Capitolo 10 😦

56 6 0
                                    

"Ehi piccola"
Dylan è appena rientrato dagli allenamenti ed ha fatto irruzione nella nostra stanza, non so come trovare le parole giuste per evitare di iniziare una nuova discussione e spiegargli che devo vedermi con un ragazzo.
"Ehi" dico avvicinandomi per dargli un bacio a stampo.
"Com'è andata?" Chiedo ritornando a sistemare i vestiti che avevo lasciato sul letto questa mattina.
"Non compenseranno mai la pista"
Purtroppo trasferirsi in un nuovo paese a volte comporta abbandonare i propri hobby e posso capire quanto sia difficile per lui essere lontano dalla sua moto come per me ha significato abbandonare la danza.
Appoggia la borsa contenente i panni sporchi vicino alla porta per poi andarsi a sdraiare a braccia aperte sul letto liberandosi dalla tensione con un grande sospiro.
Inizio a camminare avanti e indietro per la stanza con l'ansia che inizia a prendere il sopravvento.
Dylan solleva la testa dal materasso con espressione confusa, sospira ancora una volta mentre si alza e mi raggiunge.
"Tutto bene?" Dice fermandomi.
"Certo" rispondo un po' troppo esaltata ricominciando a muovermi senza senso.
"Mmm no, c'è si,però..." continuo.
"Però cosa?" Chiede iniziando a togliersi la maglia della squadra ancora un po' sudata.
Ecco, adesso è ancora più complicato.
Scuote i capelli e si abbassa un po' i pantaloni lasciando intravedere le mutande.
Forza Nataly, che sarà mai, siete solo amici, capirà.
"Tra poco mi devo incontrare con un mio compagno di corsi"
Arrivare subito al punto è sempre meglio.
"Va bene,ti accompagno io" dice tranquillo intanto che disfa il borsone.
Mi sono preoccupata così tanto per ricevere una risposta del genere ?!
Ci sono rimasta male, mi sarei aspettata una scenata di gelosia e invece nulla.
"Quindi sei tranquillo?" Chiedo con tono stupito.
"Chi è?" Chiede guardandomi finalmente.
"Quel ragazzo che ti ha fatto piangere oggi?" Continua.
I miei occhi si spalancano e nello stesso tempo faccio un passo indietro.
"Pensavi che non me ne fossi accorto?"
Non posso credere che mi stava spiando.
Incrocio le braccia al petto inarcando le sopracciglia mentre il mio sguardo si fa
severo.
"Mi stavi spiando per caso?"
"Ti stavo guardando, ed è diverso" risponde sicuro di se.
"Beh, smettila" dico prendendogli quello che aveva in mano.
Ovviamente mi guarda con quella sua faccia da perfetto coglione confuso.
"Avrei voglia di prenderti a schiaffi" continuo.
Non risponde ma in compenso si mette a ridere.
"Non c'è niente di divertente" gli lancio addosso quello che avevo appena rubato dalle sue mani con violenza.
"Sei libero di fare quello che ti pare, ci vado da sola da Damian" continuo mentre indosso una felpa ed esco dalla stanza.
"Vaffanculo" lo sento dire nel frattempo che percorro le scale.
Sono stufa di litigare ma a quanto pare è più forte di noi.

Grazie al navigatore nella macchina di Dylan arrivo al punto d'incontro, Damian è già arrivato e mi sta aspettando seduto sulle panchine mentre è concentrato a guardare dei bambini che giocano.
"Ciao" dico sfregandomi le mani per riscaldarle dal freddo.
Sposta la testa di poco dietro di lui per guardarmi.
"Sei arrivata finalmente" dice facendomi segno di sedermi.
Sorpasso la panchina che era davanti a me per poi accomodarmi accanto a lui.
Rimaniamo in silenzio per un po' guardandoci in giro.
Quando sposta la testa a sinistra per guardarmi,d'istinto faccio lo stesso gesto.
"Hai freddo?" Mi chiede sistemandosi la berretta.
"Un pochino" rispondo timida.
"Avvicinati" dice prendendomi per il braccio e accorciando le distanze tra di noi senza darmi modo di replicare.
Non avevo mai notato la scritta king tatuata sulle sue falangi prima di questo.
Quell'imbarazzo che c'è sempre stato tra di noi in poco tempo è svanito.
Cosa ci sta succedendo?
C'è una strana connessione, non saprei spiegarla.
Il tempo che gli avevo concesso è passato da vari minuti che abbiamo trascorso restando in silenzio.
"Noah vieni qui" dice con toni elevati per farsi sentire.
Naturalmente non conoscendolo non potevo immaginare che avesse un fratellino.
Appena il bambino si sente chiamare sposta lo sguardo verso le panchine e inizia a correre verso di noi.
Damian si volta a guardarmi per vedere l'espressione sul mio viso dopo che il piccolo Damian si è avvicinato.
Resto immobile a guardarlo,trattenendo il respiro.

Hearts that beat as one  2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora