43. Gli stivali da cavallerizza tienili

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La vita riprese normalmente

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La vita riprese normalmente. Andavo a scuola, surclassata dalle miriadi di interrogazioni, mi vedevo con le mie amiche, o almeno con quelle che non mi avevano tradito, e includevo anche Travis ogni tanto.

Non lo vedevo dalla volta in cui mi aveva passato quella canna, sostenendo che fosse più "buona" rispetto a quella che mi avrebbe dato Caitlyn. Mi aveva profondamente deluso e per di più stava quasi per approfittarsi di me che non ero del tutto consapevole. Se non fosse arrivato Jackson non sapevo proprio cosa sarebbe successo.

Ma dovevo fare finta di niente.

Perciò mi sentivo in colpa per quello che avevo fatto? Non quanto avrei dovuto. Insomma sapevo che la relazione tra me e Travis fosse di convenienza e continuavo a starci per le apparenze, ma soprattutto per mio padre. Rendere orgoglioso quell'uomo per me ormai era diventato un obiettivo di vita.

Sembravo quasi masochista perché sapevo decisamente di non essere la figlia preferita. Ma mi ero posta anche quello come obiettivo da raggiungere. Piacere a lui e a tutte le persone che avevo attorno ormai era una prerogativa che mi portavo avanti sin da bambina. Mi avevano sempre insegnato come comportarmi, come guardare le persone e cosa mostrare di me, ma sembrava che niente di quel che mi avessero detto portasse a qualche risultato. Eppure conoscevo solo quello... no, non era vero neanche quello.

In quel periodo avevo conosciuto un lato di me che non avevo mai lasciato emergere. Se fosse quella la via invece? Se avessi sbagliato tutto fin da subito?

Non lo sapevo. Non sapevo niente in quel periodo. Ero confusa sui miei sentimenti e anche su cosa dovessi pensare. Anche perché per uno studio ricatto il mio mondo si era completamente ribaltato. Avevo finito per riconsiderare i miei principi, cambiare il mio modo di comportarmi, tradire il mio ragazzo, fatto cose che neanche avrei mai pensato.

Non sapevo assolutamente cosa pensare, eppure un chiodo fisso in quel momento l'avevo eccome.

Jackson, quel tipo tenebroso con il quale avevo condiviso una delle esperienze più belle della mia vita, non si faceva vedere.

L'ultima volta che avevamo davvero parlato era stato sul pianerottolo di casa sua, dopo aver appena concluso il secondo round anche sul suo letto. Poi era sparito.

Andavo nella bassa Wealthill per il volontariato e lui non c'era e quando ormai era il suo turno e dava il cambio a Luke, già dormivo come un ghiro per tutti gli impegni della giornata.

Le possibilità erano due: o mi evitava o mi evitava. Ed ecco che la mia paura più grande divenne realtà... avevo dato la mia prima volta al tipo sbagliato? Me ne pentivo?

La risposta era "no" ad entrambe le domande. Sapevo quello che avevo provato nel farlo con lui. Ancora ricordavo il suo corpo duro e le sue labbra morbide sfregiarsi sul mio, che era tremante e insicuro. Il mio cuore in quel momento era diventato un colibrì, le sue ali in volo lo rappresentavano al meglio.

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