Capitolo 14•

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CAT

Mi rigiro nel letto, mentre il sole filtra pigramente dalle tende.

Ancora cinque minuti.

«Catherine. Muoviti o farai tardi a scuola!» La voce di mia madre risuona come un martello pneumatico che mi colpisce direttamente al cervello.

La sua voce squillante e tremendamente irritante di prima mattina è la cosa più fastidiosa al mondo.

Stiracchio le braccia sopra la testa, ma è un movimento lento, pesante. Sbadiglio, sentendo le palpebre quasi incollate.

Dio, quanto vorrei restare a letto oggi.

Ho solo bisogno di dormire.

Le poche ore che ho passato nel letto non sono servite a niente. Non ho chiuso occhio praticamente. La mia mente continuava a girare senza sosta, incapace di spegnersi, incapace di lasciarmi andare.

Arrossisco anche adesso, mentre un'immagine nitida mi attraversa la mente. Quella scena.

Austin, le sue mani sulle mie gambe, il calore che mi ha scosso il corpo come una scossa elettrica. E quelle parole... "Cazzo, le tue labbra mi fanno impazzire."

Stop. Non posso pensarci adesso.

Devo scacciare via quell'immagine, quel ricordo che sembra aver messo radici dentro di me. Ma è più facile a dirsi che a farsi.

Guardo l'ora sul telefono. «Merda. Sono già in ritardo.»

Mi sforzo di alzarmi, ma ogni passo sembra una lotta contro il sonno che mi avvolge come una coperta pesante. I miei occhi sono così stanchi che faccio fatica ad aprirli del tutto, e le mie dita si muovono meccanicamente per strofinare via quella stanchezza che non se ne vuole andare.

Solo quattro ore. Quattro maledette ore che non sono servite a nulla. Non a dimenticare. Non a cancellare quello che provo.

Sospiro, cercando di scuotermi. Devo muovermi. Anche se la mia testa è un vortice, anche se dentro di me c'è solo confusione.

Devo affrontare la giornata. E lui.

Perché so che lo vedrò. E non sono pronta. Non lo sarò mai.

Mi infilo velocemente un leggings nero e un maglione grigio oversize che mi arriva quasi fino alle ginocchia. Con queste occhiaie sembro uno zombie. Non ho neanche il tempo di truccarmi.

Forse potrei fare una comparsa in The Walking Dead, almeno servirei a qualcosa.

Corro in cucina, afferrando una tazza di caffè già pronto. I miei sono usciti. L'ultima cosa di cui ho bisogno stamattina è ascoltare mia madre dopo la discussione di ieri sera.

Faccio una smorfia. Il caffè è freddo e terribilmente amaro. Perfetto, come me oggi.

📚🏫


A scuola, Kelly si affretta subito in aula di chimica. Io mi dirigo al mio armadietto, trascinandomi. Alla prima ora c'è letteratura, ma la mia testa è ancora annebbiata e pesante.

Nelle ultime due ore ci saranno gli allenamenti di basket e anche quelli delle cheerleader.

Fantastico, il delirio.

Prendo quello che mi serve per la lezione, chiudo l'anta dell'armadietto con la lentezza di un bradipo.

Ma quasi salto per aria quando mi ritrovo Austin davanti, con quel suo sorriso divertito e le braccia incrociate.

Santo cielo, perché deve comparire così?

Porto i libri al petto, cercando di sembrare il più disinvolta possibile.

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