Cap. 15

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Non potevo lasciarlo andare di nuovo; non lo avrei sopportato e lui avrebbe finito con il detestarmi.

Scansai in malo modo il beta e ignorai le sue domande, mentre correvo dietro a Kookie pregando non fosse troppo tardi. Spalancai il portone e lo trovai accucciato, con le mani tra i capelli. Caddi sulle ginocchia e lo abbracciai, facendolo sussultare.

Mi si scrollò di dosso e sbattei il sedere sul pavimento, ma non mi arresi e gli afferrai la caviglia, primo appiglio che trovai. Lasciò cadere il borsone e si chinò per afferrarmi sotto le ascelle; mi rimise in piedi senza guardarmi negli occhi.

«Resta, ti prego» lo implorai.

«C'è il beta con te.»

«Credi avrei fatto una scena del genere per lui, o per chiunque altro?»

Puntò la lingua sulla guancia e si decise a guardarmi. «Forse non prima di avergli fatto qualche lavoretto di mano.»

Gli mollai uno schiaffo e lo graffiai con le unghie, lasciando dei segni rossi. «Torna dentro.»

«No, vado a casa mia.»

«Questa è casa tua, adesso.» Afferrai il borsone per la cinghia e lo strinsi a me, abbracciandolo come fosse Kookie.

«Non fare il ragazzino egoista e pensa ai miei sentimenti, per una volta!»

«Non ti rivolgerò parola, né ti guarderò, ma ti supplico: torna dentro.» Cominciai a piangere silenziosamente, inumidendo la stoffa militare. «Non ti ferirò più, ti prego! Non avevo capito che ti stessero infastidendo i miei commenti.»

«Ma poi hai infierito, affermando che con un beta staresti bene. Come credi mi sia sentito all'idea che avresti potuto chiedere a Park di sostituirmi?»

«Finisco sempre con il ferirti.»

«Ti sei chiesto perché ci riesci così bene?»

Il portone alle spalle di Kookie si aprì di uno spiraglio e intravidi uno dei membri del gruppo che viveva lì fare capolino. Il coniglietto si voltò e scusò con un inchino, poi tornò a guardarmi.

«A domani.» Non tentò neanche di riprendersi il borsone e mi lasciò a piangere nel corridoio, con lo sguardo confuso dell'idol addosso.

Mi chiese se fosse tutto okay e fu il beta dietro di me a rispondere al mio posto, con tono educato. Lo salutammo e il bodyguard mi guidò dentro, ma scansai la sua mano perché non volevo mi toccasse.

«Dammi il borsone.»

«No, lo metto via io. Buonanotte.»

«Non mi spieghi cosa sta succedendo?»

«Non la riguarda, signor Park. Grazie per il suo lavoro. A domani.»

Andai in bagno a fare pipì con il borsone ancora in braccio, mentre piangevo disperato. Restai sul water finché non terminai le lacrime e corsi in camera di Kookie per non far vedere il viso gonfio al beta. Lasciai la borsa ai piedi del letto, aprii leggermente le tende per far entrare la luce dei lampioni e mi raggomitolai tra le lenzuola. Sapevano di cioccolato, con un sentore di lime che indicava la mia presenza lì nelle ultime notti. Sistemai un cuscino sotto alla testa e l'altro lo misi in verticale per abbracciarlo; l'odore di Kookie prevaleva su quella federa e ci affondai il viso, immaginando fosse con me.

Passai le ore successive a chiedermi come fare per farmi perdonare, ma stavolta la situazione sembrava davvero grave.

Se non mi avesse perdonato?

Gli occhi mi si fecero pesanti alle prime luci dell'alba, ma a quel punto era tardi per addormentarsi e pensai di alzarmi per un bagno caldo. Forse mi avrebbe aiutato... o forse i ricordi di ciò che avevo fatto con il coniglietto mi avrebbero ucciso direttamente.

come Acqua e Fuoco [Taekook]Where stories live. Discover now