40. Dominio pubblico

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NdA
Ciao ragazz*. Sono all'estero, e non ho internet. Nemmeno col roaming.
Quindi, perdonatemi per la settimana scorsa. Oggi aggiorno, spero di farlo anche domenica con la oneshot, e poi dovrei tornare ai soliti ritmi. Qui comunque si sta benissimo, sono in Albania e il mare é favoloso. Andateci, assolutamente.
Detto ciò, non offendetevi se risponderò super in ritardo... appena c'è un Wi-Fi mi collego ma sono proprio fuori da, mondo!
Vi voglio bene
Mako

Ps.
Piccoli stronzetti pervertiti ho visto che vi é piaciuto il capitolo scorso eheheheheh
Ve ne darò altri allora

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Y/N corrugò la fronte.
"Makoto? Chi é Makoto?"

Sukuna non rispose subito. Continuò ad accarezzarle la nuca, guardando fisso di fronte a sé.
I fari delle macchine che passavano in strada lasciavano brevi lampi di luce sul soffitto a intervalli regolari. Rimase a fissarli qualche secondo, cercando le parole giuste.
"Non pensare a chi è" provó a spiegare. "Se sentissi quella parola, mi fermerei. Qualsiasi cosa stia facendo". Le lanciò un'occhiata, abbassando il mento. "Non provare a usarla a sproposito, hai capito, ragazzina?"
Lei roteò gli occhi. "Guarda che lo so quando si usa".
"Heh. Davvero?"
"Ma certo!" Ribatté, a disagio. "Quando... Quando mi fai troppo male, o..."
"Ecco, vedi che non lo sai?" Sukuna allungò il braccio, cingendole una coscia e spostandola su di sé. "La parola salvezza va usata quando è stato superato il tuo limite di sopportazione. Non solo fisico, intendo". Portò un dito a sfiorarle la pelle della gamba. "Più ti conosco, più sarà facile farti del male. Quindi... Dovrai dirmi se passerò il segno".
La ragazza si strinse contro di lui, strusciando il corpo sul suo fianco.
"Capisco" mormorò. Sapeva bene che aprirsi con qualcuno significava diventare più deboli e vulnerabili: eppure, lui le stava dicendo chiaro e tondo che ne avrebbe approfittato. Era pazzo?
O era più pazza lei, che lo lasciava fare?
"Ovviamente questo limite vale solo per me" continuò, senza smettere di accarezzarla. "Se qualsiasi altra persona si permettesse di dirti un decimo di quello che ti ho detto io stanotte, la ammazzerei con le mie mani".
Ecco. Quel bastardo sapeva benissimo come scioglierle il cuore, cazzo.
Appoggiò il palmo sul suo petto e si spinse in alto verso di lui, cercando le sue labbra. Lui la lasciò fare, regalandole un bacio morbido e... Beh, quasi affettuoso.
'Quasi' riflette lei, lasciando che la sua lingua indugiasse un po' troppo fra le sue labbra. Portò una mano ad accarezzargli la guancia.
Sentire il contatto fra di loro era un vizio che le stava crescendo sempre di più: trovava ogni volta più difficile trattenersi dal toccarlo e stringerlo.
Lui lasciò che i suoi polpastrelli seguissero la linea dello zigomo, della mandibola, del collo. Sentì le dita arrivare alla nuca, e giocherellare con i capelli rasati. Mugugnò di soddisfazione contro le sue labbra, approfondendo il bacio e invitandola a continuare.

Y/N gongolò. L'altra mano raggiunse la prima, infilandosi fra le sue ciocche tinte di rosa; ci affondò dentro, cingendogli la testa, tirandola a sé.
Per tutto l'amplesso aveva provato ad avvicinarsi, ma senza risultato: finalmente poteva baciarlo, e lui non sembrava volerla allontanare.
Si rese conto di essere lei a condurre il gioco: lui sembrava abbastanza passivo - o almeno, rispetto a com'era stato dieci minuti prima.
Improvvisamente capì cosa provava Sukuna ad avere il potere su di lei. Ora le stava lasciando la libertà di decidere, e le sembrava la cosa più bella del mondo. Soprattutto dopo che la sua volontà le era stata negata per l'intera sera.

"È bellissimo poterti toccare, Ryo" sussurrò, staccandosi un momento dalla sua bocca. Lui non commentò, limitandosi a mugugnare di soddisfazione. 'Evidentemente ha un debole per i massaggi' rifletté, tornando a baciarlo.
Non poté fare a meno di pensare a come fosse cambiato all'improvviso, rispetto a quando si erano conosciuti. E dire che era passato poco tempo.
Beh, ora che ci rifletteva su non era proprio così: ogni volta che facevano sesso sembrava essersi sempre più avvicinato a lei, capendo cosa le piaceva e trovando il coraggio di dirle ciò che piaceva a lui. 'É così eh dovrebbe andare...?' rifletté, perdendosi ad accarezzarlo.
Le sue labbra erano particolarmente gonfie per essere un uomo. Non resistette, e gli mordicchiò il labbro inferiore.

Just wanna smash his faceWhere stories live. Discover now