44. Uraume

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NdA
La mia vita si sta ristabilizzando un pochino ai soliti ritmi. Potrei azzardare a dire che le pubblicazioni potrebbero regolarizzarsi.
Ma non voglio dirlo ad alta voceeeeee

Vi amo
Mako

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Y/N varcò la soglia del motel vergognandosi come una ladra.
Come era buffa, la vita. Poche ore prima erano entrati insieme, non proprio nel più idilliaco dei modi, ma comunque... Insieme. A braccetto. Come una coppia. Ed ora, esattamente come era successo nel Ryokan, stava uscendo da sola.
Stavolta, almeno, aveva avuto la decenza di saldare il conto prima di abbandonarla a letto da sola alle cinque di mattina.

Uscire da sola da un motel. Il paradigma della sedotta e abbandonata, non c'era niente da dire.
Sì, lei lo sapeva che non era così. Era entrata con il suo... Beh, partner. Che era come sempre subissato di lavoro. Non era successo niente di strano, dopotutto... Ma lo sguardo che le aveva rivolto la receptionist era stato abbastanza eloquente.
Eppure, il luogo in sé, e la riservatezza che sembrava aleggiare come una regola esistente e non scritta, avrebbero dovuto farla sentire un attimino più a suo agio invece che farla vergognare così tanto. Chissà quante donne avevano visto nella sua situazione... Il segreto stava nel mostrarsi sicure di sé.
'E' che non ci sono abituata' si ripeté, stringendo la cinghia della tracolla fra le mani. Per fortuna che doveva andare al lavoro; non avrebbe sopportato di rimanere a casa da sola, invasa da tutti quei pensieri.

La nottata era iniziata male, questo era poco ma sicuro. Per quanto le fosse piaciuto e l'avesse eccitata, il masturbarsi in bagno era stato... Beh, umiliante. Per non parlare della scenata con Inumaki.
Già con delle premesse del genere non poteva certo andare bene. Se poi ci aggiungeva anche il fatto che non avrebbero dormito insieme...
Sperava con la faccenda dell'auto di ribaltare le carte in tavola. Ma in effetti, pensandoci a mente fredda... Come poteva una cosa del genere sistemare qualcosa? Da una catastrofe non poteva nascere altro che qualcosa di brutto. E così era andata.

Sospirò, digitando sullo schermo il numero sul bigliettino che le aveva lasciato sul comodino.

E dire che una volta entrata nel motel aveva sperato subito nel meglio. Quella struttura era qualcosa di meraviglioso: tutta tappezzata di carta da parati colorata, molto eccentrica, ma rilassante. Il tatami per terra le ricordava il Ryokan, e lo scaffale del salottino era pieno di manga. Sembrava più una stanza per turisti, ma l'aveva fatta davvero sentire a suo agio.
Eppure, appena aveva appoggiato la borsa sul letto, Sukuna si era dileguato per tornare solo qualche ora dopo, mentre lei stava già dormendo.
Perché non l'aveva fatta tornare a casa, a questo punto?
'Ho sbagliato anche stavolta' si colpevolizzò, sentendo la testa girarle. Era stufa, era stanca. Per quanto doveva ancora durare questa situazione?
Forse per sempre?

Uraume rispose immediatamente dopo il primo squillo.
"Arrivo" disse soltanto, riattaccando prima che avesse il tempo di ringraziarlo.

Y/N si sforzò di non parlare per tutto il viaggio. Avrebbe voluto riempirlo di domande, dare una voce a tutti i perché che le frullavano in testa... Ma era un impegno emotivo troppo grande. Aveva passato la notte da sola. Non aveva la forza di dire nulla.
L'assistente, da parte sua, sembrava perfettamente a suo agio in quel silenzio. Non che fosse contento di essere andato a prenderla, quello no; ma almeno ignorarsi a vicenda sembrava aiutarlo in quel compito oneroso.
Y/N allungò le gambe sotto il cruscotto della Maserati.
Quindi, Sukuna se ne era andato molto presto, e aveva già visto Uraume, se gli aveva lasciato l'auto. Moriva dalla voglia di fargli qualche domanda, ma non trovava le parole giuste per iniziare.
E poi, ogni volta che apriva la bocca quel dannato magone le bloccava la gola, e le impediva di emettere alcun suono. Anzi, aveva paura che dando voce a quello che sentiva, sarebbe solo scoppiata a piangere. E non era proprio il caso.


Just wanna smash his faceМесто, где живут истории. Откройте их для себя