CAPITOLO NONO - parte 2

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Nell'esatto istante in cui Allyson comprese ciò che stava per accadere, ordinò a Tim di fermarsi; non avrebbe potuto permettergli di farlo.
-Tim! Fermati!- gridò, tentando di afferrare il colletto della sua camicia; il ragazzo, tuttavia, fece un balzo in avanti abbastanza veloce da impedirglielo, e con i pugni stetti raggiunse Jeff in un istante.
Il killer, da parte sua, non fece altro che allargare un lieve sorriso e prepararsi ad usare il coltello che ancora reggeva saldamente nella mano sinistra, cosa che faceva supporre fosse mancino; l'adrenalina già scorreva nelle sue vene, e dopo tutto il tempo trascorso in una lurida cella lontano dalla luce del sole e dunque del tutto incapace di dare sfogo alle sue perversioni, non avrebbe di certo esitato ad uccidere una seconda persona.
Il tempo sembrò fermarsi quando Tim si trovò a pochi palmi dal suo volto; la sua espressione trasaliva odio profondo ed una rabbia incontrollata, era pronto a rischiare tutto pur di far pagare a quel mostro il prezzo dell'atto abominevole da lui compiuto. Ma Jeff, che non era minimamente intimorito da tutto ciò, sollevò rapidamente  il braccio calcolando la suo inconsapevole aggressore; con la grande esperienza che aveva maturato durante la sua vita da criminale e reietto, non avrebbe mai potuto sbagliare un taglio di quel tipo.
Tuttavia, un secondo disperato grido improvviso da parte di Ally lo indusse a fermare il moto del coltello, paralizzandolo.
-Jeff, no!- gridò la ragazza con tutta la voce che aveva in gola, portando le mani avanti nel tentativo di catturare la sua attenzione; stava piangendo in modo incontrollato, e tremava come una foglia. -Non fargli del male, ti prego!-. Era sicura che non avrebbe avuto alcun problema ad uccidere Tim, ancor meno se si trattava di un atto di autodifesa; ma in quella stanza giaceva già un cadavere,  e sperava davvero con tutta se stessa di non dover assistere alla morte di un altra persona.
Fortunatamente il killer sembrò non esitare un secondo ad assecondare la sua richiesta, e riuscì a bloccare appena il tempo il movimento della lama, seppur questa sfiorò comunque la pelle di Tim.
Ma quest'ultimo, che ormai aveva completamente perduto la ragione, non si fermò affatto ma piuttosto approfittò abilmente dell'esitazione dell'altro: con entrambe le mani tentò di afferrare il killer per le spalle, ma lui scivolò via di lato con una tale velocità che per poco Tim non andò a sbattere con la testa contro alla parete. Senza perdersi d'animo ed ancora in preda alla rabbia il ragazzo scattò verso l'altro con lo stesso ardore; questa volta, però, Jeff non si limitò a difendersi. Contrastò il suo movimento con uno spintone, imponendosi a fatica di non usare il coltello, e girò rapidamente dietro di lui finché non si trovò alle sue spalle; a quel punto, poggiò delicatamente la lama dell'arma sulla pelle morbida della sua gola.
-Pare che me la cavi ancora bene- ridacchiò Jeff, tenendo adesso lo sguardo fisso sulla carne pulsante, pronto a reciderla. -E io che pensavo di aver perso l'abitudine, stando chiuso in quella cella per tutto questo tempo-.
Ally spalancò le palpebre e restò in silenzio con il fiato sospeso, paralizzata dalla paura ed impossibilitata ad avanzare. Avrebbe visto Tim morire sgozzato davanti ai suoi occhi?
-Jeff...- mugolò, con un filo di voce. Respirava a fatica ed aveva il cuore in gola; ancora una volta, sentiva sulle sue spalle lo schiacciante peso del senso di colpa per tutto ciò che stava accadendo.
-Sai, c'è un solo motivo se non ti uccido- borbottò Jeff, continuando a rivolgersi a Tim con un atteggiamento beffardo e provocatorio. -La mia sete di sangue è già stata placata. In un'altra occasione, tuttavia, ti avrei ammazzato di certo-.
Tim deglutì a vuoto realizzando di aver la gola completamente secca, ed i ogni nervo in una continua ed interminabile condizione di tensione. Poteva sentire il sottile filo della lama accarezzare la sua pelle, e si rendeva conto ora più che mai della pericolosità della situazione in cui si era volutamente cacciato. Sarebbe bastato un singolo, semplice gesto da parte del killer per porre fine alla sua intera esistenza; sotto a quel sottile strato di derma, si nascondeva una delle vene principali del sistema circolatorio.
I secondi che seguirono parvero durare un'eternità intera; Jeff restò immobile e parve pensare intensamente, per poi abbassare l'arma con una lentezza snervante.
E non appena Allyson realizzò che avesse realmente deciso di risparmiare il suo amico, fu pervasa da un'impagabile sensazione di sollievo.
Senza dire una singola parola si scambiò uno sguardo pensieroso con Tim, che si massaggiava il collo forse per assicurarsi che fosse davvero tutto intero; poi, d'un tratto, un leggero tonfo proveniente dalla porta della stanza attirò l'attenzione si tutti e tre. Allyson si voltò rapidamente nella direzione da cui era provenuto il rumore, e solo allora si ricordò della presenza della piccola Sally.
Che stupida, pensò.
Tutto quel caos l'aveva indotta a dimenticarsi totalmente di quella povera bambina.
La piccola, visibilmente scossa, si era lasciata cadere a terra ed ora, con la schiena appoggiata allo stipite della porta, teneva la testa nascosta tra le mani. Le sue spalle tremavano visibilmente, mentre teneva le braccia saldamente avvolte attorno alle ginocchia piegate.
-Sally...- mormorò Allyson, raggiungendola a passo lento. Si chinò a terra davanti a lei e la afferrò delicatamente per un braccio, sforzandosi di sorridere nel tentativo di rassicurarla. -Va tutto bene, tranquilla- le disse.
Nel frattempo, Tim si era allontanato da Jeff quanto bastava per sentirsi al sicuro; di certo non aveva più alcuna intenzione di tentare un altro scontro con lui, seppur ogni volta che il suo sguardo cadeva sul corpo senza vita di Rouge venisse nuovamente pervaso dalla rabbia.
Il moro invece pareva aver già recuperato quello stato di innaturale calma che lo contraddistingueva dagli altri, assumendo un atteggiamento completamente distaccato. Tacque per diversi secondi, osservando Allyson mentre tentava di consolare la bambina; difficile capire cosa stesse pensando.
-Dovremmo muoverci- disse poi, avviandosi con disinvoltura verso la porta.

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Capitolo dedicato a pandadraco.
Autrice che stimo, lettrice che adoro :)

Bad - Seconda parteWhere stories live. Discover now