Epilogo

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Sei anni dopo





Taehyung.




Ero seduto sul bordo del letto e guardavo dritto di fronte a me, verso quella finestra che dava sul giardino della nostra splendida casa, giardino nel quale mi ero seduto per ore ad osservare Jungkook giocare con i suoi figli, insegnar loro a lottare e a difendersi. Un'estate lui e i piccoli avevano riempito dei palloncini di acqua e si era schizzati per tutto il pomeriggio, rincorrendosi finchè non erano crollati tutti e tre sul prato stremati. Poi io ero rientrato per preparare la cena mentre Jungkook li aveva lavati, allagando il bagno ma non era stato un problema, non era importante fintanto che fossero felici e sereni.

Jungkook era il padre perfetto, attento e severo quando ce n'era bisogno, dolce e permissivo in molte altre occasioni. Stava insegnando loro come essere sempre educati verso il prossimo, li stava crescendo forti, sicuri di loro stessi ma anche generosi e comprensivi. La prima parola di Areum era stata -papà- e da quando aveva cominciato a parlare, poi non aveva più smesso, aspettandolo con trepidazione alla porta quando percepiva l'odore del suo papà avvicinarsi a casa. Non appena Jungkook apriva la porta, lei gli correva incontro e gli saltava addosso, chiedendogli di farle il "ghitti ghitti" e lui la abbracciava forte, premendo il naso contro il suo collo per impregnarla col suo odore. Jongdae invece era più calmo e pacato, sembrava essere più riflessivo e anche se aveva cominciato a camminare e a parlare un paio di mesi in ritardo rispetto alla sorella, poi era cresciuto in fretta in altezza, superandola di un paio di centimetri e ogni tanto mi capitava di osservarlo mentre giovava o mentre gesticolava nel parlare e vedevo troppe caratteristiche di Jungkook in lui, aveva gli stessi capelli neri, gli occhioni da cerbiatto che però si trasformavano quando si irritava per qualcosa. Era un bambino silenzioso però non gli piaceva farsi mettere i piedi in testa e mi faceva sempre provare molta tenerezza quando stringeva i pugnetti e ci diceva: "mamma, papà, così non mi piace." Allora Jungkook solitamente si chinava per arrivare alla sua altezza e gli chiedeva che cosa avrebbe preferito in alternativa, spiegandogli però che non sempre si poteva trovare un compromesso, spesso bisognava semplicemente adattarsi alla situazione.

Areum e Jongdae avevano appena sei anni da poco compiuti, avevano cominciato la prima elementare da circa due mesi ed io e Jungkook eravamo già stati convocati dalle maestre perché i nostri figli mettevano in atto comportamenti da alpha nei confronti dei compagni di classe. Non che fosse un problema, non erano mai stati violenti e non avevano mai cercato di sottomettere gli altri però ci era stato riferito che avevano due caratteri molto forti, che quando alzavano la mano per rispondere a qualche domanda, tutti i presenti li guardavano con ammirazione e curiosità. Anche a ricreazione attiravano l'attenzione e l'unico episodio di cui le maestre si erano lamentate, era accaduto una mattina quando un bambino si era avvicinato ad Areum, prendendola per mano e chiedendole di andare a giocare con lui. Jongdae aveva immediatamente reagito, ringhiando a quest'altro bambino e dicendogli di non toccare la sorella. L'altro aveva ubbidito, si era sottomesso ed io ero quasi scoppiato a ridere nel vedere l'espressione fiera e orgogliosa di Jungkook. Tornati a casa, aveva portato entrambi a prendere il gelato come premio e la sera, dopo averli messi a dormire e aver fatto l'amore, mi aveva guardato negli occhi e mi aveva detto: "I nostri figli sono due alpha." Ed io gli avevo risposto che non avrebbero potuto essere nient'altro e anche se sapevamo che non ne avremmo avuto la certezza finchè non fossero andati per la prima volta in rut, io me lo ero sempre sentito, era sempre stata una sicurezza dentro di me. I gemelli sarebbero stati due alpha.

Ero seduto sul bordo del letto e mi toccai la Fede che Jungkook mi aveva messo al dito quando ci eravamo sposati, due anni dopo la nascita dei piccoli. Avevamo aspettato che fossero abbastanza grandi per poterli lasciare qualche ora con i nonni o con i vari zii per poter portare avanti i preparativi e per mesi io avevo vissuto con l'ansia di non entrare nel vestito, di rimanere nuovamente incinta dal momento che io e Jungkook non usavamo nessun tipo di contracettivo però alla fine era andato tutto per il meglio e ci eravamo sposati a marzo perché era il mese in cui ci eravamo conosciuti e perché io avevo espresso il desiderio di un matrimonio in primavera, quando gli alberi di peschi sarebbero stati in fiore, la lavanda pronta per essere raccolta, gli agapanti e i crisantemi rigogliosi sia nel nostro giardino che in quello della nonna di Jungkook.

Purple eyes shine for you | kooktaeWhere stories live. Discover now