Capitolo 16•

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🧘🏽‍♀️

In questo capitolo verrà descritto un argomento sensibile, che potrebbe urtare la sensibilità di qualcuno.

Per scrivere questo capitolo ho messo come musica ti sottofondo:  Falling di Harry Styles.

• Austin

Ho il viso schiacciato sul cuscino, strizzo gli occhi e faccio fatica ad aprirli, a causa della la luce del mattino che mi arriva dritta sul viso. Indirizzo lo sguardo verso l'orologio nel salone e segna le 6:00 di mattina.

«Ahi!» bisbiglio un lamento a voce bassa, sento il braccio destro indolenzito, una sensazione di pressione proprio sul mio bicipite.

Abbasso il capo, mi irrigidisco quando la vedo rannicchiata contro il mio petto.
Un sorriso compare sul mio volto, il calore che emana il suo corpo contro il mio mi scatena un brivido lungo la spina dorsale.

Sembra così piccola e indifesa

Mi avvicino di poco, con cautela alla chioma castana dei suoi capelli. Inspiro quel profumo alla vaniglia che emana, che mi fa andare in tilt. Un sorriso di piacere compare sul mio volto.

Ma che cazzo mi succede?
Perché sto sorridendo come un coglione? Questo non va affatto bene, per niente cazzo.

Mi sento così dannatamente bene quando sto con lei, ma questo è un cazzo di problema.

Si è praticamente appropriata del mio braccio usandolo come cuscino. Quasi non lo sento più, odio questa sensazione, sopratutto quando mi succede alle gambe.
Lo estraggo delicatamente, scostando la sua testa cercando di essere meno brusco possibile.

Alzo il braccio su per aria, provo a scuoterlo cercando di ridargli vita dato che è completamente morto. Ed ecco quel fastidioso formicolio, lo scuoto con forza schiaffeggiando sul bicipite.

Alzo il busto dal letto, il cigolio proveniente dalle molle del materasso mi fa immobilizzare. Provo a scostare le coperte con cautela, cercando di essere il più delicato possibile e non rischiare di svegliarla.

Anche perché ci manca solo lei di prima mattina, che inzia a parlare e a rompere i coglioni.

Ed io la mattina sono irritabile già di mio.
Non voglio sentire nessuno, ho bisogno solo di silenzio, prima di cercare di far connettere il cervello.

Dovrei usare un cartello con su scritto: La mattina non mi dovete parlare!

Resto in piedi davanti al letto prima di dirgermi in cucina. Mi soffermo a guardarla, non ha un capello fuori posto, osservo la sua chioma liscia castana che porta dietro l'orecchio.
Quel visetto angelico viene illuminato dalla luce del mattino. Ha la pelle un po' chiara priva di  discromie, sembra proprio una bambina.
Il mio sguardo va su le sue labbra carnose, gonfie e rosee, posate delicatamente sul cuscino.

Però è proprio carina, anche mentre dorme

Il primo pensiero perverso che mi viene in mente e a quante cose potrebbe farci con quelle labbra, su di me.

Spazzo via subito un ipotetica scena dalla mia testa, o mi verrà duro alle sei del mattino.

Sto per dirigermi in cucina, di colpo mi blocco in piedi davanti al letto. Quando la sento farfugliare nel sonno «Mmh freddo»

La guardo mentre prova a rannicchiarsi e mi accorgo di averla praticamente lasciata senza le coperte.

«Cazzo» mi affretto su di lei e la ricopro prima di avviarmi in cucina.

SunsetМесто, где живут истории. Откройте их для себя