Cap. 04 Pt II

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Jungkook arricciò il naso e mi allontanò spingendomi dalle braccia.

«Ti fa schifo il mio odore?» domandai risentito, dato che aveva l'espressione da mangiatore di limoni ogni volta che lo avvertiva. Anche se forse non era appropriata come immagine, visto la nota di lime dei miei feromoni...

«Cosa te lo fa pensare?»

Tornai a sedere, poggiando un piede sulla sedia e il mento sul ginocchio. «Arricci il naso all'inverosimile, come ti desse fastidio il profumo.»

Si passò la lingua contro il labbro e mi ritrovai a deglutire a vuoto. «Sono immune al tuo odore.»

Inclinai la testa e restai a studiare il suo viso, cercando di leggerlo. «Bugiardo. Ti piace o lo detesti?»

Lasciò le bacchette nel piatto vuoto e mandò giù un sorso abbondante d'acqua, rovesciando indietro la testa e donandomi una perfetta visuale del suo collo e pomo d'Adamo.

Chiusi gli occhi giusto il tempo di prendere a calci la mia parte omega, stranamente vispa quel giorno. Quando li riaprii, lui se ne stava lì a fissarmi e mi sembrò di diventare la cena.

«Non lo detesto» ammise, serio. «Tu detesti il mio?»

Per niente. «È sopportabile» minimizzai, perché mai gli avrei confessato che il suo odore mi tranquillizzava e scaldava.

Si aprì in un ghigno, ma non commentò e si limitò a mettermi dei funghi nel piatto. «Fin qui ci siamo. È importante ai fini della nostra convivenza. A tal proposito: vuoi stabilire delle regole?»

«Cucina ogni pasto e tieniti lontano dalla mia camera. Sarà più che sufficiente.»

Sorrise, scuotendo la testa. «Fuori casa sarò in modalità cane da guardia, mentre in casa modalità domestica?»

Roteai gli occhi al cielo. «Laverò io i piatti. Il bucato, ognuno per sé. Io le tue mutande non le tocco.» Lo punzecchiai con una delle mie bacchette. «A cosa stai pensando?» Aveva di nuovo lo sguardo perso.

Scosse la testa e giurai di vederlo arrossire. I suoi feromoni stavano diventando... invitanti.

«Smettila!» lo minacciai, puntandogli contro la mia arma improvvisata, sporca di japchae.

Si riscosse. «Di fare cosa?»

Nascosi il viso contro il ginocchio. «Di immaginare ciò che stai immaginando.»

Fece per dire qualcosa, ma ci ripensò e si morse il labbro. «Ho finito.» Si alzò con il suo piatto e andò a riporlo nel lavello. Lo lavò subito, lasciandolo poi a scolare sul ripiano.

Mi alzai anch'io e lo affiancai, tenendomi a debita distanza, anche se sembrava stranamente vicino. La sua figura alta e muscolosa occupava più spazio di quanto immaginassi e per la prima volta, quella cucina apparve minuscola e accogliente.

«Hai abitudini particolari dopo cena?»

Ci pensai su. «In genere guardo la tv o gioco, poi vado a dormire dopo la skin care quotidiana.»

Mi sfiorò appena la guancia, con le nocche tatuate. «I risultati si vedono.»

Rimasi spiazzato da quel contatto e sperai capisse dal mio sguardo glaciale di non doverlo più fare. «Vuoi provare i miei prodotti?» chiesi poi, per non farne una tragedia.

Si tastò il viso, corrucciato. «Sono curioso.»

«Sistemiamo la cucina e andiamo in bagno. Ci penso io a te.»

«Non vedo l'ora» sussurrò, con un luccichio negli occhi che mi fece venire la pelle d'oca.

Arretrai di qualche passo e mi concentrai sul lavandino che si stava riempiendo. «Alcune maschere non potrai usarle, perché non sono adatte per la tua pelle. Dovremmo andare in negozio e farci consigliare.»

come Acqua e Fuoco [Taekook]Where stories live. Discover now