CAPITOLO QUATTORDICESIMO - parte 1

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Piombarono all'interno della stanza quattro uomini ed una donna, vestiti con abiti logori e ricoperti di evidenti chiazze di sangue. Due tra loro reggevano saldamente tra le mani dei tubi di ferro ed altri oggetti contundenti che avevano recuperato chissà dove, mentre la donna, che pareva avere circa cinquant'anni ed una folta chioma di capelli spettinati, dondolava su se stessa pronunciando frasi sconnesse.
-Lasciateci stare!- gridò Dina scoppiando a piangere. Era la prima volta che mostrava un'emozione così forte della quale fino al giorno prima si sarebbe vergognata a morte; forse trovarsi improvvisamente così vicina alla morte avevano abbattuto nella sua mente ogni genere di barriera che l'avesse limitata fino ad allora. Saltò dietro ad un tavolo e si posizionò in un angolo, con la schiena premura contro al muro e le braccia protese in avanti. Sally la raggiunse e si chinò sotto al mobile, scoppiando a piangere in modo incontrollato.
-State indietro!- gridò Tim a pieni polmoni, cercando con lo sguardo un qualsiasi oggetto attorno a se che avrebbe potenzialmente potuto utilizzare come arma di difesa; tuttavia, sul malgrado non trovò altro che scatole di medicine e cianfrusaglie ben poco utili allo scopo. Pensò che probabilmente dentro ai cassetti avrebbe potuto reperire delle siringhe, ma ad ogni modo non avrebbe avuto il tempo di cercarle.
-Che peccato...- ridacchiò uno degli individui che reggevano con entrambe le mani una spranga di ferro. -Pare che il vostro nascondiglio non fosse abbastanza sicuro!-.
-Abbastanza sicuro!- ripeté a pappagallo la donna che si trovava alle sue spalle, sorridendo in modo malsano. -Non era... Abbastanza sicuro! Abbastanza... Sicuro!-.
-Dobbiamo riuscire ad aggirarli per uscire dalla porta!- sussurrò Eren nell'orecchio di Tim. Non appena finì la frase, tuttavia, l'uomo avanzò di scatto in direzione di Natalie e Toby, seguito da tutti gli altri.
-Attenti!- gridò Dina coprendo la faccia con le mani.
Il colpo di un tubo di ferro , evitato per un pelo da Brian, spezzò a metà  un tavolo. -Non pensiate di riuscire a fuggire! Vi siete messi in trappola da soli!-.
La donna avanzò barcollando e colpendo tutti i mobili con le spalle, fino a raggiungere Allyson; la ragazza cercò di fuggire di lato, ma venne prontamente afferrata per i capelli. -Lasciami!- gridò tentando di sfuggire alla presa; l'altra, tuttavia, la bloccò saldamente contro al muro scoppiando a ridere.
-Sei magra, tesoruccio! Devi mangiare! Mangia!-. La donna posizionò il viso a poche spanne da quello dell'altra come volesse sussurrarle qualcosa, ma poi le avvolse le mani attorno al collo. -Mangia! Mangia! La conosci la Peonia?- iniziò a vaneggiare, stringendo con maggiore impeto. -E' un fiore.... Un fiore! Come puoi farmi questo, troia!!-.
Nel frattempo, un secondo individuo armato era riuscito a colpire Brian; adesso il ragazzo era disteso a terra, vittima di un'interminabile serie di calci da parte del suo aggressione. Il terzo uomo stava invece bloccando la porta, per assicurarsi che nessuno dei presenti potesse riuscire a fuggire fuori da quella stanza senza il suo consenso.
-Bri..Brian!- riuscì a mormorare Allyson con il volto già paonazzo, chiedendo disperatamente aiuto all'amico; le mani di quella pazza, avvolte sul suo collo con una forza quasi inumana, bloccavano quasi del tutto la respirazione. Tentò di spingerla via colpendola sul petto, ma non ottenne che una presa ancor più forte che le impedì definitivamente di far entrare aria nei polmoni.
Eren si buttò sul l'aggressore di Brian, riuscendo con uno spintone a sbilanciarlo; tuttavia questo non fece che amplificare la rabbia di quest'ultimo, che strinse la presa sul tubo di ferro e lo colpì con tutta la forza che aveva nelle braccia, proprio dietro alla nuca. Eren cadde a terra poco distante da Brian, e l'aggressore concentrò la sua attenzione su di lui: uno, due, tre colpi sul petto, poi sulle gambe, poi sulla testa, fino a farlo sanguinare copiosamente.
Allyson sentì le forze abbandonare lentamente il suo corpo; le immagini si fecero sfocate, tutto attorno a lei si fece confuso. Il volto della donna davanti a lei, che rideva malignamente, si faceva sempre meno chiaro tanto che ad un certo punto non riuscì che a distinguerne il profilo. L'aria era assente nel suo petto da troppo tempo; stava per svenire.
La sua testa cadde di lato, mentre le gambe continuavano a stento a reggere il suo gracile corpo; tutto ciò che la circondava stava per diventare nero, quando all'improvviso le mani della donna lasciarono il suo collo.
Allyson inspirò tutta l'aria che poté trattenere, poi la buttò fuori ed inspirò ancora. Annaspando si lasciò scivolare con la schiena lungo il muro fino a sedersi a terra.
Che cosa stava accadendo?
Recuperando lentamente il controllo, riconobbe a stento la figura che si era posizionata davanti a lei.
Era Jeff. Coperto di sangue, con il coltello in mano. Sorrideva in modo malvagio, e sembrava fissarla con pessime intenzioni.

Ed in quel momento, la sua mente riportò alla luce ciò che lui le aveva detto prima di sparire.

"Se ci incontreremo ancora, ti ucciderò".

Bad - Seconda parteWhere stories live. Discover now