18. Walk of shame

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NdA

Beh. Buona lettura.

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Le sue labbra sfiorarono appena quelle dell'uomo, ma si bloccò quando le sentì incresparsi nel solito ghigno di vittoria. Si staccò dal bacio, a disagio.
"Beh. Tutto qui?" la canzonò lui. La cena poteva anche essere stata il più costosa possibile, ma niente poteva ripagare la faccia che stava facendo in quel momento la ragazza. Sukuna si godette ogni sua sfumatura di rosso, allargando sempre di più il suo sorriso strafottente.
"Per una che mi ha fatto aspettare due ore ti facevo un po' più brava".
La prese per la vita, e prima che lei avesse il tempo di accorgersene si ritrovò a cavalcioni su di lui. Perse l'equilibrio, e portò le mani ad arpionargli le spalle per evitare di cadere.
"Dài, fammi vedere cosa sai fare. E impegnati, stavolta" la provocò, allargando le braccia e appoggiandole allo schienale del divanetto, in attesa.
Y/N stava sudando freddo. La gonna si era arricciata e le era risalita lungo i fianchi oltre ogni livello di decenza, e si era piegata verso di lui per nascondere almeno parte della sua nudità. Ma l'eccitazione che aveva accumulato per tutta la serata - no, per tutte quelle settimane - ebbe il sopravvento sull'imbarazzo, e raccolse la sua provocazione.
Tentò di regolarizzare il respiro, ma con scarsi risultati.
Gli fissò la bocca per qualche secondo prima di avvicinarsi di nuovo. Questa volta lasciò che la sua lingua lo accarezzasse, scoprendo per la prima volta la consistenza delle sue labbra. Oh, Kami. Da quanto tempo sognava questo momento?
Sentì per la prima volta davvero il suo sapore, e ne fu completamente inebriata. La testa le stava girando, il respiro si era fatto sempre più pesante, e quasi non si accorse quando lui abbassò le braccia fino a portare le mani sulle sue cosce. Percepí solo l'improvvisa sensazione di caldo che le salí verso il basso ventre, sbattendole in faccia la consapevolezza che sì, ora davvero era l'inizio della fine.
Vide davanti a sé la valanga precipitare. Non poteva più fermarsi, ora.
Come incoraggiata da questo pensiero approfondì il bacio, socchiudendo la bocca e catturandogli il labbro inferiore. Sukuna si lasciò scappare un gemito roco.
"Niente male, ragazzina" le sussurrò sulle labbra fra un bacio e l'altro. "Hai passato la prima prova". Y/N fece per ribattere, ma lui continuò. "Sai, prima stavo pensando, 'dove potrei scoparmela?' Tornare a casa e sbatterti al muro, tirarti su questo bel vestitino e vedere se sei abbastanza alta con questi tacchi per arrivare all'altezza giusta? O magari in macchina...? No, ferma, non rispondere. Non ti farò decidere nulla". Sembrò pensarci davvero un attimo, mentre infilava lentamente le mani sotto l'orlo della gonna. "Poi ho pensato, ma no. Perché perdermi l'occasione di farti uscire da qui, sfilare davanti a tutte queste schifose ricche persone..." si avvicinò al suo orecchio, sussurrandole le ultime parole "...completamente distrutta".
Y/N deglutì. Il poco orgoglio che aveva la obbligò a ribellarsi a quella provocazione.
"Di solito chi parla tanto non fa bella figura" mormorò, pentendosi un attimo dopo delle sue parole. Ah, cazzo. Qualcosa le diceva che il giorno dopo non avrebbe camminato tanto facilmente.
Lui scoppiò in una risata sinistra, ma divertita. Le afferrò le natiche, alzandosi in piedi, e la ragazza dovette stringere le cosce intorno alla sua vita per cercare di non cadere. Oh, Kami. Questo pazzo voleva scoparla all'Arasaka.
Sukuna si spostò fino a farla sedere sul tavolo. Con un braccio tolse di mezzo i piatti e la tovaglia, e fece un passo indietro, godendosi la scena.
La ragazza stava tentando di coprirsi, ma le mani di lui erano puntate sulle ginocchia, e le spalancavano le gambe. 'Cazzo', rifletté. 'Mi sta guardando dall'interno'.
Y/N si sentì, per la prima volta, completamente nuda. Lo guardò leccarsi le labbra, e per un attimo ebbe paura che se la sarebbe mangiata viva. Deglutì.
Le si avvicinò di nuovo. Portò una mano ad afferrarle i capelli e le spostò la testa di lato, scoprendole il collo. Glielo bació fino a lasciarle un succhiotto in bella vista.
"E-hey!" si lamentò debolmente lei, consapevole dello stato in cui versavano in quel momento le sue mutande. Oh, cazzo. Qualsiasi cosa facesse la faceva eccitare a dismisura.
"Spero ti piaccia il viola" commentò lui, squadrando il suo collo. Le fece scivolare una mano alla gola, stringendola. "Allora, cominciamo a fare bella figura...?" la provocò, ancora offeso dal suo commento. Aspettò che annuisse, e continuò. "Una sola regola. Ti vengo incontro, me l'hai suggerita tu". Si avvicinò di nuovo al suo orecchio. "Da adesso chiamami Sukuna-sama".
Y/N voleva essere provocante, davvero. Voleva eccitarlo ancora di più di quanto lui stesse facendo con lei. Ma le piaceva talmente tanto, e aspettava da così tanto quel momento, che adesso non riusciva quasi a muoversi.
Dio, quanto era bello. Portò le mani verso la sua cravatta, allentandola, e gli sbottonò piano la camicia. Lui la lasciò fare, divertito.
"Preferivo quando me l'hai tagliata via" commentò, leccandosi le labbra.
Lei lo squadrò severamente. "Sarebbe difficile uscire da qui mezzi nudi, che dici...?" lo rimproverò, infilando le mani sotto la stoffa. Per la prima volta gli accarezzò i pettorali, scendendo piano lungo la pancia.
Sukuna si sbottonò i polsini e arrotoló le maniche lungo le braccia, rimanendo con la camicia aperta. La lasciò fare ancora per qualche secondo, poi tornò a tormentarla.
"Prima di tutto..." le alzò il vestito, arrotolando la gonna sulla vita. Portò una mano in mezzo alle sue cosce, e scoppiò di nuovo a ridere.
"Oh, povera piccola" la canzonò, strofinando due dita sulla stoffa delle mutandine completamente fradicie. "Queste é meglio se le togliamo". Con uno strattone strappò l'elastico del tanga, gettandolo per terra. Y/N tremó dall'eccitazione.
"Sei in uno stato pietoso". Portò l'anulare a premere sulla fessura, giocherellando con le sue labbra. "Sei ridotta così per colpa mia?"
Aspettò qualche secondo una risposta che non arrivava. Le prese il mento fra due dita, forzandola a guardarlo negli occhi.
"Ti ho fatto una domanda, ragazzina. Non fare la maleducata".
"S-sì... Sukuna-sama" rispose, il respiro affannato. Oh, Kami. Non se lo sarebbe mai aspettata, ma chiamarlo così le riporto alla mente il sogno, e...
"Oh, dio. Se continui così dovrò ripagare la tovaglia a Uraume" si lamentò lui. Staccò il dito, e vide la vulva contrarsi intorno al nulla. Ghignò.
"Tesoro, non ce la fai più" la canzonò, armeggiando con la cintura. "E ti ho solo parlato, cazzo. Non pensavo di avere questo potere".
Y/N gli lanciò un'occhiata in tralice. Solo parlato?! Erano settimane che la tirava matta! Ripensò per un attimo alla foto che aveva sul telefono, e deglutì. Meglio non parlare, ora, e godersi il momento.
Lo guardò sfilare la cintura e arrotolarla lungo le nocche della mano con un po' troppo interesse. L'uomo sembrò accorgersene, e la strattonò, facendola schioccare.
"Mani" le ordinò con un cenno del capo. Lei incrociò i polsi davanti a lui, tremante. Perché continuava a peggiorare la sua situazione? Era masochista, per caso?
"Si, Sukuna-sama" gli sussurrò, guardandolo passarle la cintura intorno alle braccia. Lui alzò lo sguardo verso di lei, gli occhi improvvisamente severi.
"Continua a provocarmi e finisce male, ragazzina" la ammonì. Strinse la cinghia con uno strattone, la alzò sopra la sua testa e la sbatté sdraiata sul tavolo. La schiena della ragazza si inarcò per il colpo, e un piccolo lamento di dolore le sfuggì dalle labbra.
Lui la ignorò, piegandole le gambe e appoggiandole i piedi sul tavolo. Si abbassò la cerniera dei pantaloni, e liberò il suo membro dai boxer, massaggiandolo lentamente.
Dalla sua posizione Y/N non riusciva a vederlo, ma sapeva esattamente che cosa stesse per fare. Strinse i denti.
Dopo pochi secondi riaprí gli occhi, lasciandosi sfuggire un sospiro. Perché ci metteva tanto?
"Oh, piccola ragazzina" la canzonò lui, sfregandole contro la punta. "Ma guardati. Non riesci ad aspettare nemmeno un minuto". Premette contro la sua apertura, spingendo piano. "Attenta a quello che chiedi. Potresti implorarmi di smettere, fra un po'".
Con una spinta la penetró completamente, facendola annaspare in cerca di aria. Lei aprì la bocca e lasciò che un gemito osceno le scappasse dalle labbra. Oh, Kami.
'Quanto cazzo è grosso?!'
Avrebbe dovuto aspettarselo, vista la sua stazza. Strinse le palpebre e sentì due lacrime spuntarle agli angoli degli occhi, scendendo lungo le tempie.
"Ah, cazzo" lo sentì mugugnare con voce roca. "Sei così stretta". Lo vide raddrizzare la schiena e gettare la testa all'indietro, le mani sempre ancorate alle sue ginocchia. Quanto era bello. Un dio.
Le lasciò qualche secondo per farla abituare, poi cominciò a spingere. Y/N irrigidì le spalle, dolorante.
Sentì le pareti della sua vagina circondarlo e stringerlo senza ritegno. Niente da fare: anche le parti del suo corpo che non riusciva a controllare sembravano volere tutte la stessa cosa. Si arrese alla sua più completa disfatta.
Ad ogni spinta i bicchieri tintinnavano sopra la sua testa. Si chiese quanto potesse sentirsi tutto quel casino fuori dalla porta, ma non era il momento di imbarazzarsi.
Sentiva ogni singola vena del suo membro strofinarsi dentro di lei, allargandola oltre a ciò che credeva possibile. Dopo pochi minuti il dolore si affievolì, e cominciò ad abituarsi a quella presenza.
Cominciò piano a muovere i fianchi, strofinandosi contro di lui. Si morse un labbro.
"Ah, finalmente ti sei ripresa" la canzonò lui. "Temevo di averti uccisa". Portò un pollice a sfiorarle il clitoride, e si godette il fremito che le percorse la spina dorsale. "Gambare, gambare. Fammi vedere come vieni".
Appoggiò le mani sul tavolo, sdraiandosi sopra di lei. Cambió l'angolatura delle sue spinte per sfregare meglio il suo pube contro di lei. Y/N gemette di piacere.
"Senza più ritegno" la sgridò lui, inchiodandole i polsi al tavolo con una mano. Continuò in quella posizione, senza variare il ritmo, studiando la sua faccia per scorgere ogni indizio per farla venire.
"Aaah... Sí, così, ti prego... N-non..." balbettò lei, lo sguardo appannato. La faccia di Sukuna era a pochi centimetri da lei, ma non riusciva quasi a mettere a fuoco i suoi lineamenti.
"Dài, piccola, vieni per me. Fammi sentire come urli il mio nome" le sussurrava all'orecchio, incoraggiandola.
Y/N cominciò a muoversi più freneticamente, circondando i suoi fianchi con le gambe. Non aveva la minima vergogna, ora. Cercò le sue labbra, ma lui si scostò, appoggiandole la tempia contro la sua.
"Tu pensa a urlare, troietta" le mormorò fra le spinte.
Y/N fece del suo meglio per trattenersi, ma quando l'orgasmo le fece roteare gli occhi e cacciare fuori la lingua non riuscì più a connettere nessun neurone, e gridò senza alcun ritegno.
"Su... Sukuna-samaaah..." gemette, quando riuscì ad articolare di nuovo due parole. Lui le chiuse le labbra con un bacio.
"Che brava. La mia piccola é stata davvero brava" la coccolò, accompagnando l'orgasmo che stava scemando. Fissò per qualche attimo il suo petto regolarizzare il respiro, e si rialzò in piedi. Si sfilò la cravatta e si tolse la camicia.
"Direi che é arrivato il momento di fare sul serio".

Just wanna smash his faceWhere stories live. Discover now