CAPITOLO PRIMO - parte 1

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Natalie fece un piccolo balzo indietro, con il fiato sospeso e le palpebre spalancate. Stava per dire qualcosa, ma ciò che riuscì a far uscire dalla bocca fu solo un sibilo; quel paio d'occhi chiari che ora la fissavano così immensamente da sembrare che potessero scrutarle l'anima, le incutevano una sensazione di disagio profonda e raggelare. Gli occhi della ragazza si posarono sulla grossa cicatrice che albergava sulle guance del moro, e su quella pelle chiarissima che si contrapponeva al nero intenso dei suoi lunghi capelli; non sapeva spiegarsi il motivo, ma quello strano individuo incuteva in lei un timore nettamente maggiore rispetto agli altri prigionieri del sotterraneo.
-Perché non sei sola?- chiese Jeff in tono pacato, rivolgendosi ad Allyson come se non volesse interloquire direttamente con l'altra. La ragazza stava per rispondere, ma al posto suo parlò invece Natalie.
-No..Non sono affari tuoi- balbettò, facendo un altro passo indietro. Si rivolse poi all'amica, mentre le sue ginocchia avevano iniziato a tremare visibilmemte. -Ally, andiamocene ti prego-.
Ma l'altra scosse la testa ed assunse un'espressione di rimprovero. -Clock! Smettila di fare così-.
Jeff allargò uno strano sorriso, piegando lievemente la testa. -Non importa- esordì. -La tua amica ha ragione-.
Le due ragazze si scambiarono uno sguardo pensieroso: da una parte Allyson, che desiderava soltanto che l'altra riuscisse a calmarsi e smettesse di comportarsi come una bambina, dall'altra la terrorizzata Natalie.
-Siete davvero buffe- continuò il killer. Appoggiò poi la fronte bianca alla rete metallica e sorrise in modo strano; talvolta sembrava quasi che desiderasse poter uscire dalla cella soltanto per farle a pezzi.
-Jeff...- farfugliò Ally, alzando lievemente il tono della voce. -Posso... Farti una domanda?-.
Natalie le lanciò un'occhiataccia e le fece nuovamente un cenno con le mani, per dirle che voleva andare via; ma lei sembrò non degnarla dell'attenzione.
-Perché no?- rispose il ragazzo, impassibile.
Ally emise un sospiro tremante, abbassando lo sguardo al pavimento mentre pronunciava il quesito. -Come vi trattano i medici?-.
-Maledizione Ally!- esclamò impulsivamente la castana, frustrata dal fatto che l'amica non la stava degnando di uno sguardo, ed incredula del fatto che lei intendesse davvero intraprendere una conversazione con quel pazzoide. -Vuoi ascoltarmi o no?- gridò.
Il moro tacque per pochi secondi, come se si fosse fermato un attimo a pensare. -Perché mai questo ti preoccupa?- chiese, con un filo d'ironia.
-Perché...-. Allyson riempì i polmoni d'aria, come stesse riorganizzando i pensieri. Poi scosse il capo, poggiando una mano sulla porta. -Quando riuscirò ad uscire da qui, farò chiudere questo posto- disse, con ritrovata decisione. -Sporgerò denuncia e...-.
Il moro si lasciò scappare una lieve risata. -Beh, allora prepara l'avvocato perché... Forse uscirai presto-.
Allyson restò a guardarlo senza dire nulla; non capiva che cosa significasse quella frase, e non sapeva che cosa rispondere. La mano di Natalie si avvolse all'improvviso attorno al suo polso ed iniziò a strattonarla con forza. -Basta Ally! Non devi parlare con lui, capito?!-.
Ma l'altra puntò i piedi a terra e si impose con tutte le sue forze nonostante la debolezza del suo corpo, voltando ancora la stesa indietro. -Che intendi?- chiese di fretta, guardando Jeff con un volto carico di preoccupazione.
-Prevedo un gran bel casino- rispose lui, con non chalance. -Alcuni detenuti stanno...-. Ma non ebbe il tempo di giungere al termine della frase, perché proprio in quel momento la porta infondo al corridoio si spalancò con un boato, rivelando la figura di un medico in camice bianco che si avvicinava in fretta.
Un brivido attraversò la schiena di Ally, mentre si voltava di scatto verso l'amica. Quest'ultima fece un balzo indietro, e per poco non fu afferrata dalle mani di un paziente che si agitavano dietro di lei.
-Non muovetevi!- ordinò il medico, iniziando a correre in loro direzione mentre, al suo passaggio, tutti i detenuti si allontanano dalle porte e si rannicchiavano spaventati negli angoli delle loro celle. Anche Jeff indietreggiò con un movimento lento, fino a poggiare la schiena sulla parete imbottita dietro di lui; ed a quel punto restò li, completamente immobile, ad osservare la scena.
-Che fate qua sotto?- gridò con una rabbia indomabile l'uomo in camice, che ormai aveva raggiunto le due pazienti indisciplinate.
-La prego non...- balbettò Natalie, coprendosi la faccia con le mani. -Non ci faccia male...-.
-Voltatevi di schiena- ordinò lui, freddamente; era chiaro che sarebbe stato completamente inutile cercare di venire a patti con quell'uomo puntando sulla pietà.
Ally guardò l'amica con due occhi carichi di preoccupazione, ed eseguì l'ordine senza opporsi in alcun modo. Fu sorpresa nel rendersi conto che il medico le aveva ordinato di voltarsi solo per bloccarle i polsi con una corda stretta. Emise un gemito di dolore stringendo le mandibole mentre il tessuto ruvido sfregava contro alla sua pelle, poi venne bruscamente fatta girare.
-Non muoverti- le ordinò ancora l'uomo in camice bianco, mentre si apprestava a legare anche i polsi dell'altra ragazza. Ally guardò Jeff oltre la porta con preoccupazione quasi come sperasse che avrebbe potuto intervenire in qualche modo, ma lui si limitò a scrutarla con un volto totalmente impassibile; poi, un improvviso spintone assestato con forza sulla sua schiena, costrinse la ragazza a distogliere lo sguardo.
-Camminate, tutte e due- gridò il medico, posizionando le ragazze in fila indiana davanti a se, in modo tale da tenerle d'occhio durante il tragitto che le avrebbe condotte al piano superiore.
-Abbiamo molto di cui discutere-.

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Capitolo dedicato a Miss_Lawliet.
Fedele ed amata lettrice

Bad - Seconda parteWhere stories live. Discover now