Cap. 9

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Salutai il mio produttore preferito con un ampio sorriso e lo abbracciai forte, facendolo rantolare.

«A lavoro. Subito.»

Rimasi sorpreso. «Non devi dirmi niente?»

Sedette di nuovo al mixer e spostò delle leve per regolare chissà cosa. «Non è mio compito.»

«Ma siamo amici, no?»

«Più o meno.» Misi il broncio e si arrese. «Lo siamo, quindi ti dirò soltanto di fare attenzione, per il tuo bene e di chi lavora con te.»

«Okay, hyung.»

Sollevò lo sguardo nel mio. «Non c'è niente tra voi. È solo un malinteso, giusto?»

«Certo» bofonchiai. «Sarebbe così tremendo se fosse vero?»

Se uno sguardo potesse uccidere...

«Devo ricordarti la vostra situazione?» Scossi la testa. «Perfetto.»

«Lo licenzierete?»

«Tecnicamente è in prova.»

«Rettifico: lo assumerete?»

«A parte la stronzata di ieri, ci sono altri motivi per non farlo?»

«No» borbottai.

«Jungkook dimostrerà quanto vale e non gli toglieranno l'incarico. Ma rigate dritti.»

«Kang-nim ci farà una lavata di capo epica.»

«Non vedo l'ora! Ho chiesto di assistere alla riunione.»

«Chi ci sarà?»

«Il presidente Min, Jungkook e il responsabile della sicurezza Jeon Junghyeon, nonché capo della Jeon Security Agency

Sgranai gli occhi. «Il padre del coniglietto?»

«Avete creato un bel casino.»

Nascosi il viso tra le mani, non immaginando che avrei incontrato il Supremo Secondo. Come potevo guardarlo in faccia dopo aver sedotto suo figlio?

«Torna sulla Terra e mettiti dietro al microfono» ordinò Yoongi hyung.

Ubbidii e cercai di controllare il battito del cuore per chiudere al meglio l'ultima sessione.

Beccai soltanto una sgridata dal Re, che fu soddisfatto del risultato della mia interpretazione soltanto un'ora dopo. Si complimentò per gli sforzi delle ultime settimane e mi permise di lasciare lo studio, avvertendomi che ci saremmo visti alle quattordici nell'ufficio di suo padre. Consultai l'orologio sul cellulare e scoprii di avere tutto il tempo per pranzare con il mio bodyguard prima dell'esecuzione. Gli scrissi un messaggio, ma non lo visualizzò, perciò decisi di scendere a cercarlo in palestra.

Non era vuota come la volta scorsa e furono parecchi gli sguardi degli alpha a puntarsi su di me. Era la prima volta che mi beccavano lì, perché mi allenavo per conto mio non sopportando i troppi feromoni dati dall'esercizio fisico. Alcuni erano idol con cui a volte pranzavo e mi fecero cenni di saluti, altri erano i loro personal trainer. Uno di loro mi si stava avvicinando, ma si bloccò all'istante guardando un punto alle mie spalle; subito dopo mi arrivò il profumo della cioccolata e trattenni a stento un sorriso.

Jungkook mi si affiancò e mi aggrappai all'angolino della maglietta bianca, ignorando che fosse mezza trasparente a causa del sudore. «Serve qualcosa?» domandò lui.

L'altro alpha abbassò lo sguardo nel mio. «Hai bisogno di allenarti?»

«Ci pensa il mio bodyguard a me.»

come Acqua e Fuoco [Taekook]Onde histórias criam vida. Descubra agora