22. «Il vostro papà è qui.»

7.1K 468 299
                                    

TW: Non so neanche bene come avvisare di questa cosa. Menzione dell'andare a caccia di animali (dopo tutto sono lupi e sono carnivori).



Jungkook.

Ero agitato e nervoso, Taehyung stava per arrivare, la casa era in ordine, la cena quasi pronta, il dolce in frigo, la tavola preparata per quattro, i cuscini sul divano posizionati in modo che se avessimo avuto la possibilità di sederci, lui sarebbe stato comodo. Mi ero lavato e cambiato, indossando pantaloni bianchi ed una maglia maniche corte sui toni del crema e dell'oro. Vestivo raramente con colori chiari però volevo dimostrargli che il mio guardaroba non era tutto nero. Avevo anche acceso delle candele alla lavanda e all'aroma di miele, spargendole per casa e avevo scelto proprio quei due profumi perché sapevo che gli piacevano, erano il mio e quello di Jimin. Volevo che si sentisse a casa perché in fondo in fondo speravo con tutto me stesso che prima o poi quella sarebbe effettivamente diventata casa sua.

Qualcuno bussò ed io riconobbi la tecnica di Yoongi, così presi un respiro di sollievo, ringraziando che fosse arrivato prima degli altri due ospiti così avrei potuto chiedere anche a lui se pensava che fosse tutto perfetto per Taehyung ma quando aprii la porta di casa incontrai gli sguardi di tutti e tre e quasi pietrificai sul posto. Il campanile rintoccò, erano le 19:30 spaccate.

«Ehi, Kook!» Mi salutò Yoongi, picchiettandomi la spalla e poi facendo spazio per entrare, sapeva di poterlo fare senza chiedermi il permesso, di avere quella libertà.

«Buonasera.» Taehyung mi sorrise ed io quasi mi sciolsi.

«Ciao, sei qui.» Non ci stavo credendo neanche io.

«Certo, te lo avevo promesso.» Mi osservò da capo a piedi e poi incontrò nuovamente i miei occhi. «Niente nero, oggi?»

«Nah, solo i capelli e i tatuaggi. Quelli non possono cambiare colore.» Lui rise, portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. «Ciao, Jimin.» Indossai un sorriso ma come preannunciato, ebbi in risposta solo un'espressione di ghiaccio.

«Jeon.» Mi rispose con un cenno del capo ed io feci finta che quella sua freddezza non mi avesse infastidito.

«Prego, accomodatemi.» Mi feci da parte, mostrando loro la strada anche se Taehyung era già entrato in casa mia. In quel momento realizzai che Jimin ci sarebbe entrato prima di mio fratello e mia madre, prima di Namjoon. Un beta dominante in casa mia, incredibile ma vero.

Quando Taehyung mi passò accanto, mi accorsi immediatamente che il mio odore su di lui non era più così forte e che, mischiato alla lavanda, c'era anche del miele. Jimin l'aveva impregnato col proprio odore o almeno ci aveva provato dal momento che l'odore di un beta non può sopraffare quello di un alpha eppure c'era, io lo sentivo però ingoiai quel fastidio perché potevo provare a comprendere le sue motivazioni. Taehyung me lo aveva detto che era protettivo nei suoi confronti ma che non dovevo esserne geloso perché non c'era nessun tipo di intimità tra di loro, erano solo amici.

E così presi un respiro profondo, chiudendo la porta di casa e seguendoli in sala da pranzo.

L'inizio della cena fu quasi imbarazzante, Yoongi mi chiese se avevo bisogno in cucina per impiattare ma non volevo lasciare Taehyung e Jimin da soli perciò avevo rifiutato il suo aiuto, potevo cavarmela da solo. E così avevo preparato i piatti per tutti e quattro, portandoli poi due alla volta in sala da pranzo e servendo tutti loro. Mi ero seduto al mio posto e avevamo cominciato a mangiare in silenzio.

«Un alpha che sa cucinare?» Fu Jimin il primo a parlare ed io gliene fui quasi grato perché quel silenzio era assordante.

«Sì, mi piace, mi rilassa passare il tempo dietro ai fornelli.» Gli spiegai.

Purple eyes shine for you | kooktaeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora