41. Chiavi del bagno

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NdA

23.59.
Non é ancora venerdì. Non sono in ritardo.

Volevo andare avanti con la trama, ma per COLPA VOSTRA ecco di nuovo ci ho ficcato dentro la SMUT COLPA VOSTRAAAA

La vostra Mako
P.s. 6k visualizzazioni. Vi amo 🥰

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"Andiamo nel posto che fa tsukemen? L'altra volta non ero riuscito a mangiarlo".
Y/N annuì. Non sembrava un granché entusiasta, e Sukuna se ne accorse subito.
"Se non ti va basta dirlo, sai".
"Ma no" si scherní lei, scuotendo il capo. "É che se penso all'ultima volta, beh... Non è proprio un bel ricordo, ecco".
Lui sorrise, e staccò la mano dal cambio per appoggiarla sulla sua coscia.
"Stavolta andrà meglio, dai. Non ho più..." aggrottò la fronte "...Quel problema. Tutto risolto".
Cercò di sembrare convincente e incoraggiante, ma la ragazza notò comunque un lampo di inquietudine attraversargli lo sguardo. Cercò di ignorarlo, ma... Era davvero la cosa giusta da fare?

"Ryo?"
"Mmh".
"Non siamo più nel Ryokan, no?"
Lui alzò un sopracciglio. "Fenomenale intuizione".
Y/N roteò gli occhi. "Intendo dire, ora posso chiederti come ti sei fatto quella cicatrice".
La mano dell'uomo scivolò dalla sua coscia al volante.
"Proprio una fissa la tua, eh".
"Beh scusami tanto se mi preoccupo per te!" si lamentò lei, scattando sulla difensiva. "Tu non mi chiederesti niente se tornassi con la pancia aperta?"
"No". Il suo sguardo si indurì improvvisamente. "Tanto Uraume saprebbe già tutto. Mi porterebbe il responsabile già legato e imbavagliato, avrei solo la fatica di ammazzarlo di botte". Si voltò verso di lei, scompigliandole i capelli. "Ovviamente scherzo, tesoro".
"Ma certo" mormorò lei, per niente convinta.

"Ma chi c'è stasera a vedere la Zenin? C'è anche Nobara?"
Sukuna annuì con la bocca piena.
"Strano. Oggi non mi ha detto niente".
L'uomo trangugiò metà del bicchiere di birra prima di rispondere.
"É una sorpresa. Non penso che lo sappia".
Il volto di Y/N si illuminò. "Cioè, avete organizzato tutto per farci una sorpresa?"
"Heh. Se avessi saputo che bastava così poco col cazzo che ti portavo all'Arasaka".
"Grazie tante" si lamentò lei, incrociando le braccia. Ma Sukuna non colse la provocazione, e ficcò di nuovo la testa nel piatto.
"É il fatto che ci hai perso del tempo a organizzarlo. So quanto sei sempre occupato".
"Mmh" si limitò a rispondere lui, senza alzare gli occhi dallo tsukemen.
'Cazzo. É peggio di quanto pensassi'.
Gli tornò alla mente la conversazione con Uraume. 'Vuole passare del tempo con lei', gli aveva detto. Come al solito, quello stronzo aveva ragione.
E dire che il loro primo approccio era stato proprio un regalo. Aveva iniziato col botto, ma aveva completamente sbagliato il target.
Chissà se se lo ricordava.
"Tra un po' bisogna disfare l'albero" pensò ad alta voce, seguendo il proprio filo di pensieri.
Lei alzò lo sguardo. "Oh, che peccato. Le tue palle sono così belle".
Un sorriso sinistro gli si aprì sulle labbra. "Oh, piccola. Quelle puoi vederle quando vuoi".
"Ryo... Dái!" si scherní, rossa come un peperone. Cercò di rimanere seria, ma non riuscì a frenare una risatina. "Dovevo aspettarmelo" gli concesse.
"Heh". Sukuna alzò un braccio, chiamando la cameriera. "Un'altra porzione, per favore".
Lei scrisse l'ordine sul taccuino. "Abbiamo fame, mh...?"
"Brucio molto" le rispose lui, facendole l'occhiolino.

"Ehm. Sono qui". Y/N lo fissò severa, le braccia incrociate. Lui alzò un sopracciglio e portò una mano al mento.
"Uhm, ho un deja-vu" rifletté "dove ho già visto questa scena...?"
Lei roteò gli occhi. "Permalosetto, eh".
Sukuna ghignò. "Mi conosci, ormai".

Sbafò la seconda porzione con la stessa voracità con cui aveva ingoiato la prima. Y/N non si scompose - era abituata a Yuji, dopotutto - ma non poté fare a meno di ricordare quanto fosse differente da da quella volta che Uraume aveva cucinato a casa loro. Sorrise fra sé e sé, pensando alla faccia che avrebbe fatto l'androide se l'avesse visto mangiare così.
"Mh? Che ridi?"
Lei scosse la testa. "Stavo pensando alla differenza con cui mangi il cibo di qualità e quello da fast food. Qui hai ingoiato tutto, mentre il Kobe... Beh, mi insegnavi tu come degustarlo, no...?"
Sukuna fece spallucce. "Ovvio. Faccio così anche con le donne, dopotutto".
Y/N sentì il battito accelerare. "Eh? Che intendi dire?"
Lui si godette il solito colorito che prendevano le sue guance ogni volta che si finiva su quell'argomento. Si passò una mano sui pantaloni.
"Beh, se una donna mi piace, col cazzo che mi faccio una sveltina. La preparo bene per tutta la sera... Se non per le intere vacanze di Natale, prima di..."
"Sukuna, ti prego" scandì lei, fulminandolo con lo sguardo. "Ti. Prego".
Ma lui non ascoltò le ultime parole. "Come mi hai chiamato...?"
'Oh, Kami'.
Aspettò qualche secondo senza ottenere risposta, e rincarò la dose. "Piccola, voglio davvero andare a vedere la Zenin. Gliel'ho promesso. Quindi, per favore" il tono si fece canzonatorio "cerca di trattenerti. Stringi le cosce e e cerca di non pensare al fatto che sei completamente fradicia lá sotto, ok?"
Y/N cercò disperatamente di deglutire, la gola secca come il deserto. Ironico, visto quanto si era davvero bagnata.
Bevve il suo bicchiere d'acqua tutto d'un fiato.
"Non ho sentito la risposta, ragazzina".
Oh, no. L'aveva chiamata ragazzina, non prometteva niente di buono.
"Farò del mio meglio" rispose con un sussurro, alzando timorosa gli occhi verso di lui.
Grave errore.
Sukuna sbuffò, passandosi una mano sopra la faccia. Sembrò prendersi un attimo per ragionare.
"Vai in bagno. Ora. E" le ordinò, allungandole il cellulare "portati questo".
Y/N non ebbe il coraggio di ribattere. Lo fissò sconcertata con gli occhi sgranati per qualche secondo, ma non sembrò cogliere nemmeno un guizzo di pietà nella sua espressione severa.
Quindi faceva sul serio. Si alzò, tremante, prendendogli il telefono dalle mani e lasciando che le dita si sfiorassero per qualche secondo.
Forse sperava di ottenere la sua attenzione, o forse un lampo di cosa stesse per succederle. Ma Sukuna non le concesse questo privilegio; si limitò a fissarla mentre si allontanava, incerta, e chiudeva la porta alle sue spalle.

Just wanna smash his faceWhere stories live. Discover now