Heat I

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Quando riapro gli occhi, la testa la sento scoppiare.

E apro gli occhi più volte.

Non riesco a capire dove sono. È tutto buio, ma questa non è casa mia e non è nemmeno la macchina.

L'odore è familiare però.

Sento un sospiro, e il piccolo spiraglio di luce della porta, sparire.

Qualcuno è entrato in camera.

<cosa..?> dico flebile e basso.

<oh ti sei svegliato?> la voce dolce e bassa.

La piccola lampadina sul comodino si accende.

E quel che mi si mostra davanti è quel che volevo vedere.

La ventata del suo buon profumo mi arriva subito.

Madonna se non volevo questo da tutta la notte.

<non ero in macchina?> chiedo, ricordo solo di essermi addormentato lì.

Giorgio si abbassa mettendosi in ginocchio di fianco a me, lui però sul pavimento. Così da poter vedere il mio sguardo.

<ti sei addormentato, il ragazzo ha sbloccato il tuo telefono con il face id ed ha chiamato me, perché tu gli avevi parlato di me, e avevi un solo Giorgio in rubrica, di conseguenza non sapendo il tuo indirizzo di casa, gli ho chiesto di portarti qui.> dice <dovrei prenderti a schiaffi>.

<non mi allettano molto le ultime parole, ma credo mi lascerei prendere a schiaffi da te> aggiungo quel po' di malizia che non fa che farlo incazzare sempre più.

<se lo sa Anna, poi lo fa anche lei> mi informa.

<ma tu non glielo dirai. Per cos'è che sei incazzato?> la mia mano si appoggia sulla pelle della sua guancia. Liscia, bianca, morbida.

Madonna quanto amo la sua pelle.

<mi ha raccontato tutta la serata> continua. <e non so neanche se adesso stai capendo molto di quel che ti sto dicendo>

<no no, ho capito, circa. Ho solo un po' di mal di testa, capisci. Però non bevevo da tanto così, suppongo tu me lo possa concedere no?> azzardo a dire.

Sospira.

<quasi quasi chiamo Anna>

<no. Anna no.> mi metto a sedere sul letto.

Lui ancora seduto in ginocchio sul tappeto nero che contorna il letto.

Anche se, mi metto a sedere troppo velocemente. La testa gira da far male, e mi sento in procinto di svenire.

<merda> impreco, poggiando la mano sulla testa, per accertarmi stia ferma.

<mal di testa? Tutto okay? Vuoi che ti prendo qualcosa> Giorgio si alza molto velocemente, le sue mani si poggiano sul mio viso.

<vuoi qualcosa?> mi chiede di nuovo, vista la mia lentezza nel rispondere.

<si, per favore> dico.

<aspettami qualche secondo, non muoverti nemmeno> dice, allontanandosi da me e correndo in cucina.

Ritorna dopo qualche minuto, con una scatolina bianca, una bottiglia d'acqua e un bicchiere.

Toglie fuori dalla scatolina una bustina. Apre la bustina bianca e azzurra, e ne versa il contenuto nel bicchiere, per poi aggiungerci dell'acqua.

Me lo porge.

<bevi, per favore> dice.

Bevo tutto. Nonostante il pessimo sapore.

Gli ripasso il bicchiere in vetro, mettendo una smorfia.

Heat Where stories live. Discover now