51. Niente è come sembra

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Battei le palpebre una volta

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Battei le palpebre una volta. Poi una seconda.

«Cosa?» Me ne uscii totalmente confusa e disorientata, mentre il mio cuore pompava impazzito nel mio petto. Probabilmente stavo sudando freddo e nella mia testa iniziarono a movimentarsi mille scenari diversi su quello che sarebbe potuto succedere da quel momento in poi.

Ma poi... come diamine faceva a saperlo? Ero stata super attenta.

Be', forse in una o due occasioni non lo sei stata poi così tanto... mi ricordò una vocetta, mentre le immagini della scuderia, del salice piangente, rimessa degli attrezzi da piscina e anche del bagno del mio attuale ragazzo, mi passarono per la testa.

Che stupida!

«Mi hai sentito». Quella mandibola perfetta si contrasse e gli occhi si scurirono, come un mare in burrasca.

«Be', non è vero!» Scattai subito sulla difensiva e incrociai le braccia al petto, solo per nascondere le mani che tremavano.

Mio padre non sarebbe decisamente contento.

Travis si passò una mano sul viso. «Non sarò il fidanzato migliore del mondo, ma io ci tengo davvero a te. Lo so che tutto è nato per i nostri genitori, ma io ero veramente curioso di conoscerti meglio».

Alzai un sopracciglio. «Non è vero. Quando ti parlavo di libri alzavi gli occhi al cielo e quando ti raccontavo di ciò che facessi durante la giornata quasi non mi ascoltavi».

Quasi parve offeso. «Io ti ho sempre ascoltata. Sempre. Però del resto è sempre meglio tirarsi indietro anche per un semplice bacio, no?» Una piccola frecciatina, che ovviamente non andò a colpire nel segno, ma mi fece innervosire lo stesso.

«Non mi sono mai lasciata andare con te perché pensavo di non piacerti sul serio, come se fossi obbligato a stare con me». Perché io ero quasi totalmente obbligata a stare con te! Volli quasi aggiungere, ma non lo feci, tanto lo sapeva.

«Sì, ormai è chiaro il motivo per il quale stiamo insieme. Ma Megan... sei bellissima. Di certo non posso fingere un'erezione».

Rimasi un attimo sconvolta per le sue parole. Quasi stetti per ridere. Quasi.

«Posso assicurarti che non ho mai finto con te».

Perché il suo viso mi sembrava così sincero? Perché stavano indiziando a vacillare tutte le convinzioni che avevo su di lui?

Scossi la testa. «Se eri davvero interessato a me perché facevi il cretino con ogni ragazza che ti passava affianco?»

Si accigliò e poi mi guardò come se fossi una scema, che non era in grado di arrivare a certe cose, ma alla fine mi sembrò quasi deluso. Non avevo mai visto così tante emozioni sul suo viso.

«Fa parte del mio personaggio. Tutti qui ne abbiamo uno, anche tu...» Si strinse nelle spalle. «Qui funziona così, lo sai. Se ti fossi impegnata giusto un po' di più per ascoltare me avresti anche capito che in realtà sono timido e che tutta quella sicurezza è solo una maschera».

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