CAPITOLO DECIMO - parte 2

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-È ancora addormentata- disse Toby, che si massaggiava la gola con le mani tanto faceva fatica a respirare. Il suo corpo era in subbuglio; non faceva che muoversi e guardarsi intorno come si aspettasse che da un momento all'altro sarebbe potuto accadere qualcosa, mentre parlava agli altri con un filo di voce. -È nell'infermeria, chiusa a chiave....- mugolò. -Ma è pieno di pazzi li! Si stanno.... Si stanno ammazzando a vicenda, è....-.
-Okay, calmo- lo interruppe Ally poggiando una mano sulla sua spalla, nel goffo tentativo di trasmettergli un po' di rassicurazione.  -Adesso andiamo a prenderla-.
-È praticamente un suicidio- commentò freddamente Jeff, voltando la testa dall'altra parte senza neanche tentare di nascondere il suo totale disinteresse.
Ma Allyson strinse i pugni e scosse la testa con decisione. -Natalie è la mia migliore amica... Non posso abbandonarla-.
-Puoi anche andartene, tu!- grugnì Troy, rivolgendo al killer uno sguardo carico di risentimento.  -Non sei così essenziale, sai?!-.
Io moro lo guardò senza dire nulla, per niente toccato da quelle parole. Al contrario, ancora una volta pareva piuttosto divertito dalla situazione.
-Anzi...- continuò l'altro, a pugni chiusi. -Perché non te ne vai e basta? Tanto a te non interessa assolutamente niente di Natalie, o me, o chiunque altro. Quindi vattene, è meglio per tutti!-.
A quel punto Allyson si sentì costretta ad intervenire, prima che la situazione potesse tramutarsi nuovamente in qualcosa di molto pericoloso. -Tim! Smettila!- esclamò, assestando una spinta sul suo petto. -È dalla nostra parte, possibile che non l'hai ancora capito?-.
-Non più- disse Jeff.
A seguito di quell'affermazione, pronunciata dal moro una calma raggelante, nel corridoio in cui si trovavano calò un soffocante silenzio. Gli altri tre si voltarono a guardarlo con aria confusa, finché Allyson non si avvicinò a lui. -Che intendi?- disse, con un filo di voce.
-Mi sono stufato- rispose il killer con innaturale tranquillità, muovendo la testa per scacciare via il ciuffo di capelli che pendeva sulla sua fronte. Sorrise malignamente mentre rivolgeva il suo sguardo agli altri due ragazzi. -Me ne vado per la mia strada- esordì. -Dopotutto avete ragione, di voi non me ne frega un cazzo-. Si voltò poi verso la ragazza, ma l'espressione truce dipinta sul suo volto non accennò minimamente ad ammorbidirsi. -Il nostro accordo è saltato- le comunicò. -Se vi incontrerò ancora... Vi ucciderò-.
Allyson aprì la bocca con l'intento di dire qualcosa, ma le parole che avrebbe voluto pronunciare morirono nella sua gola. Stava dicendo sul serio? Non ebbe neanche il coraggio di chiederlo.
-Bene. Vattene- lo sfidò ancora Tim, fingendo una determinazione che forse in realtà non aveva, mentre si posizionava davanti alla piccola Sally in modo preventivo.
Ma il killer non pareva intenzionato ad aggredire nessuno, almeno non in quel momento; voltò le spalle con non chalance e si incamminò, senza aggiungere più una sola parola. Solo a quel punto Ally ruscì a recuperare un po' di coraggio; corse verso di lui, e lo afferrò per la maglietta. -Aspetta, Jeff!-.
La reazione del moro, però, non fu affatto quella che si sarebbe aspettata. Il killer si voltò di scatto verso di lei, e sfoderò il coltello che custodiva gelosamente nella tasca dei pantaloni; eseguì poi un movimento così veloce ed imprevedibile che la ragazza neanche si accorse di essere stata colpita, finché non sentì un fitto dolore proveniente dalla sua spalla sinistra. La maglietta che indossava si tinse subito di rosso, indicando con chiarezza che la sua pelle era stata tagliata.
-Non scherzavo- esordì poi Jeff, riprendendo il suo cammino come niente fosse.
Toby lo osservò con la bocca spalancata mentre si allontanava, per poi correre in soccorso di Allyson. -Stai bene?- chiese, osservando il sangue che macchiava il tessuto della maglietta.
Lei si limitò ad annuire vagamente; era così scossa da non riuscire più neanche a parlare, non riusciva a capacitarsi di quello che era appena accaduto. Si era fidata di quel pazzo solo perché aveva visto qualcosa di speciale in lui, qualcosa che lo contraddistingueva da tutti gli altri pazienti dei sotterranei; ma forse, questo, non era stato che uno dei tanti gravi errori che aveva commesso.
La confusione mentale che si era creata in lei venne sostituita subito dopo dal pensiero, forte ed invasivo, che si insinuò rapido nella sua mente: Natalie. Dovevano andare da lei e salvarla, per poi uscire da quell'inferno; a quel punto non aveva più importanza se Jeff fosse rimasto all'interno oppure no. Inoltre, si era ormai resa conto che la situazione stava continuando a peggiorare con lo scorrere di ogni secondo: non poteva permettersi di cercare neanche Dina, Eren e Brian.
-Andiamo- esclamò rivolgendosi agli altri due, mentre premeva la mano destra sulla sua spalla. Tim la guardò con aria preoccupata, per poi seguirla; avrebbe voluto chiederle di poter verificare la gravità della ferita, ma non lo fece. A quel punto era Toby ad aprire la fila e dirigere il gruppo in percorrendo la via più breve per raggiungere l'infermeria, e camminava velocemente nonostante zoppicasse in modo evidente. Anche per lui valeva la stessa cosa: il suo unico pensiero, adesso, era salvare Natalie.

Bad - Seconda parteWhere stories live. Discover now