Cap. 8

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L'odore di caffè impregnava la cucina e storsi il naso schifato, avvicinandomi a un Jungkook di spalle; indossava solo boxer aderenti e i tatuaggi sull'intero braccio erano ipnotici da guardare, soprattutto quando si muoveva. Per la prima volta, non si voltò subito a guardarmi e continuò a ignorarmi bevendo il suo caffè. O almeno supponevo lo stesse facendo, dato che le sue spalle lo coprivano.

Mi avvicinai e sporsi il viso alla ricerca del suo; mi lanciò una rapida occhiata e fece un breve cenno di saluto da dietro la tazza gigante.

«A che ora sei rientrato, stanotte?»

«Alle tre.»

«Dove sei stato?»

Incrociò il mio sguardo, abbassando il caffè. «A cercare un vero bacio.» Mi superò sbattendo delicatamente ma con stizza la mia spalla e ignorando i miei occhi sgranati.

Gli afferrai il braccio nudo e strinsi le dita più di quanto volessi. «Lo hai trovato?»

Strattonò per liberarsi dalla mia presa e mi sentii morire. «T'importa?»

Digrignai i denti per non lasciarmi sfuggire parole delle quali mi sarei pentito. «Rispondimi.»

I suoi feromoni si fecero più intensi e prepotenti. «Sono il tuo bodyguard. La mia vita privata non ti riguarda.»

Conficcai le unghie nella sua pelle colorata e lo ghiacciai con uno sguardo. «Sono stato in pensiero finché non sono crollato per il pianto. Merito una risposta.»

Ci fu una lieve reazione in fondo ai suoi occhi, ma la maschera d'indifferenza era ben salda sul viso e il suo odore mi stava annientando, pieno di rabbia e frustrazione. Poi venne il peggio: i suoi feromoni s'imposero per dominarmi e non potei non ubbidire quando mi ordinò di lasciarlo. Non aggiunse niente e sparì in corridoio, ma per me non era finita là.
Gli corsi dietro e lo spintonai piantando le mani sulla sua schiena muscolosa; mantenne per un pelo l'equilibrio e si voltò sorpreso.

«Sto di merda per come ti ho trattato, va bene? Merito la tua rabbia e il tuo risentimento, ma non farlo più.» Asciugai l'unica lacrima sfuggita dai miei occhi. «Non dominarmi come alpha, non lo sopporto. Non sai quello che ho vissuto in passato.»

Fu il suo tocco rapido e delicato a raccogliere la seconda lacrima. «Cosa ti è successo?»

«Non ne voglio parlare.»

Puntò la lingua contro la guancia, ma annuì. «Andiamo a prepararci o faremo tardi.»

Intrecciai le dita alle sue in un gesto istintivo. «Cosa posso fare per farmi perdonare?»

Chiuse gli occhi sospirando e mi venne voglia di baciarlo davvero. Mi misi in punta di piedi per raggiungere le sue labbra, ma il puzzo di caffè mi schiaffeggiò e fece passare ogni voglia.

«Che schifo» esclamai, mentre lui riapriva gli occhi e li puntava nei miei. Sobbalzò e arretrò, non aspettandosi quella vicinanza.

«Schifo cosa?»

«Il caffè, e ne detesto pure l'aroma.» Feci una smorfia, ottenendo un sorriso conigliettoso. Avrebbero dovuto coniare quel termine in onore di Jeon Jungkook.

«È un repellente. Buono a sapersi.» Scherzò, mentre si avviava in bagno ignorando il mio broncio.

Restai a guardarlo lavarsi i denti ed ebbi uno stupido fremito nel vederlo usare il mio stesso dentifricio. Non stavo bene... soprattutto perché c'era un tarlo che rosicchiava la mia mente e volevo evitare che raggiungesse anche il cuore. «L'hai trovato?»

Sciacquò la bocca, chiuse il rubinetto e mi affrontò faccia a faccia, capendo subito a cosa mi riferissi. «Non sono andato a cercarlo, ho mentito» ammise, poggiandosi al lavabo.

come Acqua e Fuoco [Taekook]Where stories live. Discover now