CAPITOLO QUINTO - parte 2

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Nei secondi che seguirono le iridi azzurre di Jeff restarono immobili sul volto sorpreso di Allyson, che ricambiava quello sguardo con un lievissimo sorriso dipinto sulle labbra.
Deglutì e fece un piccolo sospiro, sollevata; poi, quasi senza rendersene conto, si ritrovò per qualche motivo ad osservare la profonda cicatrice che Jeff portava sul volto. Era asimmetrica  ed imprecisa, pareva essere il taglio della lama di un coltello, e più la guardava più si convinceva che fosse stato lui stesso a ferirsi in quel modo.
Con le sue stesse mani.
E mentre pensava a questo, Jeff doveva aver notato la sua espressione pensierosa. -Ti piace?- le disse allargando un piccolo sorriso soddisfatto; chiaramente, si stava riferendo al suo volto sfregiato.
Ally scosse prontamente la testa, imbarazzata. -Scusa, non stavo guard..-.
-Allora? Dove sono le persone che dobbiamo recuperare?- la interruppe improvvisamente il ragazzo, cambiando discorso.
Lei emise un sospiro tremante, compiendo un giro su se stessa. -Non lo so, a dire il vero. Ma molti pazienti sono stati chiusi a chiave nelle stanze quando è suonato l'allarme- spiegò, alzando le spalle. -Altri erano in infermieria ma sono stati evacuati assieme a me-.
Jeff strinse le mandibole ed assunse un'espressione stupefatta, allargando le braccia per poi sbatterle contro ai fianchi. -Ma che diamine, intendi controllare tutto l'edificio?- esordì.
Allyson scosse lievemente la testa. -No, in realtà pensavo di... controllare le stanze, è probabile che siano li-.
Il killer non aggiunse più una sinfola parola, e limitandosi ad annuire le fece cenno di seguirlo mentre riprendeva ad avanzare lungo il corridoio con i sensi in allerta, a captare qualsiasi rumore o movimento sospetto. Allyson lo seguì sforzandosi di procedere, nonostante la spossatezza, alla medesima andatura del ragazzo; e mentre lo faceva, fu istintivo per lei allargare sulle labbra un sorriso appena percettibile. Adesso sapeva di aver fatto la scelta giusta, a fidarsi di Jeff.
-Da che parte?- chiese lui, voltandosi indietro nel momento in cui ebbe raggiunto il peimo bivio. Per loro fortuna oramai quella zona pareva essere stata evacuata, ma il baccano che giungeva da lontano suggeriva che tremendi scontri fossero in corso in altri reparti.
-Di qua- rispose Allyson incamminandosi frettolosamente a sinistra. Considerata la pericolosità della situazione doveva utilizzare il percorso più breve per raggiungere le camerate, ed una volta giunta sul posto sperare di non trovarlo invaso dai medici o, ancora peggio, dai detenuti scappati fuori dai sotterranei.
Sapeva che Natalie probabilmente non si trovava nella sua stanza, siccome l'aveva vista per l'ultima volta in infermeria; ma aveva una forte speranza di poter trovarvi tutti gli altri, o almeno alcuni tra loro.
I passi di Jeff che camminava a piedi nudi davanti a lei erano leggeri, estremamente silenziosi, quasi impercettibili. I passi di un assassino, di qualcuno abituato a muoversi senza emettere rumore. In effetti, nonostante il corpo di Ally fosse molto meno pesante, il suo movimento rimbalzava sulle pareti in modo decisamente più rumoroso.
I due fuggitivi avanzavano l'uno affianco all'altra, ma senza mai guardarsi ne sfiorarsi; ed entrambi, con le orecchie rizzate, ascoltavano i rumori inquietanti che provenivano dai vari reparti della struttura.
Grida disperate, tonfi contro al mobilio e alle pareti, ed il frastuono causato dai vari oggetti che venivano gettati a terra; una sorta di macabra colonna sonora che rendeva ancor più difficile per Allyson tenere a bada il tremore delle sue gambe.
-Attenta-.
La voce di Jeff la distolse improvvisamente dai suoi pensieri, catapultando la sua attenzione nel presente: Ally cessò immediatamente di camminare quando sentì la mano del killer premere sulla sua pancia, per impedirle di proseguire. Lo guardò dapprima confusa e si rese conto che lo sguardo del moro era rivolto verso destra, ove potè scorgere una figura. Un uomo di mezza età, con delle lunghe catene legate ai polsi che ciondolavano a mezz'aria fin quasi a toccare il pavimento, si trovava immobile al centro del corridoio nel quale erano diretti. Era vestito con qualche straccio o poco più, ed il suo volto era rivolto verso il basso; sarebbe potuto sembrare addormentato, ma le sue palpebre erano enormemente spalancate.
Jeff lo osservò in silenzio, senza muovere un muscolo.
-Che si fa?- chiese Allyson con un filo di voce; era terrorizzata al punto che avrebbe voluto stringere la mano del ragazzo, per trovare un po' di conforto. Ma non lo fece.
Non aveva idea di come lui avrebbe reagito al contatto, ed aveva paura di scoprirlo nonostante avesse ormai guadagnato una certa fiducia nei confronti di quello strano ragazzo dai cappelli neri come il petrolio.
Solo un attimo dopo, i due videro entrare in scena un infermiere ed a quel punto dovettero nascondersi dietro ad un pilastro per evitate di essere individuati; l'uomo in camice si avvicinò correndo al paziente, che si trovava ancora immobile come una statua al centro del corridoio. Nonostante non sembrasse rappresentare un imminente pericolo, con un gesto rapido e deciso conficcò una siringa piena di sedativo nel suo braccio, ed a quel punto lo strano individuo parve svegliarsi da quella sorta di sonnambulismo giusto in tempo per avvolgere una delle catene attorno al collo dell'infermiere. Quest'ultimo tentò di gridare ma non vi riuscì, ed il suo volto ai colorò quasi subito di intenso rosso così come i suoi bulbi oculari.
-Oh mio Dio...- farfugliò Ally, coprendosi la bocca con le mani.
Giusto una manciata di secondi dopo, l'uomo lasciò improvvisamente la presa sul collo dell'infermiere ormai privo di vita, e si accasciò a terra con un tonfo sordo che rimbalzò sulle pareti spoglie del corridoio.
Il sedativo che gli era stato somministrato sottopelle, doveva aver avuto effetto.
-Non fermiamoci- disse freddamente Jeff, riprendendo a camminare tranquillamente come non fosse in alcun modo scosso da ciò che aveva appena visto.

Bad - Seconda parteDonde viven las historias. Descúbrelo ahora