Capitolo 23 😭

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"Lasciami, non voglio vederli" urlo implorandolo.
"Voglio farti del male"dice l'ombra cattiva strattonandomi per il braccio che sta iniziando ad arrossarsi.
Apre la porta della camera e loro sono lì.
Stanno ridendo talmente forte che d'istinto porto le mani alle orecchie per non sentirli mentre scoppio a piangere.
"Nataly svegliati"
L'immagine scompare piano mentre a fatica apro gli occhi e mi metto seduta.
Lo sguardo preoccupato di Damian mi spaventa.
"Non piangere" sussurra.
Mi prende il braccio tirandomi a se, permettendomi di incastrarmi tra le sue gambe mentre le mie si incrociano attorno a lui.
Il respiro sta rallentando e tornando normale.
"È stato un brutto sogno" dice posando una mano su i miei capelli e l'altra sulla schiena.
Rimaniamo in questa posizione e smetto di piangere.
"Parlami per favore, che ti succede?" sussurra ancora.
I pensieri e le immagini ritornano portandomi di nuovo in lacrime.
Damian a quel punto mi abbraccia e stringendomi forte inizia a dondolare un po' come fossi una bambina della quale deve prendersi cura.
Alzo lo sguardo per permettermi di guardarlo.
Mi posa una mano sulla fronte.
"Cavolo sei bollente"
Appoggia le mani sui miei fianchi e come fossi una piuma mi alza di alcuni centimetri dal materasso per poi posarmi di nuovo per alzarsi.
"Vado a prenderti una tachipirina, non muoverti da qui" continua allontanandosi.
Anche se volessi le gambe mi cederebbero al primo tocco del pavimento.
Mi guardo e mi rendo conto di essere solamente in canottiera.
Cavolo deve avermi spogliata.
Quando torna si ferma davanti al letto,
inizia a guardare le mie gambe nude per passare poi lentamente al seno e infine al mio viso con sguardo intenso.
Allungo la mano per prende il bicchiere e con l'altra la tachipirina.
"Scusami, stavo pensando" dice sicuro di se per poi sedersi al bordo del letto.
Accenno un sorriso.
"Torno a dormire, se hai bisogno mi trovi al piano di sotto" dice scendendo le scale.
Mi distendo sul letto cercando di prendere sonno, ma niente da fare e inizio a pensare e a pensare...
Com'è potuto succedere,mi sento una stupida,avrei dovuto lasciar perdere tanto tempo fa, si stavo male e lo sarei stata per un po' ma sarebbe stato più facile da superare,non era così complicato, non passavamo quasi 24h su 24 insieme come adesso, non eravamo così coinvolti,che idiota sono stata.
La rabbia ruba il posto alla delusione e inizio a picchiare la porta del bagno.
Le lacrime tornano di nuovo con l'aggiunta di alcuni urli. Sono devastata, perché, perchè mi ha fatto questo ? non me lo meritavo.
Scivolo a terra portandomi le mani tra i capelli nascondendo il viso.
Sento alcuni passi salire le scale ma poi tornano in dietro.
Non può aiutarmi, lo sa, nessuno può farlo.
Recupero la poca forza e mi rimetto in piedi, entro in bagno e dopo essermi guardata allo specchio lo mando al diavolo per avermi ridotta così.
Lei? Beh immagino abbiate già capito chi è, Adeline, deve solo vergognarsi per quello che ha fatto, poco donna, squallida e sporca. Pensavo si stesse creando un amicizia tra di noi, sono stata così ingenua da non capire che tremava alle mie spalle. Era proprio lui quel ragazzo che gli ha fatto del male e lei si è vendicata. Quegli sguardi, le reazioni di Dylan quando lei era vicina erano dei segnali che non sono stata brava a cogliere. Ora mi torna tutto, persino quando Adeline è corsa via dopo il punto di Dylan alla partita, me l'aveva dedicato, poverina c'è rimasta male, cosa si aspettava? Che lui tornasse ad amarla? Non sarà mai così, lei non lo avrà.
Se l'ha tradita era perché non l'amava, come non ama me, ma io non mi comporterò come lei, non faccio queste cose, non voglio essere la causa di una rottura, non voglio sentirmi una puttana, voglio restare pulita e in pace con me stessa, adesso devo solo cercare di ricominciare, di dar inizio ad una nuova vita, ho solo 19 anni e dovrò affrontare ancora troppe cose.
Sono le 4 del mattino ed io non ho per niente sonno ma non voglio svegliarlo, ha già fatto troppo ospitandomi qui per una notte.
Una delle prime cose che farò sarà quella di trovarmi un appartamento, non voglio più mettere piede in quella casa, manderò Valeri a prendere tutta la mia roba.
Cavolo Valeri, sarà preoccupatissima, devo trovare il mio telefono e dirgli che... non sono sicura di volerglielo dire, mi vergogno troppo ma forse ho bisogno del suo conforto, del suo aiuto.
Rovisto tra le coperte e le lenzuola ma non c'è.
Senza far troppo rumore scendo piano le scale, eccolo lì, sul tavolo. Non posso mandarle un messaggio o chiamarla a quest'ora, si preoccuperebbe ancora di più, aspetterò ancora un po'.
Damian sta dormendo sul divano, è stato molto carino con me, sembra così sereno quando dorme.
Si sveglia di colpo.
"Scusa non volevo svegliarti" dico subito.
"Cavolo era ora che mi parlassi" dice sorridendo.
Sorrido e arrossisco nello stesso momento.
"È molto presto, non preoccuparti io me la cavo tu torna pure a dormire" dico alzandomi dal divano per andare in cucina.
Mi fermo un attimo.
"Mm, i miei vestiti ?"chiedo timida.
"Oh si" dice alzandosi.
"Ti ho preparato questi" dice avvicinandosi ad una sedia che potrebbe essere una di quelle da esposizione per la sua eleganza.
"Non sono i miei vestiti"
"Lo so ma i tuoi sono ancora bagnati" dice allungandomi dei pantaloni di jeans stretti ed una felpa grigia.
"Dove li hai presi?"chiedo curiosa.
"Ho le miei conoscenze" risponde facendomi l'occhiolino.
Con il dito mi indica un'altra porta del bagno.
Non immaginavo così una sua ipotetica casa, veramente non pensavo neanche vivesse da solo.
I vestiti mi stanno a pennello, ha azzeccato le taglie, grazie, dopo avermi vista quasi nuda... mi acconcio i capelli in uno chignon e sistemo un pochino la frangetta.
"Molto carina" dice appena uscita.
Per lo stato in cui mi ritrovo non mi sento per niente carina.
"Pensavo fossi tornato a dormire"
Mi avvicino per potermi sedere sul comodo divano bianco.
"Non volevo lasciarti sveglia tutta sola"
Mi passa una coperta.
"Grazie" dico sorridendogli.
Mi guarda sorridendo, "Buongiorno".

Hearts that beat as one  2Where stories live. Discover now