Capitolo 17 🔥

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Il giorno della partita è arrivato.
Valeri, io e Adeline siamo sedute nella quarta fila pronte ad esultare per i nostri ragazzi.
"Uuh guarda com'è carino quello" dice Valeri indicandolo.
"Non indicare" sussurro.
Un ragazzino passava da una fila all'altra con in mano un grande cartone apposito per vendere bibite e schifezze.
"Prendiamo qualcosa?" Chiede Adeline.
"Si dai" rispondo.
"Ehi ragazzino" lo chiama Adeline sventolando alcune banconote.
"Vuoi qualcosa?" Chiedo a Valeri.
"Quello che prendi tu" risponde.
"Io vorrei una bibita e un pacchetto di caramelle" dice Adeline per poi girarsi verso di me aspettando la mia ordinazione.
"Due pacchetti di patatine" dico sorridendo al ragazzino.
"Grazie mille ragazze" dice andandosene.
"Sta per iniziare " dice Valeri esaltata.
All'entrata dei nostri scattiamo in piedi ed iniziamo a chiamarli per nome urlando come pazze.
I ragazzi si voltano nella nostra direzione e i sorrisi che ci rivolgono sono pieni di entusiasmo.
"Ciao Dylan" urla Adeline.
Dylan rimane sorpreso e noto del disagio.
La saluta con la mano mostrando un finto sorriso.
Iniziano a giocare e in poco tempo la nostra squadra fa due punti.
"Grande ragazzi" urla Valeri.
La squadra avversaria rimonta arrivando a 3 punti.
Prima della fine del primo tempo, quel ragazzo, non mi ricordo il suo nome ma la sua cara sorellina c'è l'ho bene impressa nella mente, fa un altro punto e finiamo 3 a 3.
I ragazzi hanno 15 minuti per riposarsi.
"Cavolo sono forti" dice Adeline.
"Ho un buon presentimento, vinceremo" dico sicura di me.
La partita ricomincia, il punteggio resta uguale fino a quando mancano 2 minuti alla fine e Dylan fa un punto portando la nostra squadra alla vittoria.
Si gira subito verso di me ma viene distratto dalla squadra che lo prende e lo tengono in aria.
"Bravo Dylan" urliamo in coro.
Un giornalista si avvicina e lui risponde tranquillamente alle sue domande.
"Voglio dedicare questa vittoria all'amore della mia vita" dice voltandosi verso di me.
Cavolo sono sconvolta, ha detto che sono l'amore della sua vita.
"È lei" continua indicandomi.
Sullo schermo comprare il mio viso e solo da lì mi rendo di quanto sono rossa in viso e del grande sorriso che sto rivolgendo soltanto e solo a lui.
Valeri eccitatissima non riesce a stare ferma mentre Adeline si alza quasi scocciata e se ne va senza dire nulla.
Non capisco...
"Ma che le è preso" mi chiede Valeri.
Faccio spalluccie.
Quando i ragazzi escono dal campo corriamo verso di loro stando attende a non sbattere contro qualcosa.
Dylan mi prende al volo e mi stringe in un forte abbraccio.
In contemporanea Valeri e Derek finiscono nello stesso nostro modo.
"Sei stato bravissimo" sussurro baciandolo.
"Ti è piaciuto amore mio?" Mi chiede riferendosi a quello che aveva detto al giornalista.
"Tantissimo" urlo, per poi scoppiare a ridere insieme a lui.
È bellissimo,non mi stancherò mai di dirlo.
Vorrei vederlo così felice tutti i giorni.
Gli tocco i capelli e lui si avvicina per darmi un bacio sulla guancia.
"Ragazzi dobbiamo festeggiare" dice Derek.
"Assolutamente si" gli risponde Dylan posandomi a terra.
"I ragazzi della squadra hanno organizzato un festino con falò e alcolici" continua Derek.
"Perfetto, si va" dice Valeri avvicinandosi.
"Dobbiamo andare a prepararci" continua rivolgendosi a me.
"Si, così avvisiamo anche Martin"
"Magari porta anche il suo amichetto" dice Dylan.
Lo spero tanto, sono così curiosa di conoscerlo.
Dylan apre la porta di casa e subito Valeri si dirige in camera.
"Vatti a preparare" dice Dylan dandomi una pacca sul sedere.
Lo prendo per un braccio e lo porto con me in camera.
Si siede sul letto ed io mi siedo sopra di lui.
Mi sposta i capelli dal viso per riuscire meglio ad accarezzarmi le guance.
"Sono contenta che siamo ritornati quelli di prima" dico appoggiando la mia testa sulla sua spalla.
Mette il suo mento su di essa e rilassandosi,sospira.
"Lo sono anche io" dice prendendomi il viso per darmi un bacio.
Dopo vari minuti decidiamo di alzarci, ci prepariamo e quando siamo pronti scendiamo nella sala.
Dylan indossa dei semplici pantaloni di una tuta di colore grigio scuro che gli evidenziano il sedere. 
Questa cosa non va bene.
A quelli ha abbinato la felpa nera della squadra.
Io invece ho deciso di mettermi dei pantaloni neri con sottili strisce bianche ai lati ed una maglia peluche non troppo lunga di colore bianco.
Entrambi abbiamo scarpe da ginnastica anche se staremo scomodi sulla sabbia,almeno non sentiremo freddo.
Martin non è a casa e così gli ho scritto un messaggio.
"Ci raggiunge più tardi" dico ai ragazzi una volta saliti in macchina riferendomi al mio migliore amico.
Dylan mette in moto e circa una ventina di minuti dopo arriviamo a destinazione.
La spiaggia è piena di ragazzi della squadra e tantissime ragazze di cui la maggior parte poco vestite. Immagino la febbre a 40 dei giorni che verranno.
"Vieni, prendiamo qualcosa da bere" dice Valeri prendendomi per il polso.
Dylan mi fa segno di vederci dopo ed io annuisco.
"Ehi ragazze,siete proprio carine" dice un ragazzo troppo sbronzo per stare in piedi.
Barcolla un po' e prima che gli dicessimo qualcosa alcuni ragazzi lo raggiungono.
"Amico,sono proprietà privata"
"E chissene frega" dice il ragazzo a fatica avvicinandosi.
Quasi mi cade addosso.
"Eh spostati" dico spingendolo via.
"Su andiamo" dice Valeri.
"No non ve ne andate" dice piagnucolando mentre la distanza tra di noi aumentava.
"Tocca stare attente" dico facendo una smorfia ripensando a quel tipo.
"Già" risponde Valeri bevendo un sorso dal suo bicchiere.
Sentiamo della musica e subito ci avviamo.
Un gruppetto di ragazze sta già ballando.
"Forza venite" dice una facendosi segno con la mano.
"Non me lo lascio ripetere due volte" dico prendendo Valeri.
Queste ragazze sono davvero carine e alla mano, forse sono le uniche in questa serata a non aver alzato troppo il gomito.
"Te devi essere la fidanzata di Dylan" dice una ragazza bionda altissima.
Annuisco sorridente.
"Piacere Brianna"
"Nataly" dico stringendogli la mano.
Sento qualcuno alle mie spalle.
La ragazza sorridendo si volta dalla parte opposta.
Le sue braccia mi stringono in vita, il suo mento sulla mia spalla e il mio stomaco in subbuglio.
Gli metto le mani tra i capelli e con un movimento, toccandomi sui fianchi mi gira verso di lui.
Alla vista dei nostri visi sorridiamo entrambi continuando a muoverci a ritmo di una canzone lenta.

Hearts that beat as one  2Where stories live. Discover now