12. Un passo avanti

14.8K 656 600
                                    

Jackson

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Jackson

Il freddo mi entrava sotto pelle come aghi ghiacciati, nonostante portassi una maglia termica e avevo diversi strati di vestiti a coprirmi.

Le mani erano inguantate e stringevano una pistola, mentre mi aggiravo per le stradine deserte di Wealthill alle quattro di notte.

Il lavoro sporco toccava sempre a me. Nonostante detestassi essere il burattino di Reed, quella volta c'era un sapore diverso.

Conoscevo quelle zone come il palmo della mia mano e non mi era difficile neanche un po' muovermi furtivamente. Come una pantera nera che seguiva la sua preda da vicino, senza farsi mai vedere o sentire.

Sapevo esattamente cosa fare e quando farlo. Ero troppo esperto per lasciare qualcosa al caso, soprattutto in quella circostanza.

Due uomini uscirono da un edificio vicino alla zona di discarica che copriva tutto l'amplesso di Reed.

«Niente passaggi segreti?» sussurrò uno al collega, ma le parole furono trasportare dal vento e le sentii bene, soprattutto perché c'era un silenzio tombale.

«Ti sembrava un castello quello, maledetto idiota?» sbuffò l'altro, allontanandosi si poco e guardandosi attorno. «Proviamo in quell'alto».

Li fissai dall'ombra, una vecchia amica. Mi avvolgeva e mi faceva sentire al sicuro e potente al tempo stesso.

Avvitai lentamente e con molta calma il silenziatore alla pistola, saggiandone poi il peso e bilanciandola come avevo sempre fatto.

Alcune volte mi spaventava la familiarità delle armi. Le conoscevo tutte talmente troppo bene da poter scrivere dei manuali e non a caso Reed mi rivoleva nella sua cerchia da anni.

I guanti di pelle nera divennero quasi un tutt'uno con la pistola tra le mani quando ma impugnai meglio.

Era arrivato il momento. Era arrivato il loro momento.

Doveva dispiacermi per la loro fine, volevo che mi dispiacesse per la loro vita spezzata, ma con gli anni avevo raggiunto una sorta di freddezza alla morte da non farmi più nessun effetto.

Sapevo che era sbagliato, immorale, ma c'ero troppo dentro per potermi tirare indietro. E quella volta non dipendeva da nessun capriccio di Reed, ma era una cosa che doveva esser assolutamente fatta indipendentemente dal suo volere.

Se non mi avesse ingaggiato lui, l'avrei fatto a prescindere. Avrei fatto qualsiasi cazzo di cosa in mio potere per...

Il tempo era scaduto. Stavano per violare un'altra casa e quella neanche sembrava abbandonata come la precedente.

Beyond the surfaceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora