Capitolo 7

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Et ventis adversis.

Anche con i venti avversi.

KEMAL' S POV:

"Sai cosa diceva Bob Marley?"chiedo mentre osserviamo il mio disegno.

Lei alza lo sguardo e chiede aggrottando le sopracciglia "Non so chi sia, ma cos'ha detto?"

"Diceva che se esprimi un desiderio è perché vedi cadere una stella, se vedi cadere una stella è perché stai guardando il cielo, se stai guardando il cielo è perché credi ancora in qualcosa "

Nuvola rimane per un po' in silenzio a pensare finché accarezza il mio disegno e mormora "Ha ragione"

Sorrido.

"Tu ci credi al destino? "chiedo avvicinandomi a lei.

"Cos'è il destino?" 

"Il destino è come il cielo. È pieno di delusioni e sorprese, come il cielo è pieno di stelle, ma sono delusioni e sorprese già calcolate che ci fanno crescere nella vita. È imprevedibile e ti prende alla sprovvista. Non capisci nulla e non riesci a intuire nulla, devi vivere per forza per capire il tuo destino. Un po' come le stelle. Stai sempre a guardarle e quando ne vedi cadere una, provi una sensazione unica. Ecco, quando capirai che qualcosa è destino, proverai questo tipo di sensazione"

"Tu ci credi?"chiede lei alzando un sopracciglio.

"Io? Le stelle mi hanno insegnato che tutto è un destino. Tutto è improvviso e niente succede per caso. Sì, ci credo."

"Non hai paura di non saper cosa accadrà? "

"No...più che impaurito, sono eccitato. Sono pronto a tutto e accetterò tutto. Come ti ho detto prima, tutto succede per un motivo e non voglio lasciarmi vincere dalla paura"

"Sei un tipo coraggioso" dice lei sorridendomi.

Quando sorride, le si creano ai lati delle bellissime fossette.

Porto un dito su una fossetta e la riempio.

"Che fai?" chiede lei ridendo.

"Hai un bel sorriso"  dico riempiendo con l'altro dito l'altra fossetta.

Lei scoppia a ridere e di conseguenza rido anch'io.

"Sai.."mormora riprendendosi. "È strano" conclude sorridendo debolmente.

"Cosa?" chiedo alzando un sopracciglio.

"Mi sento al sicuro con te"

"Al sicuro?"

"Si. Mi fai bene" dice lei abbassando lo sguardo imbarazzata.

"Sai cosa? "Chiedo ridacchiando.

Lei mi guarda incuriosita e io dico "Invece tu mi fai male"

"Male?" chiede lei sorpresa dalla mia uscita.

Smette di parlare quando io le afferro il viso e mormoro "Ho sempre voglia di saltare le lezioni per stare con te, non riesco a concentrarmi nello studio perché penso a cosa stai facendo e non riesco neanche a mangiare perché penso che sei rinchiusa qui tutta sola. Non riesco a fare nulla, se non a pensare a te"

Un attentato al cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora