Drunk..?

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<Ti prego non farlo> quasi lo pregai.

Giorgio eccitato e seminudo di fianco me.
Questa serata andrà bene?

Non potevo sopportare tutto ciò.

<perché, non ti piace?> sorrise divertito.

<no. Mi piace troppo> le mie parole sussurrate tra me e me in modo che lui non le possa ascoltare.

Si, perché l'unico vero problema è questo.
L'unico vero problema sono i miei pensieri.

<ho mal di testa> disse, quando la sua camicia fu completamente via.

Non lo ascoltai, non lo guardai, siamo arrivati a casa.

Parcheggiai la macchina al solito posto, per poi scendere, ed andare ad aprire lo sportello di Giorgio.

<dai su scendi> dissi, aiutandolo a scendere per poi prendere la sua camicia.

<mi prendi in braccio? Mi fanno male le gambe>
Si lamentò, la voce come fosse un bambino.

Così feci come mi chiese, le gambe intorno la mia vita, e le braccia intorno il mio collo, lo tenni con un braccio, con l'altro ricercai tra le mie tasche le chiavi di casa.

Non ha voluto Ettore ed Anna ci seguissero fuori, perché non voleva loro vedessero una parte tanto intima, fuori dal solito, di lui.

Giorgio è educato, delicato, gentile, sincero, composto, molto acculturato.
Diciamo è proprio come sembra d'aspetto.

Vederlo così.. così disordinato, fuori dalla sua norma, ne faceva di lui un'altra totale opinione.

Un'altra persona.

E il fatto che lasciasse vedere solo a me questo suo altro lato, mi piaceva.

Lasciava che solo io potessi vedere i suoi difetti, quelle imperfezioni, qui momenti fuori dal personaggio creato dai suoi genitori.

Lo portai nella mia camera.

<dormi con me, va bene?> gli chiesi, mentre salivo piano le scale.

<con piacere> lo disse, così divertito, che le mie guance si colorarono subito di rosso.

Sentivo contro il suo ventre, la sue erezione e questo non faceva altro se non agitarmi di più.

<mentre ballavamo, le, le ho vist-e> balbettava, la voce tremante, come il suo corpo.

<cosa? Cosa hai visto?> chiesi cercando di non chiedere cose troppo difficili.
Sembrava come ubriaco.

Mal di testa, corpo barcollante, zero lucidità mentale.

Questi però, immischiati a robe come viagra.

Erezione, strana voglia di sesso.

Robe del genere si trovano fin troppo facilmente in discoteca.

<la cartina argentata, dentro conteneva delle..
Pillole? Non lo so. Erano dentro la sua tasca, appena le ho viste ho solo sentito lui
che diceva "ci divertiremo più tardi" poi ho avuto la necessità di chiederti di andarcene> rise, la voce
leggera.

<mi spaventava la sua frase> rise ancora <stupido no? Sono solo delle parole>.

Con la mano libera, aprì la porta della mia camera. Entrai e lo poggiai sul letto.

Quel che disse non mi piacque molto.
Ma non non volevo parlarne adesso, gliene avrei parlato una volta "sobrio".

<aspettami qua ti prendo dei vestiti di Marco> dissi, e mi girai per andare quando sentì afferrarmi la maglia.

<n-non voglio> disse solo. Non vuole? Non vuole cosa?.

<cosa? un pigiama di Marco?> chiesi confuso.

<no, non voglio stare da solo> continuò lui, la voce bassa, implorante.

<gio' è solo qualche secondo, giuro che torno subito, piccolo> continuai, cercando di convincerlo, ma lui scosse la testa comunque <su dai è solo u-> mi interruppe.

<per favore> mi guardò, continuando ad implorarmi di restare, come se stessi per andarmene per tutta la vita.

Sospirai.

<perdonami per questo>  dissi quando portai le mie mani al bottone dei suoi pantaloni.

Non pensate male, non volevo toccare nulla, solo togliergli i jeans, non so quanto sia comodo dormire con questi.

Cedetti alle sue implorazioni, decidendo quindi di togliergli almeno i vestiti.

Ma quando sfiorati per sbaglio, altro, lo sentì genere.

Lì le mie guance presero calore.

È così strano, così sbagliato questo.
Perché doveva essere proprio lui quello ad essere preso di mira?

<tocca di più ti prego> mi pregò, e io mi ritrovai in uno stato di assoluta confusione.

La mia testa era fissa sul no, il mio corpo praticamente non vedeva l'ora di buttarsi su lui.

Ero fermo e confuso.

Perché avrei voluto farlo sul serio? Perché ero tentato di toccarlo più seriamente?

<..no.. no no no> mi allontanai. <merda> imprecai.

Lui mi guardò e basta

<togliti i pantaloni e prendi questa> dissi togliendo la felpa che tenevo a dosso, l'unica pulita, che avevo messo per uscire.

Gliela passai.

<mettila dai> continuai.

La afferrò, e dopo secondi se la infilò

<è calda, e profuma di te> commentò, mettendomi sempre più in imbarazzo.

Lui iniziò a togliersi i jeans.

Non nascosi il fatto che lo guardai. Lo osservai.

<ti piaccio?> chiese lui, buttando i jeans tolsi,
Giù dal letto.

<si, stai bene> dissi. Riguardante al suo outfit.

<non parlavo del mio outfit> rise, una risata che solo da ubriachi si potrebbe avere.

<scusa?..> chiesi confuso.

<mi ami? Io ti amo così tanto> disse.

<cosa?> fui confuso, e perplesso.

<ti amo, Alex> rise.

Deglutì.
Tutto diretto, tutto inaspettato.

Bene, probabilmente ci saranno più errori che parole giuste, è mezzanotte domani ho scuola, e sono non stanca, DI PIÙ.

Sul serio, mai stata così tanto stanca

Infatti non ho neanche granché voglia di continuare questo pezzo, quindi bye bye <3

Heat Where stories live. Discover now