7. Cuore a mille

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Le capitava spesso.

Le mani tremavano, e il cuore sembrava rimbalzarle su per la gola fino alla testa, così forte da fargliela girare.
Più che un nodo alla gola, si poteva definire un vero e proprio pugno. Una lama appoggiata di traverso sulla trachea.
Ecco. Ora mancava solo che iniziassero a formicolarle le labbra, e le sarebbe partito un attacco di panico in piena regola.

Strinse i denti. Pensò che in fondo era normale.
Non doveva sempre colpevolizzarsi per tutto quello che succedeva. Non poteva nemmeno pretendere di sopportare tutto senza lasciarsi mai andare.
Si ripeté che era normale avere paura. Essere spaventati.
Si era chiusa in tisaneria giusto per essere sicura che non entrasse nessuno. Poteva chiudere gli occhi un momento, e rilassarsi.
Le mani cominciano a formicolare. Perfetto, momento adatto. Allungò le dita verso la borsa, sfiorando il boccettino di Xanax.

"Tutto bene?"
Un sussurro, appena udibile, accompagnato da una mano sulla spalla. Ritirò di scatto la mano e si voltò, anche se sapeva già chi le stesse parlando.
Rispose ancora prima di pensare. L'altro scosse la testa, ignorando le sue parole.
Y/N alzò gli occhi lucidi verso Inumaki, che li abbassò, quasi per lasciarle un po' di privacy. Non le chiese cosa era successo. Si limitò ad abbracciarla.
Lei rilassò le spalle. Esalò un lungo respiro, e cominciò pian piano a singhiozzare.



La tazza di thé caldo appena preparato le scaldava la punta delle dita, restituendole pian piano la sensibilità. Inumaki sembrava totalmente a suo agio nel silenzio che era calato, e giocherellava con il moschettone delle chiavi.
"Mi dispiace" mugugnò lei ad un tratto, quando decise che tutto sommato il suo corpo aveva iniziato a funzionare di nuovo.
Lui alzò gli occhi, lanciandole uno sguardo severo. Le mostrò il medio.
Y/N sorrise. "Davvero, scusami. Prima..." si bloccò, incapace di andare avanti. Non pensava che una cosa del genere potesse farle crescere una paura tale. Rabbrividì di nuovo al pensiero.
"Non parlare se non vuoi".
Sembrava quasi buffo detto da lui. Annuí.
"Che male hai?"
Uno dei pregi di quel ragazzo era che sembrava davvero riflettere prima di parlare, con la scusa che faceva fatica. E trovava sempre le parole migliori.
Lei premette due dita sotto l'angolo della mandibola. "Tachicardia" rispose telegrafica, quasi copiandolo. Lui annuì.

Si alzò e tornò poco dopo, facendole passare intorno al bicipite un bracciale per la pressione. Lo gonfiò lentamente. Lei lo lasciò fare senza protestare.
"Alta" sussurrò alla fine, sfilando lo stetoscopio. Le passò una mano sulla fronte. "Sei calda. Riposati".
Y/N scosse la testa. "Sto meglio. Non posso stare qua tutta notte. E grazie, davvero". Appoggiò la tazza, e cercò di alzarsi.
Lui le lanciò uno sguardo di disapprovazione, ma non la fermò. Probabilmente aveva intuito che sarebbe stato inutile. La guardò andarsene e chiudere la porta dietro di sé.



Y/N si era trascinata verso la fine del turno come un prigioniero si trascina lungo un cunicolo per tentare un'evasione.
Non le sembrò nemmeno vero, quando finalmente allungò il cartellino verso la timbratrice e sentì il sonoro beep della libertà.
Strinse il manico della borsa fra le dita. Non era neanche passata a salutare Inumaki, che ingrata. No, in quel momento aveva solo una cosa in testa - o meglio, una persona.
Varcò la soglia dell'ospedale col cuore in gola. Le stava venendo un altro attacco d'ansia? Oh, Kami, no...
'A che ora stacchi?', le aveva chiesto. E se invece una volta uscita non fosse arrivato nessuno? Se non fosse passato a prenderla?
E se invece fosse stato solo in ritardo, come avrebbe fatto a capirlo? Come avrebbe saputo se era il caso di aspettare oppure no? Non aveva un numero a cui chiamarlo. E se avesse aspettato troppo tempo, nel quale sarebbe riuscita comunque ad arrivare a casa? Dopotutto erano le otto di mattina, non c'era nessuno di poco raccomandabile in giro. Si sarebbe arrabbiato, se avesse visto tutta la gente che usciva con lei e che poteva darle un passaggio al suo posto? Cominciò ad agitarsi.

Just wanna smash his faceWhere stories live. Discover now