31. Così perfetto per me

11.9K 558 433
                                    

«Sono incinta», dissi senza fronzoli o preamboli e lui mi fissò per qualche momento di troppo, come se non avesse ancora capito del tutto le mie parole

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

«Sono incinta», dissi senza fronzoli o preamboli e lui mi fissò per qualche momento di troppo, come se non avesse ancora capito del tutto le mie parole.

«Scusa, puoi ripetere?»

Mi contorsi le mani per il nervosismo e guardai mio padre seduto dietro la sua scrivania. «Mi hai sentito».

Reed mi scrutò come per capire se quello fosse uno scherzo di cattivo gusto o se stessi dicendo la verità. Quando sembrò trovare la risposta sul mio viso, si afflosciò sulla sedia e chiuse il libro che stava leggendo.

Quando avevamo qualche minuto libero ci piaceva leggere insieme e passare il tempo in quel modo, ma quel giorno sembravamo entrambi troppo assenti e con la mente altrove per concentrarci del tutto.

Lui doveva pensare a Tanner e a tutto il casino che si era creato. Dopo quella vittoria le cose sembravano essersi acquietate per un po', ma nessuno sembrava più tranquillo come prima, visto che il nemico aveva scoperto la nostra base segreta.

Le guardie erano aumentate e anche i turni. Anche Jackson aveva dovuto dare una mano per il troppo lavoro che c'era e sebbene mi fossi offerta anche io, avevo ricevuto solo dei no. Ma in fin dei conti era meglio, non sapevo esattamente in che condizioni fosse quell'esserino dentro di me e dovevo darmi una calmata se volevo che stesse bene.

Perché io lo volevo con tutta me stessa.

Ogni mio pensiero era indirizzato a quella nuova vita, che fosse positivo o negativo... perché in fin dei conti non sapevo ancora cosa fare.

Ormai erano passati cinque giorni da quando l'avevo scoperto e mi ero presa del tempo per rifletterci. L'avrei detto a Jackson, certamente, ma ai miei tempi e a modo mio. Sapevo che sarebbe stata una notizia per niente difficile da digerire, qualsiasi decisione avremmo preso, e sinceramente avevo anche un po' di paura.

Ma, nonostante tutto, avevo bisogno di parlarne con qualcuno e mio padre sembrava il candidato perfetto.

E prima che potessi anche solo trarre un sospiro tremante e incerto, lui si alzò e venne verso di me con un sorriso.

«Dio, Megan, sono al settimo cielo». Era così dolce il suo viso che per poco non mi misi a piangere davanti a lui. «So che le condizioni non sono le migliori, ma questa... Gesù, se ci fosse Madlyn starebbe piangendo di gioia». Si accovacciò verso di me, piegandosi sulle ginocchia e prendendomi le mani con il viso commosso.

«La mamma?» dissi in un sussurro. Era sempre così strano parlarne con lui, anche perché con Tanner non avevamo mai potuto, ed era bello farlo. Volevo sapere tutto di lei dalle persone che l'avevano vissuta davvero e non vivere solo nei miei ricordi frammentati.

Beyond the surfaceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora