47. Boss finale

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NdA

Siamo quasi alla fine. Non spoilero nulla, leggete voi.
Mako

Ps. Ogni tanto mi rendo conto che vorrei scrivervi dei miei aggiornamenti, di eventuali ritardi, cosa del genere. Come posso fare? Non mi va di scrivere un capitolo per cose del genere, quindi boh... Uso Tumblr? Qualcuna di voi ce l'ha?
Accetto consigli. Nel caso, il mio Tumblr é https://www.tumblr.com/nagasakimako

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Yuji imprecò, e lanciò le cuffie dall'altra parte della stanza. Y/N si massaggiò le tempie; fece un respiro, e si alzò per raccoglierle.
"Stai calmo" lo apostrofò, controllando che la luce di alimentazione funzionasse ancora. "Sei troppo precipitoso. Non avere fretta di ucciderlo".
Il ragazzo scosse la testa, ma prese lo stesso le cuffie dalle mani dell'amica.
"Non ci credo. Mi mancava pochissimo, e con un colpo mi ha ammazzato. Cazzo!"
Lei scrollò le spalle, tornando a sdraiarsi sul letto. "Fosse facile, non sarebbe il boss".
Lo guardò lanciare altri insulti poco carini al monitor, per poi tornare a riavviare il gioco.
Y/N si rizzò sui gomiti.
"Vai lì dietro" lo consigliò. "Non ti vede se... CAZZO!"
Yuji cacciò un lamento gutturale. Morto di nuovo.
"Ti avevo detto di andare - ma vuoi ascoltarmi?!" lo rimproverò, strappandogli il joystick di mano. "Dài, ti faccio vedere".
"Ma per piacere!" Il ragazzo si alzò in piedi, strattonandola. "Ma cosa vuoi fare tu!"




Uraume controllò per la quinta volta la valigetta: guanti, banconote per le emergenze, jammer, batterie di scorta, pistola. Caricatore di riserva.
Fece scattare la chiusura a molla e si avvicinò a Geto. Stava guardando il telefono, sconsolato.
"Tutto bene?" chiese, tentando di fingere interesse.
Suguru trasalì. Non si sarebbe stupito di più se gli avesse confidato di aspettare un figlio da Sukuna.
"Che... Tu ti..."
Uraume lo interruppe, probabilmente convinto che quella bastasse come risposta. "Sei preoccupato? Stai sentendo Gojo?"
Fu il turno di Geto di fare domande. Alzò un sopracciglio con fare sospettoso.
"Perché ti interessa?"
L'assistente scrollò le spalle. "Non mi interessa, infatti. Voglio solo far pervenire un messaggio a sua sorella. Puoi scriverlo da parte mia?"
"Eh. Non puoi scriverglielo tu, scusa?"
"No, Sukuna non vuole".
Geto non questionò oltre. Conosceva quei due abbastanza da non porsi troppe domande: aprì la chat, ben contento di avere un pretesto per scrivere al suo bello, e copió con attenzione le lettere e le cifre che gli dettava.

Gojo, da parte sua, fu felice di ricevere un altro messaggio. Di solito era Suguru, quello distaccato; lui non aveva mai avuto problemi a dimostrare affetto e attenzioni.
Lesse il contenuto, e arricciò le labbra. Si tolse gli occhiali scuri nell'illusione di poter leggere meglio.

"Per tua sorella: KY2337"

Aggrottò le sopracciglia, e un nuovo messaggio comparve sotto il primo.

"Da Uraume. Ha detto, se ti chiede dov'è Sukuna"

Satoru bloccò i tasti, e non rispose. Sapeva che se ne sarebbe pentito, ma era anche consapevole che Uraume era un tipo un po'... Beh, sui generis. Molto probabilmente non gli avrebbe mai chiarito nulla.
Ora, più che altro, doveva capire cosa cazzo passasse per la testa di quel maledetto gruppo. E in che guaio si stavano cacciando, evidentemente.

Sukuna aprì il secondo pacchetto di sigarette del giorno.
Se ne vergognava, e la gola cominciava a bruciargli; ma era l'unico vizio che gli era rimasto, e con la droga aveva già chiuso anni prima. Con la fatica che aveva fatto non era certo il caso di ricominciare per un po' di agitazione.
'Solo un po' di agitazione' si ripeté, sperando di autoconvincersi. Sapeva benissimo a cosa sarebbero andati incontro; l'aveva spiegato anche ai suoi uomini, non stava fottendo nessuno.
Eppure...
Perché si sentiva così? Quasi... In colpa? Come se ci fosse qualcuno a cui non aveva raccontato tutta la verità.
Qualcuno, e qualcuna.
Si massaggiò le tempie. Che gli piacesse o no, ora non era più solo. Aveva una famiglia, e quindi dei doveri e delle responsabilità. Un fratello, una cognata.
Una...
"Capo".
La voce lo riportò alla realtà. Alzò pigramente la testa.
"Dimmi, Ume".
"Siamo pronti. Se vuole-"
L'assistente lo guardò alzarsi in tutta la sua gloriosa statura. Si fece da parte, lasciandogli spazio.
Non ci fu bisogno di dire 'andiamo': si voltò, e lo precedette nel corridoio.
Sukuna lo prese per il gomito.
"Senti, temo che Gojo abbia parlato" gli mormorò all'orecchio "Y/N sa delle foto. Potrebbe averle detto anche del piano di stasera".
L'assistente alzò un sopracciglio, confuso. "Ma no. Gliel'ho detto io. Delle foto, eh" si affrettò ad aggiungere, improvvisamente contento della strategia attuata.
Si godette la tavolozza di emozioni che si stava dipingendo sul volto del suo capo. Sukuna gli piaceva, sia quando era felice, che stupito, che arrabbiato.
Forse, soprattutto quando era arrabbiato.
Lo scrutò un attimo meglio. Si, forse riusciva a capire cosa stava per chiedergli. Lo precedette, sperando come al solito di fargli piacere.
"...Perché lei ha sbagliato, capo. Non si fa".

Just wanna smash his faceWhere stories live. Discover now