Luna park -I-

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Non mi rilasso un attimo in macchina.

Paura, terrore di fare qualcosa che non dovesse piacergli o infastidirlo.

Sono persona che il romanticismo lo dimostra con il contatto fisico.

Perché ho seguito Anna su questa idea?

Potevo passare la serata a baciarlo sul divano di casa mia.

Lui in ogni caso, era più tranquillo.

Meglio così.

<come va con il Dani?> chiede Giorgio.

<mia madre lo sta guardando, ama tanto i bambini. Non credo sia un problema lasciarglielo, anche se, domani pomeriggio viene a prenderlo mia zia> dico.

<mh capito. Marco le sta dando una mano?> chiede ancora.

<Marco sono sicuro non alzerebbe un solo dito, però in compenso, io le faccio qualsiasi cosa pur di non avvicinarmi a quel coso> dico.

<è solo un bambino Alex> sbuffa.

<solo? Solo un bambino? Rendiamoci conto che mi ha tenuto sveglio tre notti quel bambino, perché voleva un cazzo di ciuccio in bocca> sbuffo.

Lui ridacchia.

Più parliamo, più sento la mia ansia scendere.

Siamo sempre le stesse persone, solo in un momento diverso dal solito.

Va bene, è sempre okay.

I miei muscoli piano a piano si rilassano, mentre continuiamo il discorso.

<glielo hai dato poi?> chiedo.

<si ma lo buttava a terra, ad un certo punto ho iniziato a pensare di fermarlo con lo scotch. Cioè io non mi posso alzarmi alle tre del mattino, per raccogliere quell'oggetto, lavarlo disinfettarlo, metterlo di nuovo in bocca a quel mostro, per poi cercare di farlo riaddormentare. No no no, io non posso>

Lui ride.

<l'hai fatto addormentare almeno una volta?> chiede.

<neanche una> rispondo.

<magari sbagli qualcosa allora, su dai, vedi che riuscirai ad andarci d'accordo> sorride.

Parliamo e parliamo ancora.

<sembri esser più rilassato> dice poi, poggiando la sua delicata mano sopra il mio braccio teso allo sterzo.

<eh?> chiedo confuso.

<prima sembravi piuttosto ansioso, è successo qualcosa?> chiede piano, il tono che non uscirà più dalla mia testa. Le note dolci e preoccupate.

Il suo pollice si muove sulla mia pelle.

Mi accarezza.

<no.. non proprio> abbozzo un sorriso, imbarazzato <non era nulla di importante>.

<sicuro?> chiede.

<sto davvero bene adesso> una mano si stacca dal volante, si appoggia piano sulla sua.

La prendo lascio che le nostre dita si intreccino e porto la sua sulle mie labbra.

Bacio la sua pelle chiara.

Lui mi guarda, arrossisce.

Ed io faccio fatica a concentrarmi nel guidare.

<sei preoccupato per me?> chiedo, con un sorrisetto sulla sua mano.

Con le guance rosse, gira solo il viso. <si> sussurra.

Sussurra che neanche lo sento probabilmente.

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