15. «Glielo devi dire.»

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Taehyung.



Non ero riuscito a chiudere gli occhi per tutta la notte, avevo continuato a ragionare sulle parole di Jungkook, sul suo tono di voce disperato mentre mi chiedeva di fargli sapere come stavano i suoi cuccioli, il suo incessante bussare alla mia porta, la sua volontà di provarci. E poi avevo riflettuto sul mio rapporto con Namjoon, quando la nostra amicizia si era aperta per lui a nuovi orizzonti, dove avevo sbagliato nel dargli l'impressione di poter fare quel passo in più e soprattutto mi chiesi perché avevo ricambiato, che cosa fosse scattato nel mio cervello nell'istante in cui avevo mosso le mie labbra contro le sue. Me ne pentivo, non avrei dovuto farlo. Era tutto sbagliato.

Verso le sei della mattina mi alzai e tirai le tende per godermi l'alba, il sole nasceva proprio da quel lato e man mano che passavano i minuti, la mia stanza si colorava di giallo e arancione, il mio viso veniva scaldato dai timidi raggi ed io chiusi gli occhi, provando a spegnere anche il cervello.

Mai mi sarei aspettato di sentire dei piccoli colpi contro la mia porta, furono delicati, come se la persona all'esterno non volesse svegliarmi in caso dormissi o spaventarmi. Non sapevo chi potesse essere e così mi avvicinai, bloccandomi a metà strada quando il visitatore parlò.

«Taehyung? Sono Jungkook.» Silenzio, trattenni quasi il respiro. «Lo so che sono l'ultima persona che vorresti vedere o sentire in questo momento però volevo avvisarti che ho firmato io stesso il permesso per Jimin e Hoseok, sto uscendo per portarlo alla Guardia. Chiederò loro di andare immediatamente a chiamarli così tra un paio di ore circa potrebbero essere qui, okay?» Mi si aprì il cuore dalla gioia, finalmente. «Mi dispiace di averci impiegato così tanto tempo. Non ho intenzione di dimenticarmi di te, non posso farlo, Taehyung e mi impegnerò per dimostrarti che sono degno di te.» Sentii il profondo desiderio di spalancare quella dannata porta e abbracciarlo o baciarlo ma poi mi ricordai chi era stata l'ultima persona che avevo baciato ed indietreggiai di un paio di passi. «Passa una buona giornata con il tuo amico e tuo cugino. Fai saper loro che potranno venire a trovarti ogni volta che vorranno. Voglio solo che tu sia felice.» Quell'ultima frase quasi mi fece impazzire dal dolore e mi sedetti nuovamente sul letto, accarezzandomi la pancia.

Ci fu di nuovo silenzio, probabilmente Jungkook se ne era andato, magari si era addirittura trasformato in lupo per poter correre più velocemente nella foresta, per raggiungere il confine il prima possibile, per consegnare quel permesso il prima possibile. Si era svegliato all'alba per me, stava andando contro la volontà del padre per me, avrebbe accettato che un beta dominante mi stesse accanto più di quanto il suo lupo avrebbe voluto e stava facendo tutto quello per me, perché ci teneva, perché voleva prendersi cura di noi tre.

Per fortuna Jimin stava arrivando, finalmente avrei potuto ragionare con lui sul da farsi, farmi consigliare, farmi coccolare e non vedevo l'ora di poter annusare nuovamente il suo dolce profumo di miele che mi mancava da impazzire.

Presi un respiro profondo e mi resi conto che dovevo rendermi presentabile, volevo portarli a fare un giro per la reggia e una passeggiata nei giardini. Stava arrivando la primavera e c'erano i ciliegi in fiore, era uno spettacolo meraviglioso. Così recuperai della biancheria pulita, un cambio e mi fiondai in doccia, deciso a lavar via tutto quel malumore.

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Nel momento stesso in cui li vidi uscire dalla foresta, scortati da un membro della Guardia e li riconobbi, cominciai a correre per tutto il vialetto di accesso alla reggia, andandogli incontro.

Mi ero lavato e preparato velocemente, scendendo molto presto nella sala comune e chiedendo se fosse possibile avere la colazione a quegli orari. Fortunatamente mi era stato risposto di sì e avevo potuto bere la mia adorata spremuta di arance e sgranocchiare qualche fetta biscottata con la marmellata. Poi mi ero appostato vicino al portone di ingresso, aspettando l'arrivo di Jimin e Hoseok. Avevo sentito il cuore esplodermi nel petto quando li avevo visti.

Purple eyes shine for you | kooktaeWhere stories live. Discover now