1. L'aereo

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"Dio, mi viene voglia di andare lá e spaccargli la faccia".
Nobara stringeva fra le dita la ringhiera della terrazza, quasi volesse riversare su di lei la sua rabbia.
Y/N le appoggiò una mano sulla spalla. "Grazie, lo sai che lo apprezzo. Ma non servirebbe a nulla".
"Beh, ti risolleverei l'umore".
Y/N ricacciò giù il nodo alla gola che le stava salendo. L'unico modo per farle tornare il sorriso, forse, dipendeva più da lui che dalla sua migliore amica.
Già, quel bastardo. Strizzò fra le dita il filtro della sigaretta. ''Maledetto il giorno che si è presentato a casa nostra" mugugnò, sentendo le lacrime salirle agli occhi. Se solo ci ripensava...



"Ecco! È quasi pronto".
Yuji si girò verso Y/N, che stava sistemando l'albero di Natale.
"Sì. Mancano gli addobbi, però".
Y/N fece spallucce. "Lo so, li devo ancora comprare". Alzò lo sguardo verso l'albero: due metri e venti di gloriosa altezza. Sorrise.

"E tu che ne dici, Yuko?"
La ragazza si sporse dalla camera da letto. "Wow, Y/N! E' il più bell'albero che abbiamo mai avuto!" Li raggiunse in cucina, stampando un veloce bacio sulla guancia di Yuji. "Che ne dici, amore?"
Yuji si grattò la testa. "Non ho una grande esperienza, ma mi sembra ok. Sai che non faccio testo". Era solo un anno che divideva l'appartamento con la sua migliore amica, e non aveva mai addobbato casa per Natale - quella festività non esisteva, nella loro religione. Y/N, invece, si era adattata al clima festivo che aveva invaso l'intera Tokyo, e quell'albero sembrava riscaldare tutto l'ambiente.
Inoltre, l'Università di Yuko aveva sospeso le lezioni per permettere agli studenti di studiare per la sessione di gennaio, e lei era venuta a stare un paio di settimane con loro. Sì, Yuji si sentiva davvero in famiglia.

"Beh, e manca anche tuo fratello".

Ecco, parlando di famiglia.
Yuji sospirò. Si era quasi dimenticato che quel disgraziato di suo fratello maggiore aveva deciso di trasferirsi dall'America dopo la morte del nonno, per non lasciare Yuji da solo. Inutile dire che avrebbero dovuto ospitarlo finché non avesse trovato una casa.
Oddio, non che non avesse voglia di passare del tempo con Ryomen, anzi: non vedeva l'ora di vederlo, dopo tutto quel tempo. Il problema era, beh...

Yuji era ormai abituato ad essere la mascotte del gruppo, coccolato da tutti e sempre al centro dell'attenzione. Conosceva bene il carattere di Ryo, la sua capacità di riempire una stanza stando semplicemente seduto a fissarti. Sapeva benissimo che gli avrebbe rubato la scena.
E poi, soprattutto, sperava che Ryo avrebbe accettato i suoi amici. Da bravo fratello minore cercava sempre l'approvazione dell'altro. Già era diventato la pecora nera quando aveva lasciato l'Università...
Tornò a guardare le ragazze, che lo stavano fissando con sguardo interrogativo.

"Beh? Sei vivo?"
"Sì, sì, scusate!" ridacchiò. Ma sì, perché fasciarsi la testa prima di cadere? Lanciò una rapida occhiata all'orologio. "E' atterrato due ore fa. Dovrebbe arrivare a momenti".
Yuko si agitò. "Spero proprio di piacergli. Tu non lo conosci, Y/N? Dopotutto, tu e Yuji eravate amici anche da bambini".
La ragazza sorrise. "No, in effetti. Mi ricordo di aver visto qualche sua foto a casa loro quando eravamo ancora piccoli, ma di persona non l'ho mai incontrato. Sono un po' agitata anch'io!" tentò di sdrammatizzare. Anche lei, in cuor suo, voleva far bella figura con la famiglia del suo migliore amico.

"Ma vi somigliate, tu e tuo fratello?" chiese Yuko con genuina curiosità.
"Se è come te è proprio un cesso" ghignò Y/N, prendendolo in giro. Yuji si finse offeso solo per farsi ricoprire di complimenti dalla fidanzata.
"Almeno io sono fidanzato" la canzonò. Y/N alzò il medio in risposta.
"Non hai risposto, comunque!" si lamentò Yuko. "Vi somigliate o no?"
"Beh, vediamo..." Yuji portò una mano al mento. "Ha qualche anno più di me, ed è un po' più alto..."
'Praticamente potrebbe essere chiunque' pensò Y/N, lanciando un'occhiata eloquente all'altra ragazza.
"...E per il resto, beh..." il ragazzo fece spallucce "Secondo me siamo molto diversi, ma mamma diceva sempre che eravamo identici. Non so che dire".
"Allora confermo quello che ho detto prima. Sembrerà una scimmia".
"YN! Smettila di tormentarlo!" si lagnó Yuko. "E tu fermati...!"
La discussione finì nell'ilarità generale, in una lotta di cuscini presi dal divano, che spazzò via tutte le domande e le congetture sul nuovo ospite.

Just wanna smash his faceWhere stories live. Discover now