Capitolo 2. 📚

84 9 0
                                    

La mattina sono la prima a svegliarmi e così decido di preparare la colazione a letto e di portarla anche a Dylan.
Inizio a preparare i pancake mentre il latte è a scaldare, dopo di che prendo un vassoio e ci appoggio due tazze che riempio e sistemo su due piattini i pancake sui quali avevo spalmato la Nutella.
Mi avvio alla camera e facendo piano salgo gli scalini, appoggio il tutto sul letto,quando sto per svegliarlo delicatamente il mio tocco gli fa subito aprire gli occhi.
"Buongiorno" dice stiracchiandosi.
"Ho preparato la colazione"
Gli porgo un sorriso dolce e mi avvicino per dargli un bacio a stampo, si alza e si sistema comodo appoggiando la schiena alla ringhiera.
Mi sistemo anche io al suo fianco e intreccio le gambe, prendo la sua tazza e glie la passo mentre lui con la mano libera si affretta a prendere il pancake.
Si lascia sfuggire un gemito di piacere.
"Buonissimo" dice ancora a bocca piena.
"Dovresti essere così carina tutte le mattine" continua.
Lo guardai inarcando le sopracciglia.
"Vedremo" rispondo con un sorriso scherzoso.
Sa benissimo che non lo farò.
Mi alzai con l'intento di andare a vestirmi ma Dylan mi blocca posizionandosi sopra di me con le sue braccia forzute ai lati della mia testa.
"Dai Dylan devo prepararmi per andare al college questa mattina e non posso fare tardi."
Fa finta di non sentire quello che gli ho appena detto e inizia a baciarmi il collo, la sensazione di piacere mi fa chiudere gli occhi ma subito dopo mi concentrai e lo ingannai scivolando sotto di lui spiazzandolo e corsi giù gli scalini.
A quel punto sbuffa e si sistema comodo sul letto.
"Non posso guardarti" dice posizionando un cuscino sul suo bel viso.
"Perché?" Chiedo ridendo.
"Ti stai spogliando"
Sorrido.
Questa nuova casa fa venire certe voglie a Dylan che sarei felice di accontentare ma oggi proprio non posso.
Quando ho finito di prepararmi,prima di uscire decido di salutarlo mandandogli un bacio con la mano perché sicuramente non mi avrebbe fatto uscire se mi fossi avvicinata.
Mi avviai in fondo al corridoio per bussare, in questo modo ho fatto capire a Valeri che ero pronta e che l'avrei aspettata di sotto.

"Eccomi sono pronta" dice avvicinandosi.
"Ho preso le chiavi della macchina" continua.
"Derek ti ha dato il permesso di usarla ?!" Chiedo con espressione sorpresa.
"Diciamo che abbiamo fatto un accordo" risponde con un sorriso malizioso.
Mi ha fatto capire benissimo quello che a parole non ha detto.
Non so come ma lei riesce sempre a tenerlo al guinzaglio, forse per la sua personalità così forte. Oltre al fatto di essere bellissima è una ragazza d'oro, quasi perfetta in confronto a me.
Derek è fortunato perché ragazze come lei, sono rare da trovare.
"Dai andiamo" dico sorridendogli.
Nel tragitto in macchina chiacchieriamo del più e del meno e quando, grazie al navigatore arriviamo a destinazione l'agitazione inizia ad impossessarsi del mio corpo.
"Hai qualche idea?"
"No Nataly"
"Io sono indecisa se frequentare i corsi di lettere o di medicina" dico scendendo dall'auto.
"Almeno tu hai qualche idea"
Ci incamminiamo all'entrata e subito da perfette inesperte chiediamo informazioni ad un gruppo di ragazzi.
"Scusate" dice Valeri avvicinandosi.
Ovviamente è lei che chiede informazioni, solitamente non sono una ragazza socievole, preferisco stare sulle mie al contrario di Valeri. Loro, che in quel momento stavano chiacchierando si zittirono e si concentrarono su di lei.
"Mi chiamo Valeri e volevo chiedervi se potreste gentilmente dirci dov'è l'aula per i corsi di medicina"
Un ragazzo piuttosto carino si fa spazio e si avvicina.
"Venite vi accompagno io"
Se ne va senza salutare e noi silenziosamente lo seguiamo.
"È carino" mima Valeri con le labbra.
Annuisco lasciandomi sfuggire un sorriso.
Passiamo davanti al corso di scienze naturali e Valeri mi ferma con un braccio.
Quando il ragazzo si è accorto che non lo stavamo più seguendo si ferma e si appoggia al muro con un piede incrociando le braccia.
"Ti dispiace ?" Chiede.
Ovvio che mi dispiace separarmi da lei,potrebbe piacergli ed io rimarrei da sola ma non posso fargli perdere questa occasione.
"Ci vediamo dopo"
Gli porgo un sorriso e quando mi giro verso il ragazzo, lui mi guarda confuso.
Quando si avvicina l'ansia mi causa una fitta al petto.
"Ha cambiato idea?" Chiede sistemando le mani nelle tasche.
"Mm si" rispondo timida.
Il ragazzo non risponde e silenziosamente mi posa una mano sulla schiena per poi darmi una leggera spinta.
Quel tocco inaspettato mi fece irrigidire più di quanto già ero.
Il ragazzo trattiene un sorriso, Incominciamo di nuovo a camminare uno di fianco all'altro.
Il tragitto non fu lunghissimo e quando arriviamo a destinazione gli porgo un sorriso.
"Grazie"
Il ragazzo non dice nulla, mi sorpassa ed entra.
Mi trattenni per 5 minuti fuori dalla porta e quando presi un forte respiro entrai.
Notai che si era seduto sulla seconda fila, tentai di far finta di niente ma quando sposta lo sguardo su di me mi fa segno con la mano di sedermi vicino a lui.
Esito un attimo, in fondo è l'unico che "conosco" e subito decido di mettermi a sedere al suo fianco.
"Posso sapere il tuo nome ?" Chiedo.
"Perché vuoi saperlo?"
Alzai le sopracciglia d'istinto per via di questa stupida domanda alla quale preferisco non rispondere e così mi giro lasciandolo con un "pff"
Il ragazzo si mette a ridere anche se io non ci trovo nulla di divertente, a quel punto prendo la mia roba e mi sposto nella prima fila, non so perché e non mi interessa neanche il motivo ma anche lui fa lo stesso così faccio finta di niente e inizio ad ascoltare la lezione.
"Mi chiamo Damian" dice il ragazzo sussurrando.
"Shh, voglio ascoltare"
lo zittisco con un gesto della mano che a quanto pare gli ha dato molto fastidio dato che mi ha quasi mandato a quel paese.
In quest'ora ci hanno spiegato le varie lezioni che dovremmo trattare spostandoci da una classe a un altra e ci hanno informato sugli orari.
Mi alzo in fretta per essere la prima ad uscire, Valeri mi stava già aspettando fuori e così saliamo in macchina e partiamo.
"Com'è andata?" Chiedo curiosa.
"Molto bene, molto probabilmente andrò in quel corso"
Delusa ma allo stesso tempo felice per lei gli porgo un sorriso.
"A te invece ?" Mi chiede.
"I dubbi che avevo su questa università si sono dissolti"
"Quindi farei quel corso?"
Annuisco.
Accendo la radio che trasmette una di quelle canzoni commerciali e subito ci lasciamo trascinare e percorriamo la strada cantando a squarciagola.

Hearts that beat as one  2Where stories live. Discover now