CAPITOLO QUINDICESIMO - parte 2

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Allyson sollevò con grande fatica il braccio sinistro di Jeff e lo fece passare dietro alla sua schiena, tentando poi di sollevarlo. Si rese però conto quasi subito di non riuscirci: era ormai allo stremo delle forze, i suoi muscoli dolevano come fossero circondati da tizzoni ardenti e come questo non bastasse il ragazzo sembrava poco intenzionato ad aiutarla. Se ne stava fermo, con i denti stretti ed una mano premuta sulla profonda ferita che albergava sulla sua pancia, oramai completamente zuppa di sangue.
Allyson si voltò frettolosamente in direzione di Tim, implorando il suo aiuto. -Aiutami, fa presto! Non riesco ad alzarlo da sola- esclamò, annaspando.
Ma lui non accennò a voler muoversi di un solo passo: restò fermo nella stessa posizione, scosse la testa con decisione e sbuffò.
-Aiutami!- ripeté la ragazza, che nonostante tutto continuava a tentare facendo appello alla sua forza di volontà. Ma per quanto insistentemente tentasse di sollevare il corpo di Jeff, proprio non riusciva a muoverlo.
A quel punto Tim fece una smorfia, mentre indietreggiava fin oltre la porta aperta. -Che vuoi che faccia, Allyson? Vuoi davvero che lo aiuti dopo quello che ha fatto?- esordì, continuando a scuotere la testa sempre più impaziente di abbandonare quella stanza ove aveva rischiato di perdere la vita, e raggiungere il resto del gruppo verso l'uscita.
Ma la ragazza, determinata adesso più che mai, non permise alla sua testardaggine di barcollare. -Ti sto solo chiedendo di avere pietà nei confronti della persona che ti ha appena salvato la vita!- gridò, buttando fuori dai polmoni tutto il fiato che contenevano.
Tim spalancò gli occhi in un'espressione stupefatta, incredulo e ridotto ormai ad un fascio di nervi tesi; non gli importava niente del destino al quale quell'assassino sarebbe andato incontro, ma non voleva abbandonare la sua amica alla stessa sorte. -Tu stai delirando, Ally. Vieni con con noi, prima che sia troppo tardi!-.
Le concesse solo un altro paio di secondi, durante i quali restò a guardarla come attendesse con estrema impazienza di vederla arrendersi ed accettare suo malgrado di seguire lui ed il resto del gruppo; ma resosi conto che la ragazza non intendeva in alcun modo ascoltarlo, fu costretto ad imporre a se stesso di voltarle le spalle e scappare via. Così si avviò a passo svelto lungo il corridoio stringendo entrambi i pugni, per scacciare via l'idea di fermarsi e tornare indietro; non avrebbe mai voluto abbandonare Ally, ma lei non gli aveva lasciato nessun altra scelta.
Solo un secondo dopo che la figura di Tim fosse svanita dietro allo stipite della porta, Allyson si ritrovò da sola in quella stanza, con Jeff che avvinghiato al suo collo tentava invano di mantenere la sua mente lucida. Ampie macchie di sangue color cremisi riempivano il pavimento camminando nelle fughe tra le mattonelle; i muri erano pieni di schizzi rossi, ed i corpi silenziosi distesi a terra inquadravano quello che sembrava un incubo, ma troppo reale. Quella stanza, nonché tutto l'edificio era diventato in poche ore un vero inferno. Un inferno in cui forse Ally e Jeff sarebbero morti entrambi.
La ragazza si guardò intorno, confusa e terrorizzata dalla situazione in cui si trovava. Doveva trovare un modo per portare Jeff al sicuro; non poteva lasciarlo in balia di qualunque squilibrato che avesse deciso di entrare in infermeria. Inoltre, seppur non vantasse alcuna conoscenza medica era palese che se non avesse bloccato subito la fuoriuscita di sangue da quella ferita, il ragazzo sarebbe di certo morto da li a poco.
Respirando affannosamente si alzò in piedi e lanciò una rapida occhiata alla porta d'ingresso, verificando che per il momento il corridoio all'esterno pareva essere vuoto e silenzioso in modo confortante; in uno stato di panico che distorceva fortemente il suo pensiero rovistò in tutti i cassetti che le capitarono a portata di mano, frugando in fretta e furia con le braccia che tramavano come foglie al vento.
Mille domande affollavano la sua mente, mentre recuperava tutti gli oggetti che le parevano utili. Il terrore di non riuscire a salvarlo in tempo la paralizzava; non poteva neanche pensarci. Doveva riuscire a salvare quel ragazzo e basta; non c'era nessuna alternativa.
Afferrò un rotolo di fascia idrofila, poi tornò a raggiungerlo in fretta, chinandosi a terra.
-Okay... Okay...- farfugliò, con il fiato corto. -Andrà tutto bene. Adesso ci penso io...-.
Afferrò la maglietta insanguinata di Jeff con entrambe le mani e la sollevò con decisione, scoprendone il torso. La grossa scheggia di vetro con la quale era stato colpito si trovava ancora li, conficcata in profondità nella carne; pensò rapidamente che avrebbe dovuto toglierla per evitare che continuasse a lacerare il tessuto, a causa del movimento dovuto alla respirazione.
Ed in quel momento, una voce così debole da essere a malapena udibile uscì dalla bocca socchiusa di Jeff. -Allys...on-.
La ragazza strinse i denti e poggiò una mano sulla sua guancia, improvvisando l'espressione più rassicurante che riuscì ad interpretare nonostante fosse ormai soffocata dalla paura e dalla spietatezza. -Sentirai dolore... Ma cerco di fare in fretta. Resisti, ti prego-. Senza pensarci troppo afferrò l'estremità visibile del vetro e tirò con decisione verso di se, estraendolo in meno di un secondo. Jeff emise un gemito di dolore, prima di lasciarsi nuovamente cadere a terra con una guancia aderente al pavimento. 
-Non puoi morire così...- farfugliò ancora Allyson, afferrando il rotolo della fascia che poco prima era riuscita a reperire. -Non te lo permetto-.
La avvolse attorno al busto del ragazzo stringendola più forte che le fu possibile, in modo da bloccare almeno in parte il sanguinamento. La fece girare diverse volte applicando il maggior numero di strati che poté, poi la fissò in modo tale che non potesse srotolarsi.
-Jeff...-.
Impiegò qualche secondo a realizzare che il ragazzo avesse smesso di muoversi: con la testa appoggiata sul pavimento, il suo respiro era così flebile da essere appena percettibile.
Ally sollevò con delicatezza la sua testa e la posò sulle proprie gambe, volgendo uni sguardo estremamente preoccupato all'ingresso. -La porta è distrutta, e non si può più chiudere- disse, abbassando lo sguardo. -Se quei mostri verranno a prenderti, dovranno prendere anche me...-.

Bad - Seconda parteWhere stories live. Discover now