Cap. 16

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Il lampadario che pendeva dal soffitto era ipnotico, ma non brillava quanto gli occhi di Kookie che parlava con i signori Park. Da quello che mi aveva spiegato, erano i genitori di Jimin e lo avevano visto crescere. Le famiglie Min, Park e Jeon erano molto legate e lo si capiva subito.

Ignorai il brusio dello staff, che iniziava a prendere posto ai tavolini uniti per l'occasione, e trotterellai dal coniglietto; mi affiancai a lui e il signore spostò lo sguardo su di me, abbozzando un sorriso imbarazzato.

«Benvenuto nella nostra caffetteria. È un piacere per noi averla qui.»

«Grazie mille, signor Park. La prego, mi dia del tu e parli pure in tono informale.»

«Sei davvero un bravo ragazzo.»

«E anche molto affascinante» commentò la signora, con le guanciotte paffute arrossite.

«Grazie! Sa, ho conosciuto vostro figlio. Mi è piaciuto subito.»

«Scommetto che è stato reciproco. Non dirgli che te l'ho confidato, ma è un tuo fan» sussurrò, con fare cospiratorio.

Ridacchiai. «Me l'ha confessato.»

«Allora, cosa possiamo portare di buono all'idol del momento?»

«Mi affido a voi.»

«Niente caffè» si premurò di avvertirli Kookie. «Per me invece sì. Vorrei il dolce più caffettoso e una tazza, con un goccio di latte.»

Sospirai, incassando un altro pugno, e mi allontanai per andare al tavolo, dopo aver salutato i proprietari.

Sedetti di fronte a Woon-nim, che mi aveva tenuto il posto, e notai la sedia vuota accanto alla mia. Quando vidi Jungkookie incamminarsi verso di noi, feci per fargli cenno, ma l'assistente regista omega si sbracciò e lui andò in quella direzione. Sentii un misto di delusione e rabbia incendiarmi lo stomaco; mi sarei alzato volentieri per urlargli in faccia dove fosse la sua professionalità, ma poi avrei perso anch'io la mia.

Mi versai del succo dalla caraffa al centro del tavolo e ne bevvi qualche sorso, poi mi bloccai con il bicchiere tra le labbra quando Kookie spostò la sedia accanto e ci si accomodò. Ripresi la caraffa e riempii anche il suo bicchiere, sotto al suo sguardo tagliente.

«Che c'è?» Stavo per dare di matto! Ora non potevo neanche fare una cosa tanto innocua?

Scosse la testa e mandò giù il succo tutto d'un fiato e ricordai la sensazione del pomo d'Adamo sotto la lingua.

«Noi abbiamo ordinato mentre parlavate con i proprietari. Abbiamo scelto lo stesso per tutti» ci spiegò Woon-nim.

«A noi due ci pensano i Park.»

«Hai questa confidenza anche con loro?»

«Sono cresciuto con Yoongi hyung e il figlio dei Park. Siamo una grande famiglia, molto legata.»

«Adotterete anche il piccolo Kim?» chiese, scherzoso ma non troppo.

«No.»

Quasi mi sfuggì il bicchiere di mano. Cavolo quanto aveva fatto male.

Woon-nim guardò me e sgranò appena gli occhi, probabilmente intuendo il mio stato d'animo. Non ci voleva il fiuto di un alpha per capire quanto stessi soffrendo in quel momento. Se l'intento di Kookie era spezzarmi, ci stava riuscendo alla grande.

«Vado un attimo in bagno.» Mi alzai e il coniglietto stava per seguirmi, ma lo bloccai con un gesto e lui non insistette.

Appena dentro, mi aggrappai al lavabo e fissai il riflesso allo specchio, ripetendomi che potevo farcela e che mi avrebbe perdonato se mi fossi comportato bene. Doveva solo sbollire la rabbia. Tutto lì. Trattenni a forza le lacrime e riuscii a non versarle, stavolta, poi sciacquai viso e polsi con il getto fresco e uscii dal bagno. Quasi lanciai un gridolino nel ritrovarmi il coniglietto di fronte, con le braccia conserte che tiravano il tessuto del dolcevita nero.

come Acqua e Fuoco [Taekook]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora