Capitolo 50 🌹

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L'uomo si avvicina e mi prende per un braccio, inizio a dimenarmi e ad urlare cercando aiuto fino a quando riesco, perché poi mi chiude la bocca con un fazzoletto e mi lega le mani al polso.
Non so più che fare, il mio primo pensiero è diretto al bambino , non so come ma devo cercare di stare calma così trattengo le lacrime e faccio lunghi sospiri, nella mente viaggia lo stesso pensiero, pensa al bambino, pensa al bambino.
Ugo mi strattona fino alla porta ma fortunatamente ci imbattiamo in George.
"La lasci andare immediatamente" dice lui con tono minaccioso.
"Non si intrometta maggiordomo, non le farò del male" dice l'uomo cattivo per prenderlo in giro.
A quel punto George tira fuori una pistola e con un mossa di autodifesa lo mette a terra. La padrona che se l'era svignata torna nella stanza e spaventata ma senza mostrarlo troppo, si avvicina con aria pericolosa a George per urlargli addosso. Lui che non si preoccupa affatto di quello che gli sta dicendo mi slega veloce i lacci che già avevano lasciato il segno attorno al polso e mi toglie il fazzoletto incastrato tra le mie labbra,mi prende per mano e si ferma ad un passo da lei.
"Finirà in un manicomio e sarò fiero di vederla marcire lì dentro" pronuncia lui utilizzando un tono tranquillo e raffinato.
Dopo di che ci allontaniamo da quella stanza maledetta, sono ancora sconvolta ed impaurita, non riesco a dire una sola parola. Mi sento mancare le gambe così mi metto seduta a terra evitando la perdita di senti anche se mi sento mancare l'aria,
George mi fa fare lunghi respiri profondi e poco dopo mi riprendo.
Mi guardo in torno cercando il suo sguardo, ma dove cavolo è finito Damian ?
George mi dice di non muovermi da qui e che sarebbe tornato subito.
Mi sembra di vivere un incubo perenne, non voglio nemmeno immaginare cosa mi sarebbe potuto accadere se non fosse arrivato in tempo. Mi massaggio il ventre e per fortuna lo sento scalciare, sorrido d'istinto, è come se avesse percepito la mia paura di perderlo e vuole dirmi che è qui con me e non mi abbandona.
Poco dopo George ritorna di fretta.
"Dobbiamo andare,se la sente di uscire?" Mi chiede gentilmente.
Non vedo l'ora di andarmene da qui, usciamo da una delle porte posteriori e svelta entro in macchina, mi copro con la sciarpa per fermare i brividi anche se non sono dovuti al freddo.
"Per qualsiasi cosa non si disturbi a chiedere sono a sua completa disposizione, tra una mezzoretta saremo arrivati" dice lui gentilmente.
Io mi limito ad annuire.
Chiudo gli occhi e quando li riapro sono arrivata a destinazione.
George da gentiluomo mi apre la portiera, non faccio caso a dove mi trovo ma lo seguo verso la porta d'ingresso. Quando entro Damian sta scendendo dalla scala a chiocciola e appena mi vede conclude velocemente gli ultimi scalini, ci veniamo in contro a passo veloce fino a quando ci imbattiamo in un abbraccio. La mia testa sul suo petto è avvolta dalle sue enormi braccia e finalmente mi sento protetta.
"Perdonami" sussurra con un po' di fiatone per via dell' emozione.
Scuoto la testa in segno di no.
"Scusami" pronuncia più forte.
"Va tutto bene " dico prendendogli il viso tra le mani e scandendo le parole.
"Sistemerò tutto" dice facendo riferimento alla madre psicopatica.
Rimaniamo a guardarci per qualche minuto, gli do piccoli e veloci baci a stampo poi lo stringo ancora a me. Mi tocca i capelli lasciandomi una sensazione di tranquillità, il respiro rallenta e il cuore riprende a battere.
"Vieni con me" dice prendendomi per mano.
Ci avviamo passando per la grande e moderna cucina verso una veranda che si affacciata vero il mare. Al centro c'è un piccolo tavolo tonto apparecchiato con posate e piatti raffinati, in uno di essi è posata una rosa bianca da un lato ed una rossa dall'altro.
"Ero andato via prima per prepararti questo" dice sentendosi in colpa.
"Se non vuoi più festeggiare possiamo rimandare ad un altro giorno e per questa sera ci godiamo il divano ed una coperta" dice stringendomi la mano.
"Che ne dici se ci viviamo questa serata, ceniamo,prendiamo la coperta e andiamo a sentire il suono del mare?" Chiedo voltandomi verso di lui e posando la mia mano sul suo petto. Lui sorride e abbassa il viso per posare dolcemente le sue labbra sulla mia guancia.
"Allora accomodati pure" dice Damian per poi spingermi avanti con la sedia.
Si assenta un attimo e quando torna ha con se due piatti, devo dire che hanno un ottimo aspetto e odore.
"Buon appetito" pronunciamo in coro.
Assaggio il primo tortellone verde con all'interno la ricotta avvolto da una crema di formaggio di fossa abbinato al tartufo.
Cavolo è veramente buono.
"Non avrei mai detto che eri così bravo a cucinare, sei stato davvero tu? " chiedo gustandomi questa pietanza.
Lui annuisce accennando un sorriso imbarazzato.
"Tra due giorni torneremo a Manchester, pensi di tornare all'università ?"
So dove vuole andare a parare.
"Mmm no" rispondo dopo aver riflettuto per qualche minuto.
"Ho intenzione di continuare gli studi da casa" continuo.
Non mi sembra il caso tornare, vedrei per i corridoi Dylan e la sua amante e non so se riuscirei a sopportarlo, in più devo stare a riposo per la salute del bambino.
"Quindi...tornerai a casa" dice serio cambiando espressione.
"Penso proprio di sì, devo ancora chiarire con Travis e..." dico evitando il sguardo.
"Potresti comunque venire a stare da me, avresti un personale a tua disposizione" dice provando a convincermi.
Ecco, lo sapevo. Non posso proprio, ho bisogno della mia famiglia e di tranquillità una tranquillità che con lui non posso avere, mi sentirei sempre in dovere.
Aspetta una mia risposta ma io non so che dire.
"Nataly" dice lui smettendo di mangiare.
"Non avrebbe senso" dico alla fine.
Lui sospira andando indietro con la schiena ed appoggiandosi allo schienale della sedia.
"Ho notato che ci sono due rose diverse" dico per cambiare discorso.
"Sai a cosa le ho associate?" Chiede lui riprendendo a mangiare.
"Immagino che la rosa bianca rappresenta l'amicizia mentre quella rossa, l'amore"
Prende il bicchiere di vino e inizia a berlo tutto d'un fiato.
"Damian io..."
"Aspetta, lascia parlare me anche se so che non sono bravo con le parole, in realtà non sono bravo nemmeno con i gesti ma io lo so, lo so che tu sei ancora legata a Dylan e che lo ami, sarà così sempre, per di più ora aspettate un bambino e anche se non ne parli mai vorresti dirglielo e utilizzarlo come scusa per tornare insieme a lui e so anche che tra di noi è... successo qualcosa che si avvicina all'amore. Voglio essere sincero, non avrei voluto trovarmi in questa situazione, avrei preferito non averti incontrata quel giorno. La mia vita é un completo casino e tu, tu non puoi nemmeno immaginare ma credo nel destino, tu e Noah, Nataly io vorrei dirti tante cose ma ancora non posso so che per te é difficile ma devi cercare di fidarti di me e di capirmi quando farò  lo stronzo e ti risponderò male, quando non avrò voglia di parlare. Io vorrei viverti come la mia ragazza, vorrei che smettessi di pensare a lui e pensassi a me ad un ipotetico noi, tu ci hai mai pensato ? Chiede con occhi speranzosi.
Sono un po' scossa,non me lo aspettavo.
Non ce la faccio...

Hearts that beat as one  2Where stories live. Discover now