34. Caos calmo

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NdA
Aiuto.
Oggi ho lavorato un sacco ma all'alba delle 21:55 eccomi qui signor giudice
Buona lettura

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La smorfia di insofferenza che contraeva il volto di Nanami in una smorfia perenne si attenuò non appena mise piede nel Ryokan.

Ammetterlo gli sarebbe sicuramente costato troppa fatica, ma quelle atmosfere tradizionali gli trasmettevano un senso di pace e serenità che riuscivano a rilassare pure quella sua fronte sempre corrugata. Distese i muscoli e inspirò profondamente, il profumo dei ciclamini che gli inondava le narici.

Percorse il corridoio senza fretta, lasciando che i suoi geta scivolassero sul legno del tatami. Il rumore non gli dispiaceva; per una volta lo preferiva al completo silenzio a cui era abituato.
Sfilò gli occhiali dalla radice del naso, infilandoli nella manica. Ah, che meraviglia. Non doveva nemmeno sforzare i suoi muscoli oculari per mettere a fuoco nulla.
Lasciò che la mano lo guidasse lungo la parete, e si fermò quando arrivò allo stipite della porta della stanza. Premette sul pannello e lasciò che scorresse nelle guide, aprendolo pian piano.

"Ce ne hai messo di tempo, cazzo" bofonchiò Sukuna, seduto a gambe larghe sul letto.
La frase bastò a vanificare tutta l'influenza del Ryokan su Nanami, che tornò immediatamente alla sua solita epressione seccata.
Ignorò la provocazione e si sedette alla sedia della scrivania, incrociando le gambe e inforcando di nuovo gli occhiali.
"Vi ho inviato su telegram la mappa degli spostamenti che mi hanno condiviso Uraume e Geto. Come ci aspettavamo, gli appostamenti sotto casa di suo fratello sono drasticamente diminuiti, soprattutto dopo che non hanno visto nessuno entrare per qualche giorno". Lasciò che Suguru confermasse, e continuò. "D'altra parte, Eso e Kechizu hanno registrato parecchie visite all'indirizzo che avevamo fornito".
Sukuna agitò una mano. "Si sono fatti vedere... Come dire...?"
"Sí, abbiamo creato un po' di traffico. Sembrano esserci cascati".
"Qualche notizia di Mahito?"
"No" rispose Geto, scuotendo la testa. "Sembra che si stia tenendo per il gran finale".
"E quando sarà?"
Nanami aprì un file audio. "Da quello che siamo riusciti ad intercettare, sembra che vogliano farvi visita domani notte".
"A Capodanno?"
"A Capodanno".
Sukuna lasciò che la sua faccia sprofondasse fra le mani, in silenzio. Rimase immobile qualche secondo.
"Perfetto. Domani discutiamo i dettagli".
Alzò due dita a indicare la porta, un tacito segno di congedo. Nanami si alzò, stizzito di aver speso così tanto tempo ad arrivare fin lì per quella cazzata di mezz'ora.
Beh, magari poteva approfittarne e fare un bagno in uno degli onsen del Ryokan.



Non appena fu sicuro di essere rimasto solo col suo assistente, Sukuna si lasciò andare a un profondo sospiro, e si gettò di schiena sul letto.
"Abbiamo un altro problema".

Uraume scattò sull'attenti, punto sul vivo. Il suo sguardo solitamente atarassico si animó di curiosità.
"Che problema, mi scusi?"
Perché non ne sapeva niente? Cos'era questa novità?
"Yoshinobu. Della Kyoto Kaisen".
"Che..."
Per una volta, Uraume rimase senza parole.
No, era impossibile. Come poteva il suo capo essere a conoscenza di qualcosa, e averlo tenuto all'oscuro? Non...
Le sue pupille si dilatarono. "Ha visto Mei Mei" mormorò a mezza voce.
"Huh?" Sukuna alzò la testa, incontrando il suo sguardo incredulo. "Sí, perché...?"
Le dita dell'assistente strinsero con forza la matita.
"Ha visto Mei Mei mentre era qui con..."
"Il lavoro non dorme mai, mh?"
Uraume lo guardò distendersi di nuovo sul letto con un sospiro. La sua gamba dondolava, nervosa.
"Beh, é chiaro perché la ragazza si senta così".
La gamba si fermò per qualche secondo. "Che intendi dire?"
Uraume aprì una pagina della sua agendina. Scrisse qualcosa, e continuò. "Y/N l'ha vista con Mei Mei. In questa stanza...? Ah, in giardino? Di mattina presto? Capisco". Scribacchiò di nuovo. "È logico che sia gelosa. Per questo motivo-"
"Non c'è bisogno di spiegarmi tutto, cazzo. E comunque non c'è motivo per cui debba essere gelosa".
L'assistente si zittí.
Lo schiaffo sulla guancia gli bruciava ancora, ma non vi fece caso. Aveva sbagliato, aveva pagato.
Però...
Da quanto tempo Sukuna non gli metteva le mani addosso?
L'aveva mai fatto?
"Deve essere un brutto periodo per lei" riflette ad alta voce. "O non mi avrebbe schiaffeggiato".
Sukuna si portò una mano al viso.
Fra tutte le persone con cui poteva essere violento, cosa gli era saltato in mente di mettere le mani addosso a lui? Non si sarebbe sentito molto peggio se avesse picchiato Y/N.
Era un mostro.
Si sforzò di mettersi seduto, ma qualcosa gli impediva di guardare negli occhi Uraume. Rimase sdraiato, sfregandosi gli occhi.
No, Uraume non voleva delle scuse. Non voleva nemmeno farlo sentire in colpa.
Stava cercando di capire il perché del suo comportamento, e cosa lo turbasse.
'Non mi merito uno come te, Ume' rifletté. 'Forse dovrei dirglielo'.
Ma la stanza rimase avvolta nel silenzio.



Just wanna smash his faceWhere stories live. Discover now