15. Gran bella cazzata

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NdA
PICCOLA PREMESSA
Non é giusto. Non é per niente giusto.
Volevo aspettare sabato a pubblicare, ma ero abbastanza avanti e sabato ho gente a casa, quindi ho dovuto anticipare.
E poi... questo capitolo é ufficialmente l'inizio del disastro. Buona lettura.

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Erano circa le tre di notte, e Sukuna non dormiva.
Y/N gli aveva sfilato l'orologio e l'aveva infilato in una busta di plastica dall'altra parte della stanza, e lui non sapeva come fare a scaricare la tensione senza giocherellare col cinturino. Si passò una mano fra i capelli, sbuffando.
Era fuori pericolo ormai, e poteva finalmente pensare alla cazzata che aveva appena fatto, e a quanto avesse mandato tutto a puttane.
Era stato troppo avventato. Le aveva rivelato più di quello che avrebbe dovuto, ma in fondo... che altro poteva fare? Si era presentato davanti a lei in fin di vita, e di sicuro non per il calo della borsa di Tokyo. Che palle.
Non erano in tanti a sapere dei suoi rapporti con la malavita. O meglio: Satoru e gli altri lo conoscevano da quando era un ragazzo e sapevano cosa avesse combinato prima di andarsene in America, ma non c'erano prove che avesse mantenuto i contatti.
E, in effetti, non era stata nemmeno sua intenzione.
Cercò di riportare alla mente la conversazione di qualche ora prima. Come gli era sembrata la ragazza? Non tanto arrabbiata, quanto...
Preoccupata?
Non perché temesse di finirne coinvolta, questo era certo. No, quello che gli aveva detto la ragazza era abbastanza inequivocabile. Era bravo a capire le persone, ma con lei non ce n'era bisogno: era chiaramente un libro aperto.
Y/N era in ansia per lui. E non perché fosse il fratello di Yuji.
Sospirò. Non era di certo nuovo a situazioni del genere. Eppure... Nessuno si era mai preso cura di lui in quel modo. Nessuno che non volesse qualcosa in cambio.
L'aveva spaventata, ma questo non sembrava averla allontanata. 'Peccato', rifletté. 'Questo rende tutto più difficile'.
Cercò di riportare alla mente i giorni precedenti. L'aveva stuzzicata in ogni modo possibile e immaginabile, eppure era sempre riuscita a mantenere quell'aura di superiorità e dignità che gli rendeva ancora più appetibile l'idea di contaminarla.
'I casi sono due' pensò. 'O voglio solo rovinarla, e una volta che me la scopo mi cade completamente la voglia...' si passò una mano sulla faccia, impedendosi categoricamente di finire la frase. No, doveva essere per forza così. Non voleva sentire le altre possibilità.
Sapeva benissimo che sarebbe stato meglio per tutti se le avesse lasciato il tempo di calmarsi e di metabolizzare la situazione, non era idiota. Tutto quello che avrebbe dovuto fare era aiutarla a distaccarsi da lui. Magari dopo essersela scopata, ma quello era secondario.
Tuttavia erano le tre di notte, non aveva sonno e stava iniziando ad annoiarsi. Un mix letale.
Ne approfittò per dare un'occhiata al bigliettino che gli aveva lasciato sul cuscino. C'era scribacchiato quello che doveva essere il suo numero di cellulare.
Lo salvò in rubrica, e tempo pochi secondi e una notifica da Instagram gli chiese se voleva iniziare a seguire il suo nuovo contatto "drgojo".
Sogghignò. Aprì il suo profilo, ma notò con disappunto che era privato. Inviò la richiesta, ed attese pazientemente una decina di secondi.
"Ma che cazzo ha da fare" sbuffò, premendo il tasto della chiamata.

Y/N si svegliò di soprassalto, saltando sulla poltrona della tisaneria. Chi diavolo la chiamava a quell'ora dell notte?
'Numero sconosciuto' rifletté, fissando le cifre. Mah, meglio non rispondere.
Pochi secondi, e di nuovo quel numero tornò a chiamarla. Aggrottò la fronte.
La terza volta che premette il tasto rosso, però, sentì una voce imprecare dalla stanza dove aveva sistemato Sukuna. Si alzò, rossa in viso.

Aprì la porta scorrevole della stanza delle emergenze con uno scatto.
"Sukuna, tutto be-"
"...Meno male che dovevo chiamarti per qualsiasi cosa" la interruppe lui, seccato. Incrociò le braccia e la fissò con sguardo severo. "Nemmeno mi rispondi".
Y/N si bloccò sulla porta, fissandolo con sguardo interrogativo. Quindi l'aveva chiamata per...?
Avanzò verso la barella. L'uomo seguiva ogni suo movimento.
Aspettò che si sedette di fianco a lui prima di decidersi a parlare.
"Mi annoio, piccola" sbuffò, facendo scrocchiare il collo. "Non posso muovermi e sta cominciando a farmi male la schiena. Sta barella è una merda, e non riesco ad addormentarmi".
Y/N sorrise. Era incredibile, ma in quel momento non sembrava più tanto superiore a lei come di solito - forse era per quello che si sentiva tanto a disagio?
"Se ti lamenti così vuol dire che stai bene" gli rispose allegramente, alzandogli lo schienale. "Va meglio così? Vuoi un cuscino in più?"
Sukuna allungò la mano dietro la testa, afferrandole il polso e tirandolo verso di sé.
"Le tre e venti" lesse dal suo orologio. Si voltò verso di lei, imbronciato. "Cosa cazzo faccio fino alle otto?"
Y/N arrossì. Fece per divincolarsi dalla presa e cercò di darsi un tono. "Non ho pazienti ora, posso farti un po' di compagnia". Scrollò le spalle. "Vuoi un caffè? Una bottiglia d'acqua?"
Sukuna si passò la lingua sui canini. Era il momento di fare sul serio.
"Ho fame. Perché non chiami Yuko e mi fai cucinare qualcosa di buono? È tanto brava".
Un'ombra passò improvvisamente sullo sguardo allegro della ragazza, e Sukuna si prese un attimo per godere di quel cambiamento nei minimi dettagli. 'Poverina' rifletté 'sta cadendo in ogni trappola'.
"Se ti mancano tanto i suoi piatti te la chiamo" gli rispose freddamente lei, prendendo il cellulare "ma sarà dura spiegarle perché sei in questa situazione".
'Brutta troia'. L'uomo allungò una mano per frenarla, ma lei fece un passo indietro, regalandogli un sorrisetto soddisfatto. 'Chi volevi fottere?' sembrava chiedergli. "Maledetta Gojo" sussurrò, sperando non lo sentisse.
"Non fare quella faccia" sospirò lei, roteando gli occhi. Si sedette di nuovo vicino a lui. "Ti ho già detto che non dirò niente a nessuno. Piuttosto" gli premette la punta dell'indice sopra la coscia "domani mattina ti tiriamo via tutto e torniamo a casa, ma dovrai fare delle medicazioni. La compressiva la terremo..." si bloccò, la frase a metà.
In effetti non ci aveva ancora pensato: era ovvio che sarebbe stata lei a doversi occupare di tutto. Il solo pensiero di metterci le mani... strinse le gambe, alzandosi la mascherina sul naso.
"E i punti?" la incalzò lui, scoprendosi il torso. "Me li togli sempre tu?"
"Certo" sussurrò lei, spostando lo sguardo verso la sua pancia. Ora che era fuori pericolo non aveva più scuse per non mangiarselo con gli occhi. Spostò lo sguardo su ogni singolo scalino degli addominali.
Sukuna sembrò accorgersene, e spinse col pollice il lenzuolo verso il basso. Y/N deglutì.
"Sukuna, non penso sia una buona..."
Una fitta gli trapassò il basso ventre, facendogli digrignare i denti. La ragazza si sbrigò a coprirlo.
"La puntura sulla femorale è abbastanza profonda" gli spiegò, imbarazzata. "E hai poco sangue. Non... come dire, non sforzarti".
L'uomo la fissò un attimo, interdetto. Quando capì sbottò a ridere.
"Beh, sarà un bel problema allora quando mi medicherai!"
Y/N si alzò di scatto. Il viso le scottava. "Vado a prenderti una bottiglia d'acqua" esclamò, il tono di voce decisamente troppo alto. Uscì a grandi passi dalla sala.
"E accettami su Instagram, cazzo!" le urlò lui, guardandola chiudere la porta.
'Oh, Kami' borbottò, strofinandosi gli occhi. Portò una mano in mezzo alle gambe per calmare l'erezione che stava nascendo.
Sì, doveva decisamente scoparsela. Porre fine il prima possibile a quella situazione.
'Ma devo scoparmela male, davvero male' rifletté, riprendendo il telefono in mano. 'Da umiliarla'. Sì, farsi odiare era l'unico modo per allontanarla davvero da sé. Per far sì che non facesse parte della sua vita, nemmeno se avesse continuato ad abitare da loro.

Just wanna smash his faceWhere stories live. Discover now