Sex II

516 20 22
                                    

Lo so. Lo so che gli piace.

Non avevo dubbi, non mi sono risparmiato di farlo.

E vedere la sua reazioni mi ha spinto ancora di più a portare anche l'altra mano.

Ritorno sulle sue labbra. Lascio un bacio, mentre scendo lungo la sua mascella.

Sento dei leggeri respiro diversi dagli altri.

<vediamo di togliere le cose che al momento sono d'impiccio>.

Le mie mani, come le mie labbra lasciano il suo corpo.

Afferro i lembi della sua maglia, e lascio che lui mi aiuti a togliergliela.

E poi passo ai pantaloni abbassati in precedenza ma non levati del tutto.

Glielo tolgo completamente.

Così ci ritroviamo alla pari.

Prendo un bel respiro.

Capitemi, reggere certe cose è davvero pesante per me.

Perché la smetterei qua, afferrerei le sue -fantastiche, super sensuali, terribilmente morbide- cosce e semplicemente darei sollievo al mio cazzo affondando dentro di lui.

O beh. Non mi dispiacerebbe per nulla avere il suo culo in faccia, mentre lecca il mio cazzo.

Ma non posso, non è il momento, non è la piega che la cosa dovrebbe prendere -forse-.

Le mie labbra volano sul suo collo. E dopo la scia di tre baci, i miei denti affondano nella sua pelle pallida.

Non così forte.

Il collo è una zona erogena per Giorgio.

Lo sento miagolare qualcosa.

Così la mia lingua rilassa il punto in cui ho morso.

Le sue braccia si allacciano intorno il mio collo.

Mordo, dall'altro lato.

Mordo e osservo le sue dolci labbra aprirsi in un gemito di piacere, osservo come i suoi occhi si chiudono, come sono i suoi lineamenti ora rilassati.

non l'ho mai visto sul serio provare piacere, e questo non è neanche il minimo di quanto gliene possa far provare. Eppure il suo viso è qualcosa di stupendo.

È perfetto.

È perfetto in qualsiasi circostanza.

<fa piano> dice.

Ma riporto solo le mie labbra sul morsetto appena dato, succhio i cremosi lembi di pelle, lasciandone un segno violaceo.

Mi sento di avergli fatto passare l'ansia finalmente.

Sospiro.

<posso?> afferro l'elastico delle sue mutande.

Annuisce, un po' in imbarazzo. Forse anche perché è davvero in soggezione.

<mi dispiace averti fatto aspettare così tanto> inizio, afferrando le sue ginocchia, e allontanandole una dall'altra.
<suppongo tu non veda l'ora di essere toccato, quindi?> chiedo, è così ovvio. La sue gambe, tra le mie mani le sento tremare

E mi piace.

<non dice nulla, ma trovo così carine le sue guance rosse, ed il modo con il quale evita di guardare qualsiasi cosa.

<perché non mi guardi mentre faccio questo?..> dico abbassando piano le sue mutande.

Le lascio scivolare sui morbidi fianchi, e dopo di che, con una mano, lascio che percorrano le sue pallide gambe.

Heat Where stories live. Discover now