolici leggeri, a sgranocchiare patatine, salatini, pizzette, gustarci la torta che la mamma di Taehyung aveva cucinato per quel beta dominante che l'aveva praticamente sostituita, prendendosi cura del figlio per un bel po' di tempo. Eravamo in ritardo di circa tre giorni rispetto al tredici di ottobre perché Taehyung aveva avuto dei forti dolori addominali quel giorno e temendo fossero contrazioni, avevamo rimandato la festa. I dieci giorni che l'infermiera aveva dato loro di tempo erano passati, i cuccioli potevano nascere in qualsiasi momento.

«Non ti avrà mica mostrato quel lungo elenco di nomi e cognomi e di vari intrecci tra famiglie del passato?»

«Certo che l'ha fatto, non vedeva l'ora.» Jungkook e Namjoon stavano parlando di nostro padre, di come lo stava addestrando e su quali particolari si soffermava di più, rendendosi conto che il mio alpha imparava molto più velocemente di mio fratello o per lo meno era più propenso a mettere in azione qualsiasi nuovo insegnamento.

«Possiamo non parlare di politica, almeno oggi?» Chiese Yoongi, massaggiandosi le tempie.

«Non fatemelo arrabbiare il giorno della mia festa.» Intervenì Jimin, toccando i capelli all'alpha. Non avevano più paura di mostrare di avere una relazione in pubblico o per lo meno, con tutti noi si erano molto sciolti, risultando molto più sereni e tranquilli.

«Non stavamo parlando di politica, stavamo solo scherzando.» Rispose loro Namjoon.

«Se te lo avesse chiesto Seokjin, avresti risposto -sì amore mio luce dei miei occhi stella che illumina la mia via tesoro inestimabile cuoricino pasticcino mio-.» Namjoon tirò un calcio a Yoongi, io arrossii vigorosamente, nascondendo il viso mentre tutti gli altri scoppiavano a ridere, divertiti da quegli strani appellativi con i quali il mio alpha non mi aveva mai realmente chiamato, non di fronte a loro però era vero che pendeva dalle mie labbra e mi diceva di sì a qualsiasi cosa gli chiedessi o proponessi.

«Smettetela.» Disse annoiato, raggiungendo la mia mano ed intrecciando le nostre dita insieme. «Sono dei coglioni, lasciali perdere.» Mi sussurrò poi ed io forse mi imbarazzai ancora di più perché stava cercando di proteggermi per il nulla, era divertente anche se avrei preferito non essere il soggetto di quegli scherzi.

Purple eyes shine for you | kooktaeWaar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu