Cap. 30

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Infilai la chiave nella serratura e scoppiai di nuovo a ridere mentre Kookie si lamentava ancora una volta della sua maglietta.

All'inizio, quando Byeol gli aveva rigurgitato il latte addosso ne aveva riso, poi si era ricordato della cena elegante e aveva del tutto perso il sorriso. Il cugino gli aveva messo a disposizione il suo guardaroba, ma ogni camicia era piccola e i bottoni tiravano fin troppo sul petto ampio. Alla fine Ko si era rassegnato a dover tornare all'appartamento e durante tutto il tragitto, aveva pregato di non far tardi per la prenotazione.

«Basta prenderti gioco di me» si lamentò il coniglietto, sfilandosi la giacca e poi le scarpe.

Feci lo stesso anch'io e lo seguii lungo il corridoio ma, a pochi passi dalla sua stanza, si bloccò e allungò il braccio all'indietro per tenermi a distanza.

«C'è qualcosa che non va» mormorò, visibilmente teso. Il suo odore si accentuò e virò verso una sfumatura che accese ogni campanello d'allarme.

«Cosa?»

Scosse la testa, continuando a fissare in direzione della porta aperta della camera. «Un odore che non ci appartiene, cazzo. Torna di sotto e chiama subito la polizia.»

Scattò verso la sua stanza senza neanche darmi il tempo di ribattere; di dirgli che non volevo lasciarlo solo. Lo seguii in automatico e mi immobilizzai sulla soglia, appena dietro al coniglietto. Anche lui era schifato e non riusciva a distogliere lo sguardo da quella scena raccapricciante?

Sul nostro letto c'era sdraiato l'idol dell'appartamento di fronte, con i pantaloni calati e sporco di sperma; continuava ad ansimare nel mio pigiama di seta e a ringhiare il mio nome mentre si massaggiava la mezza erezione.

Stavo per vomitare.

Kookie entrò di volata prorompendo in un ringhio che fece trasalire l'idol; il pazzo maniaco si tirò su a sedere, lanciando il pigiama contro il coniglietto e rotolando dall'altro lato del letto per scappare. Si addossò contro la parete, tirandosi su i pantaloni e fissando la finestra, probabilmente per decidere se fosse il caso di scappare da lì.

«Non hai idea di cosa ti aspetta, lurido figlio di puttana» gridò Kookie, rendendo l'aria talmente tanto irrespirabile da far chinare la testa dell'idol in segno di sottomissione.

L'unica altra reazione che ebbe fu quella di rannicchiarsi a terra portandosi le braccia a protezione della testa, poi iniziò a piangere. Continuava a ripetere che non era cattivo; che non voleva far del male a nessuno, ma soltanto sfogare il suo amore nei miei confronti.

Non lasciandosi intenerire da quello spettacolo pietoso di un alpha che implorava di non essere ucciso, Kookie lo afferrò per i capelli e tirò su di peso, aumentando le grida disperate. L'idol aveva il volto deformato dal terrore, dalle lacrime e dal moccio che gli colava dal naso.

«Sei un uomo morto» ringhiò tra i denti il mio alpha, e gli sferrò il primo pugno in pieno viso.

Volevo raggiungerli e bloccare il braccio muscoloso del mio coniglietto che stava tumefacendo il viso dell'altro, ma i piedi sembravano cementati a terra e le gambe troppo deboli per compiere anche solo un passo.

A smuovermi furono gli occhi vacui del ragazzo che si posarono nei miei e che mi fecero capire che si era arreso alla morte. Ma Kookie non lo avrebbe ucciso davvero, giusto?

Il suo odore di cioccolata era sparito e c'era solo un amaro tossico a impregnare la stanza. Capii in quel momento che non si sarebbe fermato finché l'idol, che ora stringeva per il collo, non avesse smesso di respirare.

Mi gettai sull'alpha che del mio coniglietto batuffoloso non aveva niente e mi aggrappai alle sue braccia con tutte le mie forze, cercando di farlo rinsavire. Lui non diede segno di voler smettere e notai le dita tatuate stringersi più forte attorno alla gola.

come Acqua e Fuoco [Taekook]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora