CAPITOLO UNDICESIMO - parte 1

1K 166 116
                                    

-Tu resta ferma qui, mi raccomando- disse Allyson, afferrando le spalle della piccola Sally mentre si metteva in ginocchio davanti a lei, per poterla guardare dritta in faccia. -È molto importante. Non devi muoverti, aspetta solo il mio ritorno. Hai capito?-.
La bambina abbassò lo sguardo e piegò le labbra all'ingiù. Nonostante non potesse parlare, era più che evidente la sua volontà di non separarsi da lei, neppure per pochi minuti; era troppo spaventata, ed ormai aveva riposto in quella ragazza abbastanza fiducia da non poter fare a meno della sua presenza.
-Sally! È molto importante!- le ripeté ancora Allyson, con uno sguardo molto serio. -Non muoverti da qui-.
La bambina questa volta annuì ed indietreggiò qualche passo, fino a chinarsi a terra dietro ad uno scaffale: sarebbe rimasta nascosta li in attesa del suo ritorno, sperando di non essere notata da nessuno.
Allyson le regalò un dolce sorriso prima di avvicinarsi alla porta dell'infermeria che distava ancora diverse decine di metri, ricominciando a premere con forza il palmo della mano sulla ferita che Jeff le aveva inflitto alla spalla; la sentiva bruciare in modo insopportabile, ed era certa che non avesse ancora smesso di sanguinare.
E quel dolore riportava continuamente alla sua memoria lo sguardo truce di Jeff, e quelle parole che aveva pronunciato prima di voltare le spalle ed andarsene; non riusciva più a togliersi la sua voce dalla testa.
-Dai, muoviamoci!- la incitò Toby scuotendola per le spalle per strapparla ai suoi pensieri, avendo notato i suoi occhi assenti. La ragazza scosse il capo e recuperò il controllo; adesso la priorità era Natalie, non poteva concedersi distrazioni.
Tim, che adesso precedeva con andatura decisa il resto del gruppo, allungò una mano senza dire nulla, ed indicò agli altri un gruppo di pazienti che si stava accalcando nei pressi dell'infermeria. Sembrava proprio che stessero lottando tra loro, gridavano in modo terrificante e si scontravano l'uno con l'altro, tra morsi, pugni e calci; non era chiaro il motivo di tutto questo, ma era certo che sarebbero finiti per ammazzarsi a vicenda. 
Uno di loro venne morso al collo proprio sotto agli occhi increduli di Allyson, che da debita distanza dovette suo malgrado assistere alla terrificante scena; un abbondante schizzo di sangue sgorgò rapidamente dalla sua gola del malcapitato e macchiò il muro antistante, prima che un colpo sordo notificò la caduta al suolo di quello che, ormai, era soltanto un cadavere. Alcune risate folli ed incontrollate seguirono quel tonfo, e la lotta riprese ancor più violenta e sregolata; ma nel mezzo di tutto quel caos, attraverso un vetro infrangibile era possibile scorgere la stanza dell'infermeria.
Allyson deglutì a vuoto, e strinse le mandibole.
Natalie era là dentro, ma come avrebbero potuto riuscire ad accedere a quella stanza per recuperarla?
Si scambiò uno sguardo pensieroso con Tim e Toby, ma non ebbe neanche il tempo di parlare con loro perché ad un tratto, come avesse appena notato la loro presenza, uno di quegli uomini cessò di lottare con gli altri e si lasciò come una furia verso di loro, gridando parole incomprensibili. Il suo petto era ricoperto di tatuaggi, a loro volta ricolmi di schizzi di sangue rosso che probabilmente apparteneva a più di una persona.
-Attenti!- gridò Tim, indietreggiando. Gli eventi che seguirono quel grido accaddero in una frazione di secondo, tanto velocemente che per Allyson fu difficile capire. Mentre il detenuto avanzava in loro direzione desideroso di aggredirli, con le braccia aperte e gli occhi che parevano schizzare fuori dalle orbite, qualcosa di strano accadde. Una figura comparse da dietro la sua schiena e lo raggiunse con qualche falcata, con una cautela sufficiente a non farsi notare, ed assestò all'uomo uno spintone tale da bilanciarlo e farlo andare a sbattere contro al muro.
-È già il settimo in cui mi imbatto....- farfugliò poi lo sconosciuto, portandosi le mani alla testa. -Ma qui ce ne sono tanti... Non ho tempo di contarli...-.
-Eren...- balbettò istintivamente Allyson. Il ragazzo si voltò verso di lei, ma non fece in tempo a dire nulla: l'uomo che aveva appena colpito era già tornato in piedi. Gli saltò addosso assestando un sonoro pugno sulla sua faccia, che fu seguito in rapida sequenza da altri tre. Rideva, colpiva Eren con una violenza disumana, e rideva ancora. .
-Lascialo!- gridò Tim, trovando il coraggio di intervenire. Afferrò l'uomo per la gola e lo allontanò da Eren, usando tutte la forza che aveva nelle braccia; tuttavia, questa non sembrò bastare. L'aggressore si liberò ancora dalla presa, scosse la testa e ricominciò a ridere; lanciò ai un rapido sguardo carico di follia mentre brevemente si concedeva di riprendere fiato, e questa volta decise di aggredire Allyson. Ma proprio mentre compiva il primo passo in direzione dell'indifesa ragazza, qualcosa interruppe bruscamente la sua breve corsa.
Un colpo secco.
Un frastuono improvviso.
Ed a generarlo era stato lo scoppio di un proiettile, che proveniente da una direzione indefinita colpì il detenuto alla testa.

Bad - Seconda parteWhere stories live. Discover now