CAPITOLO DODICESIMO - parte 2

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Natalie aprì gli occhi lentamente e sbatté ripetutamente le palpebre, cercando di mettere a fuoco l'ambiente attorno a lei. Voltò le testa, ancora chiaramente intontita, per poi far scorrere lo sguardo sui volti preoccupati delle persone attorno al suo letto.
-Toby...- farfugliò, riconoscendo istantaneamente il viso del ragazzo; lui sorrise ampiamente e le strinse con forza la sua mano, grato al cielo di poterle finalmente parlare. -Stai bene?- le chiese, senza smettere di sorridere.
Natalie annuì vagamente, riprendendo a squadrare con attenzione la stanza in cui si trovava. -Dove... Sono?- balbettò, stancamente. Era visibilmente confusa, quasi come se parte della sua mente fosse rimasta addormentata, e ciò era quasi sicuramente dovuto alle pesanti dosi di farmaci che i medici dovevano averle somministrato durante la contenzione; era così intontita che parevano non si fosse neanche resa conto del baccano proveniente dalla porta.
Allyson si avvicinò lentamente all'amica, con aria impacciata; si mise a sedere sul suo letto, mentre l'altra era intenta a sollevare la schiena, e le sorrise. -Ciao, Clock- disse, con un piccolo cenno della mano.
La castana ricambiò immediatamente quell'amichevole sorriso, e parve essersi accorta soltanto adesso della presenza di Ally. -Ciao! Dove... Dove sono?- chiese di nuovo, siccome nessuno aveva ancora risposto alla sua domanda.
-In infermeria... Non preoccuparti, è tutto a posto- la rassicurò l'altra, accarezzando dolcemente la sua fonte con una mano.
Natalie si stropicciò gli occhi e voltò la testa, scrutando gli altri occupanti della stanza: Tim la salutò con un cenno della mano, mentre Eren neanche si accorse di essere guardato, intento com'era a contare le penne posate su una scrivania. Dina invece se ne stava in disparte, con il volto girato verso l'uscita.
-Ci siamo quasi tutti...- commentò, lanciando un amichevole occhiolino alla piccola Sally. -Ma... Rouge e Brian?-.
Dapprima, nessuno volle dare una risposta a quella domanda. Anche Allyson esitò per diversi secondi, indecisa se mentire o dire la verità; dopotutto probabilmente Natalie non sapeva nulla di ciò che era accaduto, ed avrebbe dovuto spiegarle davvero troppe cose. -Sono sicura che stiano bene. Noi altri dobbiamo aspettare qui- si limitò a dirle, tentando invano di coprire con la sua voce il baccano che proveniva dal corridoio.
Fu allora che la castana voltò lo sguardo verso il vetro, e vide il gruppo di pazienti che dall'esterno stavano cercando di entrare; adesso avevano smesso di sbattere pugni sulla porta, ma solo per riprendere fiato e parlare tra loro di qualcosa che non le fu possibile comprendere.
-Ma che cosa...- balbettò, aggrottando la fronte. -Chi diavolo sono quelli?-.
-Natalie- intervenne Toby, posandole una mano sulla spalla. -Mentre eri incosciente c'è stata una falla nella sicurezza; i detenuti che tenevano nei sotterranei sono usciti dalle celle, ed ora l'edificio ne è invaso. Ma la polizia sta intervenendo proprio ora, dobbiamo solo aspettare- le spiegò, simulando la voce più rilassata e rassicurante che riuscì ad improvvisare.
Sul volto Natalie adesso, nonostante lo stato confusionale causato dai tranquillanti che aveva assunto e che le impedivano di ragionare lucidamente, comparve un'espressione terrorizzata. -Siamo... Siamo sicuri che qui non possono entrare, vero?!-.
-Certo- le rispose lui, annuendo energicamente.
Allyson strinse le mandibole; sapeva che anche Toby avesse parlato in quel modo soltanto per rassicurarla, ma entrambi sapevano che la realtà era ben diversa: non potevano sapere come sarebbe andata a finire.
Ad un tratto, mentre i ragazzi continuavano a parlare tra loro, la porta fu spalancata con violenza e qualcuno fu letteralmente buttato dentro alla stanza; e subito dopo, l'uscita venne nuovamente bloccata con lo scatto della serratura. Tutti i presenti, allarmati, guardarono la figura che era accovacciata a terra:  si trattava di Brian.
Il ragazzo si alzò in piedi di scatto ed alzò le braccia, iniziando ad emettere lamenti, girando su se stesso in modo preoccupante; pareva stesse cercando di capire dove si trovasse.
-Brian...- esclamò Allyson, avvicinandosi a lui. -Ti hanno portato qui gli agenti di polizia?-.
Ma lui pareva totalmente affondato nei suoi pensieri, tanto che non parve aver udito la domanda. -Oddio, no...- farfugliava. -No! Adesso come faccio? Non... Non verrà mai più via!-.
-Amico, che stai dicendo?- intervenne Tim, squadrandolo dalla testa ai piedi nel tentativo di capire cosa non andasse in lui.
Il nuovo arrivato iniziò ad annaspare, come fosse in procinto di un attacco di panico. -Quegli schifosi mi hanno toccato; ho poggiato la schiena contro al muro ed i pantaloni a terra... Ho toccato le maniglie con le mani ed ora...- balbettava, senza smettere di guardarsi intorno con uno sguardo perso nel vuoto. -Ora è un disastro, lo sporco non viene più via e...-.
-Brian!!- gridò infine Allyson, nel tentativo indurlo a recuperare la ragione. Non era di certo questo il momento migliore per lasciarsi soffocare dalle ossessioni, erano in vista problemi ben più pericolosi. -Calmati, è tutto ok-  gli disse ancora. 
Ma lui, sempre più agitato, aveva iniziato a piagnucolare come un bambino. -Non verrà via mai più. Ora come faccio? Come.. Come faccio a toglierlo?!..-.
-Brian devi calmarti- intervenne Tim, posizionandosi davanti a lui ma senza azzardarsi a toccarlo. -Non puoi pensare ai batteri, adesso-.
-Ma sono dappertutto!- gridò ancora Brian con tutto il fiato che aveva in gola. -Pure dentro al mio naso! Pure nella gola! Come la tolgo tutta questa schifezza... Come la tolgo?!-. Avendo ormai perso del tutto il controllo della situazione a quel punto il ragazzo si voltò in direzione mobile ove erano custoditi buona parte dei medicinali dell'infermeria, e come un falco che individua un topino notò la presenza di numerose bottiglie di disinfettante riposte in modo ordinato dietro l'anta di vetro. Fece un balzo in avanti e ne afferrò una manciata, per poi svitarle frettolosamente ed iniziare a gettare il contenuto sulle sue braccia e sulla sua testa.
Eren guardò la scena in silenzio, rivolse un'espressione affranta ad Allyson. -Ora ci siamo tutti-.

Bad - Seconda parteWhere stories live. Discover now