35. «La Luna del branco.»

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Seokjin.






Namjoon crollò stremato su di me, entrambi ansimanti e sudati però soddisfatti da una delle sensazioni più forti che avessimo mai provato. Ero stato praticamente impossibile resistere, ogni giorno che avevamo passato insieme, avevo sentito questo profondo desiderio di chiederglielo, di provarci e di affrontare la delusione di un rifiuto solo in caso fosse andata male. Però poi non avevo dovuto fare proprio nulla. Namjoon era venuto a prendermi in tarda mattina e mi aveva portato alle cascate che portavano l'acqua al nostro fiume, eravamo passati sotto l'acqua ed io avevo scoperto che dietro quella immensa distesa d'acqua, c'era una caverna illuminata dai riflessi del sole che penetravano la roccia, era fresco e avevamo fatto un picnic. Era stato uno degli appuntamenti più dolci e sereni che un alpha avesse organizzato per me. Avevamo chiacchierato di molte cose, anche di futuro, di famiglia, se io fossi emozionato di diventare zio a breve, se avrei voluto aiutare Taehyung a prendersi cura dei piccoli quando Jungkook fosse stato al lavoro o dopo che fosse diventato Alpha Superiore. Gli avevo risposto che dal momento che stavamo insieme, i figli di mio fratello e di Taehyung sarebbero stati anche nipoti suoi sotto certi punti di vista e lui aveva riso, dicendomi che non poteva considerarsi imparentato con loro finchè non ci fossimo sposati. Lo avevo guardato in silenzio senza rispondergli, mi aveva chiesto se aveva detto qualcosa di male ed io ero salito su di lui a cavalcioni, cominciando a baciarlo e a spogliarmi.

Era stato bellissimo percepire le sue mani addosso, sentirlo dentro di me con la paura che chiunque poteva attraversare le cascate e vederci. Era esibizionismo quello ma non mi interessava, avrei voluto che tutti sapessero quanto mi trattava bene il mio alpha.

E mentre Namjoon mi teneva stretto a sé, colpendo con stoccate lente ma precise, spostandomi i capelli e scoprendomi il collo per premerci contro il naso, io lo avevo implorato di marchiarmi, mi ero messo a piangere, il mio lupo aveva illuminato gli occhi e quando la sua parte animale aveva visto le condizioni della mia, aveva emesso una quantità spropositata di feromoni. Mi era venuto il dubbio che molte persone in un perimetro di circa una decina di chilometri, avessero percepito il mix dei nostri fortissimi odori ed io avevo inclinato la testa, intrufolando le mie dita tra i suoi capelli, attirandolo a me, continuando a ripetergli che volevo di più, di prendermi e farmi suo, ero il suo omega e desideravo esserlo per il resto della mia vita.

Aveva affondato le zanne nella mia carne, aveva reciso la mia ghiandola di accoppiamento ed io avevo urlato perché aveva fatto male, perché avevo sentito una stilettata partirmi dal collo e scorrermi in tutto il corpo ma poi, lentamente e piacevolmente, il suo nodo aveva cominciato a gonfiarsi dentro di me ed eravamo entrambi troppo persi nel nostro piacere per fermarci, non avevamo tempo per pensare alle conseguenze.

Mi era esploso l'orgasmo quando il suo nodo era stato completo e premuto contro il mio punto sensibile ma una sensazione ancora più forte l'avevo provata quando lui avevo lasciato andare la presa sul mio collo, mi aveva baciato ed era venuto dentro di me. Era stata la prima volta per me, la prima volta in assoluto che un alpha era dentro di me senza l'uso di un preservativo, la prima volta che capivo cosa volesse dire provare la sensazione del nodo, la prima volta che mi sentivo riempito dal suo seme caldo mentre il suo marchio sul collo bruciava e velocemente cominciava a guarire perché il mio lupo lo aveva immediatamente accettato.

«Tuffiamoci in acqua, diamoci una sciacquata.» Mi sussurrò all'orecchio ed io non ebbi forze per fare altro se non annuire, avvolgendo le braccia intorno al suo collo.

Lui mi sollevò di peso, baciandomi la fronte e calandomi lentamente in acqua. Ebbi i brividi a causa della temperatura, tremai ma poi si immerse anche lui, avvolgendo le braccia intorno alla mia vita, stringendomi forte a sé ed io appoggiai il viso nell'incavo del suo collo, sollevando le gambe per chiudergliele dietro alla schiena. Lui muoveva le gambe per mantenerci a galla, era forte abbastanza da reggere sia il suo peso che il mio e lo stava facendo senza sforzo. Cominciò ad accarezzarmi la pelle, facendomi spostare leggermente il capo per lavare via il sangue dalla ferita che avevano provocato i suoi denti. Erano movimenti delicati i suoi, dolci. Si stava prendendo cura di me e quello rafforzò la mia idea di aver preso la giusta decisione, lasciarmi marchiare da Namjoon era stata la scelta più meravigliosa che potessi fare.

Purple eyes shine for you | kooktaeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora