Capitolo 28•

20K 374 1K
                                    

🔴

I nostri corpi si unirono tra loro, così come i nostri respiri. Le nostre anime ricoperte di cicatrici si abbracciarono fino a diventare tutt'uno. Le sue mani si posarono sulla mia pelle, e in un attimo diventarono indelebili come l'inchiostro dei suoi tatuaggi.
-Di Essiejk 🌷

Cat

Sei giorni sono volati come un battito di ciglia, siamo a sabato e ne ho approfittato per dormire un po' più del solito.

Sono solo le dieci del mattino e Austin tra poco passa a prendermi. Non mi ha detto dove ci fermeremo, e cosa ci aspetta tutta la giornata.

Anche se non ho fatto altro che torturarlo tutta la settimana, chiedendogli dove saremmo andati. Nulla non ha ceduto.

Dopo la sospensione Blake, ci ha ignorato completamente. Non ho potuto fare a meno di notare che lanciava delle occhiate ad Austin di tanto in tanto. Sembrava più tosto teso in realtà si guardava ripetutamente intorno sopratutto nelle aule.

A quel punto mi sono chiesta cosa avesse fatto Austin, e di come l'abbia potuto convincere a farmi quelle scuse. Ha risposto con disinvoltura "L'ho minacciato" e lì mi sono allarmata. Ma poi mi ha spiegato in che modo. E quando mi ha rivelato che Blake fosse gay sono rimasta lì a fissarlo.

Ripetevo Blake è gay? Quel Blake?

Ho sbattuto più volte le palpebre perché non ci potevo credere. Non me lo aspettavo, non l'ho mai sospettato. Ha tenuto un profilo basso per tutto questo tempo che credo nessuno se ne sia mai accorto. Ma ho detto ad Austin che nessuno dei due ne farà parola con qualcuno. Non saremo di certo noi a far girare la notizia.

Non ci abbassiamo ai loro livelli.

Megan come al solito è ritornata come se nulla fosse successo. Con un sorriso smagliante stampato sulle labbra e con del filler in più.

Jordan è stato il più sfortunato di tutti, dato che fuori scuola non appena è tornato e corso verso di me voleva parlarmi a tutti i costi. Non ho voluto ascoltarlo, inutile dire che ha ricevuto un pugno in faccia da Austin ed entrambi hanno cominciato ad acciuffarsi. Fortunatamente nessuno dei due si è fatto male, ma in compenso Jordan ha un livido sullo zigomo.

In quanto a David a stento mi rivolge la parola. Se ne sta sempre per conto suo, l'unica cosa che fa e salutarmi nulla di più. Fino ad ora sono stata l'unica con cui ha approcciato, e vederlo sempre lì da solo mi fa sentire solo in colpa.

Guardo la ferita alla gamba prima di infilare su un pantalone dal colore beige chiaro a vita alta. Che ricade sulle gambe a zampa, la ferita fortunatamente si sta rimarginando.

Appiattisco il maglione oversize nero strappando via alcuni pelucchi. Infilo le Dr Martens o come li chiamo io, gli stivaletti del demonio.

Afferro la piastra dalla scrivania in legno bianco, già risalcadata per finire le ultime due ciocce scure. La trascino con me davanti allo specchio lungo appoggiato al muro.

«Tieni, ti ho ricomprato le calze. Anche da bambina non guardavi dove mettevi i piedi e puntualmente ti sbucciavi le ginocchia»

La voce di mia madre arriva dritta alle mie spalle mentre entra nella mia camera con in mano una scatolina rosa. Sfoggio un sorriso affabile oltre il riflesso e con disinvoltura continuo a piastrarmi i capelli. Dovebbre sapere che mi hanno puntato una pistola alla testa, e che quel psicopatico di Charles mi ha scaraventata per terra.

SunsetNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ