CAPITOLO SETTIMO - parte 2

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L'espressione sul volto di Jeff con estrema rapidità, facendosi decisamente più cupa. Le sue labbra si strinsero lievemente, il suo sguardo divenne gelido.
-Ti comporti da stupido, ragazzo- disse, continuando a fissare intensamente Toby con occhi pungenti; sembrava proprio che si stesse sforzando, nell'imporre a se stesso di non aggredirlo perché probabilmente, se lo avesse fatto, sarebbe finito per ucciderlo.
Ma il castano non sembrò notarlo, e non si lasciò intimidire. -Esci dalla mia stanza, subito- gli ordinò, colmo di rabbia.
-Toby!- gridò infine Allyson, afferrandolo per una spalla ed iniziando a scuoterlo. -Piantala, lui sta solo...-.
Ma il ragazzo, allontanandosi da lei con un gesto nervoso, le lanciò un'occhiataccia. -Zitta!- grugnì. -Non ti rendi conto di quello che stai facendo? Stai mettendo in pericolo tutti quanti!-.
Sbuffò rumorosamente e sfregando una mano sul mento tentò di recuperare il controllo; non riusciva proprio a capire perché mai Allyson si stesse comportando in quel modo, ed insistesse tanto per portarsi dietro quello sconosciuto che, quasi certamente, era del tutto inaffitabile.
Aveva potuto vederlo nei suoi occhi. Jeff sembrava proprio uno squilibrato vestito da bravo ragazzo, e non avrebbe mai potuto permettere ad una sua cara amica di lasciarsi abbindolare in quel modo senza fare nulla per impedirlo.
Certo, non poteva sapere se ciò che lui aveva detto poco prima fosse vero, ma riusciva a percepire qualcosa di davvero strano in lui.
Scosse energicamente la testa, poi rivolse ancora una volta lo sguardo carico di rabbia in direzione del killer. -Non abbiamo bisogno di te. Vattene via- ghignò.
Toby si aspettava una rezione violenta da parte di Jeff; l'aveva appena sfidato, voleva constatare se lui fosse solo un egocentrico ciarlatano oppure no. Ma la reazione dell'altro, non fu di certo quella che si era aspettato.
Jeff continuò ad osservarlo interamente per una manciata di secondi, con la fronte aggrottata; poi, d'un tratto abbassò lentamente la testa ed i suoi lunghi capelli neri scivolarono davanti al viso, celandone parzialmente l'espressività. Lasciò cadere molto lentamente le mani lungo i fianchi e se ne restò lì, completamente immobile, eccezion fatta per dei lievi spasmi muscolari che scuotevano di tanto in tanto le sue spalle.
Allyson guardò la scena con un'espressione confusa e disorientata: non capiva che cosa stesse accadendo. Con grande titubanza si avvicinò al killer, compiendo una serie di piccoli passi traballanti.
-...Jeff?- mormorò con un filo di voce, senza mai staccargli gli occhi di dosso. Aveva il tremendo presagio che, da un momento all'altro e senza alcun preavviso, lui avrebbe potuto aggredirla. Attese una interminabile manciata di secondi ma non ottenne alcuna risposta, e così dovette recuperare un altro po' di coraggio per avanzare ulteriormente, fino a fermarsi davanti a lui; a quel punto, poggiò delicatamente una mano sulla sua spalla.
E non ebbe dubbi.
Lo sentì chiaramente tremare sotto al suo palmo.
-Jeff? Non te la prendere, sta...-.
Le parole che stava per pronunciare morirono nella sua gola quanto, con un movimento rapidissimo, il ragazzo tornò a sollevare la testa. Le fu possibile scorgere il suo volto per un brevissimo istante, prima che lui si voltasse verso la porta: i suoi occhi chiari adesso brillavano di una luce che mai aveva visto prima di allora, ed un ampio ed agghiacciante sorriso albergava sulla sua bocca.
Quello era il volto di un folle. Di un sadico.
L'espressione facciale di chi ha perduto il controllo.
E ne sarebbe stata letteralmente terrorizzata, se non fosse che nel giro di un istante o poco più Jeff avesse già spalancato la porta con l'intento di andarsene.
-Jeff! Aspetta!- gridò a quel punto la ragazza; tentò di seguirlo, ma fu subito bloccata da Toby che le impedì di varcare la soglia afferrandola per il cappuccio della felpa, per poi affrettarsi a richiudere la porta posizionandovi davanti la scrivania. Nel frattempo, fu possibile udire il rumore dei passi di Jeff che avanzava allontanandosi felicemente lungo il corridoio all'esterno, muovendosi non più con cautela ma con un impeto animalesco. 
-Lasciami!- protestò Allyson, divincolandosi affinché Toby la lasciasse andare. Doveva fermare Jeff prima che fosse stato troppo lontano da udire la sua voce, non poteva lasciarlo andare in quel modo.
Ma il castano non mollò affatto la presa, scosso da una scarica di adrenalina. -Ma sei pazza?- gridò, riprendendo a scuoterla nel vano tentativo di indurla a ragionare. -Se esci da questa porta, ti ammazzeranno!-.
-E lui? Non pensi a lui?- ribatté Allyson, spingendo il petto di Toby con le sue gracili braccia.
-Ascoltami, maledizione!- gridò infine il ragazzo, ricambiando lo spintone. L'effetto che ottenne lui, tuttavia, fu quello di farla cadere violentemente a terra fin quasi a sbattere la testa contro alla scrivania che solo un attimo prima aveva posizionato davanti alla porta per bloccarne l'apertura. La ragazza ebbe il riflesso incondizionato di parare il colpo con le mani, editando il peggio; e per i secondi successivi rimase li immobile, con gli occhi spalancati. Un espressione profondamente stupita albergava adesso sul suo volto, non riusciva a credere che Toby avesse appena tentato di farle del male.
Dal canto suo, anche il ragazzo rimase pietrificato nel realizzare che cosa avesse appena fatto; non intendeva buttarla a terra ma solo scuoterla, aiutarla a ragionare.
Aprì la bocca più volte nel tentativo di parlare, ma neanche una sillaba fuoriuscì dalla sua bocca. Scosse la testa ed espirò nervosamente aria calda dal naso, recuperando il controllo dei suoi pensieri. -Scusami, io...- balbettò, chinandosi a terra con l'intento di aiutare Allyson a rialzarsi. -Io non volevo, stavo solo.... Scusami  davvero-.
Ma la ragazza non rispose; abbassò lo sguardo sulle mattonelle del pavimento e scosse lievemente la testa. Adesso più che mai le chiaro che una persona debole come lei non sarebbe uscita viva da quel posto, se avesse giocato a fare l'eroina; era bastata una semplice spinta a farla cadere, rischiando per poco di metterla fuori gioco.
Si rendeva conto di essere fragile, inutile, impotente.
Ma questo non l'avrebbe fermata, non ora che Jeff era la fuori da solo.
-Scusami...- ripeté ancora una volta Toby, massaggiandole la spalla come volesse in qualche modo rimediare al suo errore. -Non l'ho fatto apposta, te lo giuro-.
Allyson si limitò ad annuire, ma non accettò il suo aiuto; volle rimettersi in piedi da sola. Tacque per qualche secondo, sistemando il colletto della felpa. -Perché?- mormorò poi, volendo all'amico uno sguardo gelato.
Lui scosse lievemente la testa. -Che cosa?- le chiese, con un filo di voce.
-Perché l'hai cacciato?- fece lei, mentre una crescente rabbia si impadroniva della sua mente.
-Ally, non...-.
-Rispondimi!- gridò poi, interrompendolo bruscamente. A quel punto pretendeva una risposta convincente a quella domanda, perché non poteva accettare che Jeff si trovasse in una tale situazione di pericolo a causa sua; dopotutto aveva accettato di aiutare lei ed i suoi amici anziché cercare un'uscita ed andarsene, dunque si trovava li anche per aiutare lo stesso Toby.
Non avrebbe meritato quel trattamento.
-È che non mi fido di lui- tagliò corto il ragazzo, intrecciando nervosamente le braccia sul petto. -Potrebbe essere pericoloso, capisci? Anzi... Lo è sicuramente-.
Ma Allyson, stringendo le mandibole, continuò ad inveire. -Lui voleva solo aiutarci- lo corresse, con un tono di voce troppo freddo e rabbioso da sembrare davvero il suo. -Solo aiutarci, e tu l'hai cacciato-.

Bad - Seconda parteWhere stories live. Discover now